
Valentina Maran è nata a Varese nel 1977. È una…
Qualche settimana fa abbiamo ricevuto un invito da Live Social per un’intervista dedicata alla nostra No-Agency su Radio Lombardia.
Detta così fa figo e suona bene: un’emittente che ti contatta per intervistarti fa pensare subito che il tuo lavoro sia apprezzato.
La destinataria della mail è stata la mia socia Vanessa Vidale, quindi non vi so dare i dettagli precisi del testo, ma il sunto della sua telefonata quando me l’ha comunicato è stata “Maran, Radio Lombardia mi ha contattata per un’intervista. Vieni con me che io ho già ansia?”
Ovviamente le ho detto sì e il focus dell’intervista sarebbe stata l’attività di comunicazione, il portfolio e la nostra carriera in No-Agency, la piccola agenzia che abbiamo creato.
Fin qui tutto bene, nessuna delle due si è premurata di approfondire: io ero appena stata in piedi di notte per farmi intervistare da Chicco Giuliani a Night Live su Radio Deejay nella mia attività di sexblogger, quella poteva essere un’altra ottima occasione per parlare dell’agenzia.
Vanessa mi dice che gireranno anche un video dell’intervista e che volendo ci daranno il montato da utilizzare sui social per 65 euro. Nella mail chiedono eventualmente di portare immagini dei propri lavori nel caso servissero.
Portiamo una chiavetta USB con una selezione dei nostri migliori lavori e andiamo alla sede dell’appuntamento che non è presso una radio ma in un grande albergo milanese.
Una radio che però non registra in radio
È questa la cosa che ci ha fatto dire “Ma siamo sicure?”
Abbiamo deciso di capire un po’ meglio la situazione. Siamo salite nella hall e una signorina gentilissima ci ha dato un foglio da compilare con le liberatorie. Ad aspettare la fatidica intervista una serie di altre persone di diversissime professioni alle quale veniva raccontato man mano il pacchetto della promozione. A quel punto abbiamo googlato e abbiamo capito.
Funziona così: Live Social è un contenitore social creato a marzo 2018 e ha raccolto più di 14’000 follower. Non è un prodotto di Radio Lombardia, ma è una specie di trasmissione che ha acquistato uno spazio, nella notte di sabato e domenica, dalle 24 alle 3 del mattino, dove mettono in onda questi contenuti registrati – o meglio: l’audio di questa intervista radiofonica che prettamente radiofonica non è.
Non ho visto la stanza in cui avviene la ripresa, ma Live Social non viene registrato in una sala di incisione: viene prodotto all’interno di una sala di questi alberghi dove pianificano gli incontri (ma immagino abbiano ottimizzato in qualche modo l’audio).
Attenzione: non sto dicendo che sia una bufala, sto dicendo che è diverso da quello che si potrebbe pensare.
Una forma di business intelligente per chi l’ha creata, ma serve a tutti?
Trovo che l’idea sia furba e sensata: tanto di cappello perché Live Social è un contenitore che raccoglie interviste di professionisti e fa andare l’audio in radio.
Agli intervistati viene proposto il video dell’intervista modello base – che possono acquistare per 65 euro, altrimenti verrà semplicemente mandato in onda l’audio di notte, nello spazio che hanno acquistato.
Per chi è interessato al video vengono fornite opzioni di costi e montaggi con contenuti e tempistiche di pubblicazione.
A chi è utile Live Social?
Se avete una piccola attività, avete pochi fondi e volete un breve video che vi veda protagonisti può essere un’opportunità sensata, non tanto per la piattaforma dove finirà, ma come materiale. Certo, dipende dal tono di voce della vostra azienda.
Se avete un’attività risicata, vi siete adattatati a fare un po’ tutto da soli, tra logo e sito vi siete arrangiati alla buona, come produzione potrebbe starci.
Diciamo che si rientra nell’ambito del “fai da te”, ma basta dare un’occhiata ai social per capire che tipo di estetica contraddistingue la produzione.
Per noi che abbiamo un’agenzia di comunicazione quello non sarebbe stato un buon risvolto: la scenografia non è particolarmente premiante e soprattutto vedere un proprio contenuto tra milioni di altri simili, presentati tutti con la stessa metodologia non ci avrebbe fatto gioco.
Non è Radio Deejay, non è un programma conosciuto, non è una vera e propria trasmissione nel vero senso della parola con ospiti e tematiche sviscerate. È un contenitore. Dipende se vi serve stare lì dentro o no.
Non ho idea di che pubblico ci sia in ascolto di notte su quelle frequenze, di fatto sono delle interviste preformate.
Idem per la pagina Facebook: i contenuti alla fine sono tutti identici e non c’è una settorializzazione o una possibilità di emergere. Si finisce in questa lunghissima timeline popolata dei professionisti più disparati e ogni video raccoglie al massimo una decina di like – un po’ pochi per una pagina che vanta più di 14’000 follower.
Insomma: per noi è stato un enorme NO GRAZIE – non sarebbe servito alla nostra immagine. Anzi: avrebbe rischiato di abbassare il tono della comunicazione No-Agency.
Per noi Live Social di Radio Lombardia non era il luogo giusto e la modalità adatta a noi e al nostro pubblico.
Complimenti a chi l’ha pensato
Live Social di Radio Lombardia si porta a casa i miei complimenti per chi l’ha pensato a livello di marketing: hanno comunque intercettato l’esigenza di piccole medie imprese, trovando una modalità scalabile di business (i pacchetti con vari tipi di montaggi) e hanno fatto leva sulla voglia di apparire delle persone.
Un format che sicuramente a loro porta fatturato a fronte di costi limitati di produzione e un meccanismo di “suggerimento amici” tra i partecipanti che permette anche un’alta generazione di contatti e lead.
L’hanno pensata bene.
Ribadisco: non è una truffa – dovete semplicemente guardare la loro pagina social e decidere se per voi quel format e il mostrarvi secondo quella modalità, con quello sfondo e parlando di voi a quel modo è utile o no.
Valutatelo.
Voi avete mai partecipato a Live Social di Radio Lombardia?
Che impressione ne avete avuto?
Se ve lo stanno proponendo vi domando: ne avete davvero bisogno?
Cosa ne pensi?

Valentina Maran è nata a Varese nel 1977. È una copywriter freelance. Si è formata nelle più grandi agenzie di comunicazione milanesi e dopo un trionfale licenziamento ha scritto “Premiata Macelleria Creativa” (Fandango 2011). Scrive per riviste, committenza privata, blog di ogni tipo e si occupa prevalentemente di questioni di genere, femminismo, parità di diritti nella comunicazione. Con la sua socia Vanessa Vidale ha una piccola agenzia di comunicazione che si chiama NoAgency dalla quale non può licenziare nessuno, tranne se stessa. Da anni è docente in corsi ITS e IFTS post diploma dove insegna creatività.