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Quarantena da coronavirus: fare scorte di emergenza di cibo?

Quarantena da coronavirus: fare scorte di emergenza di cibo?

  • Non tutte le emergenze sono uguali
  • Una scorta di base include molti legumi
  • Scegliere cibi a lunga conservazione
scorte di emergenza

Andare a svaligiare il supermercato per fare scorte è sintomo di una sindrome ben più grave del Coronavirus e si chiama ansia ingiustificata.

Fatta questa premessa, gli abitanti delle zone messe in quarantena sicuramente avrebbero gradito fare scorte di emergenza prima di essere rinchiusi a domicilio.

Io sono nato e cresciuto in Svizzera, dove c’è l’abitudine, sponsorizzata dal Governo, di tenere in casa una riserva di generi alimentari e beni di uso comune da utilizzare in caso emergenza (di solito una settimana). Questa è la mia esperienza e penso che potrà essere utile a molti, per affrontare le restrizioni legate al coronavirus e fare scorte che siano razionali e utili.

Fare scorte di emergenza dipende… dall’emergenza

Con la fine della Guerra Fredda la pratica delle scorte di emergenza si è un po’ diluita, tuttavia il 28% delle famiglie residenti in Svizzera dichiara ancora di poter sopravvivere almeno una settimana senza fare la spesa, mentre il 23% ha addirittura il triplo delle scorte raccomandate (dati del 2018).
Mia madre fa parte di quest’ultima casistica: c’è cibo nascosto in ogni armadio di casa sua. Dov’è l’album delle foto di quando ero bambino? Lì, in fondo al cassetto, dietro le mutande e sotto le lenticchie.

C’è da fare la differenza tra una catastrofe naturale, che potrebbe compromettere anche le infrastrutture (acqua, luce, gas) e invece la necessità di stare in casa per un periodo di tempo più o meno lungo (come è il caso della quarantena da coronavirus). Alcune raccomandazioni sono tuttavia valide per entrambe le casistiche.

Beni alimentari di prima necessità

In questi giorni nei supermercati di Milano ho visto gente uscire con carrelli pieni di carne fresca e merendine. Entrambi non sono beni di prima necessità, neppure la carne (e vedremo in seguito perché).

– Acqua

In una situazione normale, come quella che presumibilmente affronteremo, la fornitura d’acqua non dovrebbe porre problemi, per cui l’acquisto di bottiglie è inutile. Se non vi piace l’acqua del vostro comune, potete applicare un filtro direttamente al rubinetto: a Milano da quando l’ho applicato ho cominciato a bere acqua corrente, e funziona bene (il sapore è migliorato parecchio).

Invece, se proprio non volete rinunciare all’acqua in bottiglia, prevedete almeno 1,5 litri a persona e al giorno. E questo senza contare l’eventuale acqua per cucinare (ma, ripeto, questo tipo di emergenza non dovrebbe presentarsi).

– Pasto principale

Almeno un pasto al giorno deve essere completo e equilibrato. La combinazione ideale in situazioni di emergenza è un piatto composto da 2/3 di cereali e di 1/3 legumi.

  • Legumi, tanti legumi: lenticchie, ceci, fagioli in primis;
  • Riso, pasta (meglio se integrale) o altri cereali (come l’orzo).
  • Sale
  • Olio d’oliva

Come dicevo, partiamo dall’idea che non ci saranno interruzioni del servizio di gas e di acqua, per cui i legumi secchi vanno benissimo; se volete essere previdenti, acquistateli già pronti all’uso e in conserva.

I legumi possono essere sostituiti da carne o pesce, tipicamente tonno in scatola o carne secca. In questo caso bisogna aggiungere però della verdura: idealmente anche questa in boccale o in scatola.

Alimenti complementari

L’idea è che se si mangia poco variato e senza prodotti freschi, bisogna andare a cercare gli elementi nutritivi in qualche super-food. Qui sbizzarritevi.

  • Frutta secca, noci e altri semi
  • Barre proteiche ai cereali (genere quelle per lo sport)
  • Eventualmente complementi multivitaminici

In questa lista ci stanno pure le merandine e il cioccolato, nel limite in cui l’equilibrio mentale dei genitori ne può dipendere, quando i bambini abituati al dolce cominciano a piangere. Ma in una situazione di vera emergenza non vanno neppure presi in considerazione.

Fare scorte di farina?

La farina ha perso quell’aurea che aveva in passato, perché, onestamente, quanti di noi si mettono a fare la pasta fresca in casa?

A mio avviso, non è più un bene di prima necessità. Tuttavia può tornare utile per fare il pane (in quel caso ci vuole anche il lievito).

E i prodotti surgelati?

Per il tipo di emergenza che stiamo affrontando, i surgelati vanno bene (compresa la carne); tuttavia in un’ottica di pandemia globale dobbiamo mettere in conto anche la possibilità la discontinuità di servizi come luce e gas.
Basta un guasto e rischiamo di rimanere senza mezzi di cottura e di conservazione (frigo), perché manca la manodopera per effettuare le riparazioni (succede, quando sono tutti malati o in quarantena).

Per questo, nelle scorte di emergenza è meglio tenere soprattutto prodotti a lunga conservazione che non richiedono refrigerazione o lunga cottura. Per le urgenze, è consigliato avere in casa un fornellino a gas, alimentato con una bombola. Prevedete anche candele, fiammiferi e una torcia elettrica.

Per lo stesso motivo, è sconsigliato comprare conserve troppo grosse: una volta aperte, non è detto che avremo un posto dove conservarle. Meglio preferire taglie più piccole.

Utensili e altri prodotti

  • Una bella scorta di carta igienica
  • Assicuratevi di avere almeno un apriscatole (che funzioni)
  • Per i catastrofisti: Un fornello a gas con bombola separata
  • Medicinali correnti ai quali aggiungere un kit di pronto soccorso.

I grandi assenti

I latticini

A parte qualche rara eccezione (i formaggi a lunga conservazione), in caso di emergenza non sono consigliabili. Lo so, siamo abituati a pensare che i bimbi senza il loro bicchiere di latte quotidiano moriranno. Ma è solo perché la filiera del latte è stata brava con il marketing, negli ultimi 30 anni.

I condimenti

Aceto, burro, maionese, spezie varie, rendono migliore la vita, ma in una situazione di emergenza sono superflui. Se prevedete una quarantena semplice di 15 giorni, nessuno vi proibisce di farne scorta. Comunque, molte conserve sono sotto-aceto, per cui potete recuperare lo scarto per condire.

Le mascherine

Non voglio aprire una polemica senza fine, ma le mascherine servono veramente a poco. Uno, perché sono monouso e vanno cambiate molto più spesso di quanto si faccia; due, perché sono efficaci contro la trasmissione del coronavirus solo quelle certificate con lo standard ffp2 (92% di protezione) e ffp3 (98% di protezione). Per intenderci, sono quelle con il filtro. Tre, perché poi ci si mangia le unghie, ci si mette il dito nel naso e ci si gratta l’occhio, e in caso di contagio via questi canali non c’è mascherina che tenga.

Caffè e zucchero

Troverete molte liste in cui consigliano di farne scorta, ma quello che non vi dicono è che si tratta di merce di scambio e non di consumo.
In caso di catastrofe naturale e di prolungata emergenza alimentare, infatti, alcuni beni ritenuti “basici” acquistano valore per eventuali baratti (come ad esempio, appunto, lo zucchero, il caffè e, naturalmente, le sigarette). Ma non siamo in questa situazione, per cui li possiamo tranquillamente bollare come piacevoli ma inutili.

Le uova

Per 15 giorni, nessun problema: compratele pure, sono versatili e ottima fonte di proteine. E si conservano anche fuori dal frigo. Per tempi più lunghi, non sono consigliabili.

Cosa manca?

I prodotti per la pulizia della casa, sicuramente, ma di solito durano a lungo, per cui non è detto che dobbiate comprarli per l’occasione.

Se avete bambini piccoli, assicuratevi di avere tutto l’armamentario necessario per loro (pannolini e pappette in primis). Ma qui sono sicuro che i genitori sapranno esattamente cosa fare e non hanno bisogno di liste per le scorte di emergenza.

Quel che manca ancora, e manca dall’inizio della crisi del coronavirus, è la capacità di discernimento: viviamo in una cultura dell’infotainment ormai spinta al parossismo, dove l’informazione deve essere prima di tutto intrattenimento.
Dare la colpa ai media sarebbe troppo facile: siamo tutti responsabili di questo andazzo perché sosteniamo un sistema economico che premia la quantità e non la qualità.

In chiaro: quando visitiamo un sito e facciamo girare le pagine, poco importa la qualità dei contenuti, gli indicatori di successo della pagina aumentano e con essi gli introiti pubblicitari.

Il mio consiglio è di informarsi sempre e solo sullo stesso canale (non andiamo a leggere mille pseudo-esperti) e, soprattutto, di fare riferimento ai siti ufficiali:

Per l’Italia

Per la Svizzera di lingua italiana

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