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Scrivi per chi è vicino non per chi non conosci nemmeno

Scrivi per chi è vicino non per chi non conosci nemmeno

Scrivo tutti i giorni, migliaia di parole, da diversi anni. Alcune cose vanno on line, altre in una cartella giustamente nominata bozze, altre rimangono solo qualche minuto sul foglio bianco e poi le cancello via.

Per un certo periodo di tempo pensavo l’abitudine riguardasse soltanto l’arte della scrittura o l’impatto alla voce personal branding.

Poi ho capito che in gioco c’era molto di più e di più importante.

Ciò che ho capito è che scrivere ci rende persone migliori, o almeno è il tentativo di farlo. E che riguarda principalmente noi e chi ci sta vicino, non un pubblico che neanche conosciamo.

La cosa giusta per il motivo sbagliato

Quando ho iniziato a lavorare nel web ho pensato che scrivere si trattasse solo di marketing. Ed è il messaggio che la maggior parte delle persone ha compreso meglio; il che non è un bene.

Venditori, imprenditori, Ceo e simili sono tutti saliti sul carrozzone digitale condividendo idee di poco valore o create ad hoc con l’obiettivo di attrarre clienti.

Posizionarsi su Google o sul mercato sembra essere il motivo principale per cui prendersi del tempo. E i risultati che ne derivano (like, vendite, segnali di questo genere…) continuano ad essere giudici dello sforzo.

Gli abbiamo dato nomi diversi, da content marketing a storytelling, e ci siamo dimenticati il vero potere della scrittura: prendersi del tempo per riflettere e condividere il proprio viaggio con chi ci è vicino.

Un’altra conseguenza è che se scrivere viene visto come mezzo per il risultato, e questo genere di risultato, è qualcosa che non si addice alla maggioranza delle persone.

Se scrivi per ottenere un pubblico o posizionarti ci vuole del tempo, molto tempo, ed entrano in gioco troppe variabili. Non dico che non sia giusto o lecito aspettarsi risultati. Dico solo che c’è un risultato più grande e portata di mano.

A chi serve che tu scriva?

Puoi anche essere il più brillante degli imprenditori, un acuto pensatore, ma il web è influenzato da fattori diversi e spesso anche poco giusti.

“Mi leggono solo le persone dell’azienda…” l’ho sentito tante volte come frase di commiato, di abbandono del progetto. Come se fosse un risultato insoddisfacente e di poco conto.

E invece si tratta di questo. E se invece si trattasse di questo?

La responsabilità del viaggio e delle tue persone

Scrivere per me è oggi prendersi innanzitutto la responsabilità del viaggio. Sapere dove stai andando e perché stai continuando ad andare in una determinata direzione, anche se ci sono difficoltà. Cercare di capire quanto sono veri gli ostacoli e cosa farai per aggirarli o abbatterli. Avere sempre presente che si tratta del tuo viaggio e non quello di qualcun altro.

Puoi anche fermarti a riflettere su questo genere di cose ma di solito scriverlo funziona meglio. Togliendo parole e giri di parole, rileggendo e sistemando le virgole, resta quasi sempre ciò che è vero.

Responsabilità che di sicuro dovresti prenderti se nel tuo viaggio non sei solo e hai la responsabilità, più o meno formale, di altre persone.

Ripensare il “perché” e il “per chi”?

Perché

Il mio istruttore di scuola guida, ormai tanti anni fa, mi diceva due cose: guarda la strada e guarda lontano. Se non guardi la strada prima o poi sbatti. Se ti fermi a guardare sempre a destra e sinistra, quanti centimetri sei dalle auto parcheggiate, finisce che cammini come un idiota e investi comunque.

Allo stesso modo è scrivere.  Bisogna guardare la strada e guardare lontano.

Non troppo vicino per parlare sempre del tuo prodotto, abbastanza per rimanere concentrato sull’obiettivo, tanto da guardare in che direzione stai andando e cosa incontrerai.

Che poi è ciò che interessa alle tue persone. Loro non vogliono sapere cosa è successo oggi ma a cosa serve ciò che stanno facendo e dove li porterà.

Scrivere del tuo viaggio è renderle partecipi. Riflettere se le stai portando davvero nel posto giusto e cosa puoi fare per rendere il viaggio più entusiasmante.

Adesso può sembrare si tratti di discorsi complicati o astratti o filosofici (detto volgarmente) ma invece si tratta di farsi domande; abbastanza semplici quanto importanti.

Come quelle che si faceva Benjamin Franklin nel suo diario quotidiano: cosa dovrò fare oggi? Quanto bene ho fatto oggi?

Unire queste due domande con la direzione è il viaggio.

Per chi

Un viaggio che non stai compiendo da solo. E qui viene il secondo punto importante: scrivi per loro.

Oggi si parla continuamente di influencer marketing e qualcos’altro…ma è bene ricordare chi abbiamo davvero il potere di influenzare e chi ci interessa davvero influenzare.

Anziché scrivere per qualcuno che neanche conosci, sul quale non hai, almeno oggi, influenza, scrivi per coloro che ti sono accanto e che puoi davvero influenzare, positivamente.

Se ami dire che le tue persone sono l’elemento più importante della tua azienda, fa che sia davvero così.

E perché non stai facendo che sia davvero così?

Mezzo e forma vengono dopo

Altra cosa che penso sia tempo di dire è che nonostante abbiamo mille modi per condividere le nostre idee non significa che sia sempre giusto o obbligatorio usarli. O che il fatto di potere intercettare migliaia di persone non significa non sia più intelligente voler parlare con una dozzina.

Ciò che sto dicendo è che scrivere non riguarda per forza il web o i social o il blog.

Potrebbe essere una newsletter interna, una semplice mail, un foglietto distribuito in ufficio.

Le persone hanno bisogno di sapere dove stanno andando e cosa pensi non di un visual da urlo.

Non pensare eccessivamente neanche alla forma. Con un po’ di pratica è un aspetto che migliora naturalmente. Come ti senti e come fai sentire le persone è ciò che conta davvero.

Iniziare

Concludo per come avevo iniziato: ciò che ho capito è che scrivere ci rende persone migliori, o almeno è il tentativo di farlo. Riguarda principalmente noi e chi ci sta vicino, non un pubblico che neanche conosciamo.

Non riguarda parlare a una massa, creare un pubblico o ricevere un sacco di applausi. È una cosa più simile al tentativo di fare chiarezza sul nostro viaggio.

Perché “se accendi una lanterna per un altro, anche la tua strada ne sarà illuminata”.

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