
Scrittore semplice | Co-Founder Purple&People | Papà di Nicolò, Giorgia,…
È quel periodo dell’anno. In cui tutto va generalmente più piano. In cui ogni decisione è rimandata a Settembre. In cui sei in ferie, stai per andare in ferie. Oppure in cui gli altri vanno in ferie e tu non puoi neanche pensare di farlo.
È quel periodo dell’anno in cui hai bisogno di riposare. Ma anche di ripartire, pensare di ripartire. Progettare un nuovo inizio.
Se gli ultimi giorni di Dicembre sono quelli della lista degli obiettivi, questi giorni anche ma con qualcosa in più: la lista di tutto ciò che non ha funzionato.
Perché mentre tutti vanno più piano, o si riposano, o si godono frutti meritati o meno, viene naturale riflettere.
Dove sono? Che ho fatto? Che sto facendo con questa vita?
Carriera. Piano. Obiettivi. Svolta. Rinascita. Rivincita.
Ognuno usa e usi le parole che sente più sue ma è quel periodo lì.
Sfruttare il momento in cui tutti sono fermi o vanno piano
Se le cose non girano, se le domande portano ancora domande, se le risposte appaiono insoddisfacenti o troppo dure… c’è una buona notizia: è quel periodo lì.
Quel periodo in cui quasi tutto va più piano e potresti avere il tempo per cambiare le cose.
Se Settembre è il vero Capodanno, è qui, adesso, che si possono progettare le svolte e i sorpassi.
Qui che si può guardare la mappa e ignorarla, crearne di nuove.
Paradossalmente il fatto di non poter immediatamente agire – quasi tutto è fermo! – ti offre la grande possibilità di prepararti per bene.
Un mio amico mi diceva che soffro della sindrome del “Non sono pronto”. Che sono una di quelle persone che vorrebbe fermare tutto per prepararsi, riallinearsi, colmare gli svantaggi e poi dare il via. Beh penso di non essere il solo ma so che in Estate mi è sempre venuto facile provare a farlo.
Quando tutti vanno piano, quando tutto è fermo puoi lavorare su te stesso. E non c’è niente di altrettanto potente, e prezioso.
Mettersi a tavolino con tre parole
Fermarsi. Per partire.
Iniziare a farsi domande. Provare a darsi qualche risposta, sincera.
Ci sono tre parole con le quali bisogna discutere da uomo a uomo: volontà, potenzialità, perché.
Innanzitutto cosa vuoi davvero, la volontà.
Il fatto che sai fare una cosa non significa che ti piaccia farlo, che sia divertente farlo o che sia davvero il tuo destino.
Cosa vuoi fare davvero?
Potenzialità
Cosa puoi fare, cosa sai fare.
Le potenzialità sono sopravvalutate. A parte tua mamma, interessa poco al resto del mondo.
Che piaccia o no, non conta cosa sei/saresti in grado di fare ma cosa riesci a fare. O anche cosa stai cercando davvero, con tutte le forze, di fare.
Un grande perché
Perché vince sul come.
Perché te ne serve uno forte per andare avanti.
Perché anche se pianifichi e ti prepari, è probabile o quasi sicuro che le cose andranno diversamente.
Anche gli obiettivi non sono sufficienti. Perché potrebbero cambiare, potrebbero cambiarteli, potrebbero allontanarsi a un tempo in cui non saresti in grado di arrivare.
Il “perché” è un altro tipo di obiettivo.
Contiene dentro un risultato più grande, meno definito ma più forte. Contiene la forza necessaria per andare avanti. Sempre, sempre un po’ più in là.
È quel periodo lì
Estate. Caldo. Zanzare. Ombrelloni e sdraio sotto l’ombrellone. Bagni. Tuffi. Dubbi e pensieri.
Ma anche tempo di svolte. Rinascita. Rivincita. Diventare chi sei.
È soprattutto quel periodo lì.
È il momento.
Cosa ne pensi?

Scrittore semplice | Co-Founder Purple&People | Papà di Nicolò, Giorgia, Quattro (Schnauzer) e Pixel in crisi (libro) Aiuto le persone a trovare-raccontare-vivere il proprio scopo. Qualcuno parlerebbe di Personal Branding ma preferisco dire “Posizionamento personale”. (Perché non riguarda affatto solo il tuo lavoro e perché l’obiettivo è vivere pienamente e non essere scelti da uno scaffale.)