
Scrittore semplice | Co-Founder Purple&People | Papà di Nicolò, Giorgia,…
Un mio amico da due anni vive un inferno: il suo lavoro fa schifo, il datore di lavoro è cattivo, ottuso ed ingiusto. La cosa paradossale è che la soluzione c’è: basterebbe licenziarlo.
L’imprenditore potrebbe trovarsi un dipendente per come lo vuole, ammesso ci sia, il mio amico avrebbe due anni pagati come disoccupazione: non una vita da favola ma un po’ di tempo sereno.
Ormai sono mesi che ci scervelliamo su come possa esistere una situazione del genere. Alla fine ci troviamo confusi ed iniziamo a scherzarci su. Io gli dico “fai qualcosa per farti licenziare cazzo”, lui mi dice che non lo sa fare. Ridiamo. Cosa dovremmo fare?
Nel pomeriggio di ieri però è arrivata una svolta, una luce improvvisa. Non cambierà niente nella sua storia ma è stato un grande insegnamento nella mia, e forse può esserlo anche nella tua.
Mi ha mandato un messaggio: “sai come posso fare velocemente 25.000 euro?”
Ho risposto con un faccina curiosa e perplessa. Ne abbiamo parlato meglio di sera.
Mi ha spiegato tutto: “Ho fatto due conti: se mi licenzia, in due anni mi daranno 24.650 euro, diciamo 25. Lui però non sembra avere intenzione di licenziarmi, io di contro non posso permettermi di lasciare il lavoro. Però se trovassi questa cifra potrei farlo, essere libero di farlo”.
Brutto genio!
Fatti pagare, non farti comprare
Si torna sempre al solito punto: ci hanno insegnato che il lavoro è qualcosa di duro e necessario, che l’obiettivo della vita è faticare e risolvere problemi.
Quando dicono “il lavoro paga” ogni tanto stanno dicendo “Il lavoro compra”. O forse non lo dicono ma dovrebbero farlo, è la situazione di molti.
In questi giorni Papa Francesco ha detto che il lavoro precario è immorale, distrugge la sicurezza delle persone, la dignità e la vita.
Vero, però succede anche vivendo una “Vita precaria”, ogni qual volta insomma non solo ti pagano ma anche ti comprano. Quando ti trovi ostaggio del denaro che ti serve per mangiare e fare mangiare i tuoi figli.
Quando la mattina ti alzi, il giorno lavori, e la sera ti corichi.
Quando aspetti la sera per andare a dormire e chiudere questa giornata, e quando non hai più nemmeno l’illusione che domani sia migliore.
Quanto vale la tua vita?
Succede anche in “lavori apparentemente più prestigiosi”, nelle carriere di certi manager, nella scalata di certi professionisti. In questi casi di diverso c’è solo una maggiore responsabilità e colpa.
Ogni giorno è una corsa verso il prossimo obiettivo, il prossimo successo, il prossimo centone.
Oppure capita quando sbatti così tanto per trovare un lavoro che alla fine ti accolli il primo che capita, anche se fa schifo.
O quando ti tappi il naso e prendi un cliente.
Capita di continuo, capita sempre.
Ogni volta è sempre la solita storia: esultiamo per “averla venduta” e non ci chiediamo mai se ne vale la pena, se è il giusto prezzo.
Quanto vale la tua vita per trattarla così?
Riscattare la tua vita
Adesso dovrei dare un’alternativa ma una soluzione non c’è. Anche il ritornello “fai un lavoro che ami, segui le tue passioni” è un falso.
Penso siamo troppo grandi…
L’unica cosa che mi viene in mente riguarda “le attività funzionali”
(Nota: non so dove l’ho sentita o se l’abbia inventata io)
I Grandi sanno che ci sono anche cose sporche da fare, cose che non ti piacciono, e che fanno parte del gioco. Il trucco è semplicemente trovare una causa ed un effetto.
Stai vivendo in povertà per vivere una vita degna, per un grande obiettivo? Bene.
Stai facendo uno “sporco lavoro” in attesa di poter vivere il tuo sogno? Bene.
Stai vivendo un lavoro da schifo ma non te ne frega niente perché alle 17:00 stacchi e torni a casa a goderti i bambini? Bene.
Stai vivendo una vita da schifo senza goderti nulla? Male, ti hanno comprato. Ti hanno fregato!
Le attività funzionali e lo Scopo
“Le attività funzionali” riguardano trovare lo scopo e cercare la felicità; cercare non per forza raggiungerla.
Mi viene in mente l’omonimo film con Will Smith e lui che va avanti ed indietro con quei macchinari strani.
Fa la stessa cosa in quasi tutto il film: cerca di vendere ‘sti benedetti apparecchi. Però all’inizio è una m… dopo ha uno scopo.
Le attività funzionali riguardano questo, la vita riguarda questo: avere uno scopo.
Non c’è giusto o sbagliato, grande o piccolo, bello o cattivo.
C’è che lo scopo devi deciderlo tu e lo devi amare. E proteggere.
Si tratta di Te, della tua vita.
Non c’è bisogno di 25 o 50 o 300 mila euro. Non siamo in vendita a meno che non lo vogliamo.
E spero che non lo voglia nessuno. Siamo troppo Grandi per venderci e farci comprare.
Cosa ne pensi?

Scrittore semplice | Co-Founder Purple&People | Papà di Nicolò, Giorgia, Quattro (Schnauzer) e Pixel in crisi (libro) Aiuto le persone a trovare-raccontare-vivere il proprio scopo. Qualcuno parlerebbe di Personal Branding ma preferisco dire “Posizionamento personale”. (Perché non riguarda affatto solo il tuo lavoro e perché l’obiettivo è vivere pienamente e non essere scelti da uno scaffale.)