
Fabio Martinez è scrittore (ha pubblicato tre libri e Il…
Il buddha vivente e l’uomo semplice.
– Non pretendo più da me stesso di diventare un buddha, ormai. Anzi, delle volte mi basterebbe essere di pietra come questa statua: senza desideri, paure, incapace di discriminare, di giudicare. Senza pensieri.
– E senza emozioni, senza sentimenti, senza amore.
– …
– Un uomo che calpesta il cuore della propria moglie e dei propri figli, per ritirarsi e seguire la via e, infine, ottenere la realizzazione, sembra davvero un uomo di pietra. Forse, tutte queste statue vogliono più dirci questo.
– Non sappiamo davvero come siano andate le cose, no? Ma mettiamo che sia successo come dici tu, quanto può essere forte il cuore di un uomo che sopporta di abbandonare la propria amata e i figli per un bene più grande di lui e di tutti loro?
– E quanto può essere immaturo chi non è in grado di seguire la propria natura restando accanto a chi ama?
– Non è facile fare chiarezza nella propria mente.
– Specialmente senza fuggire le proprie responsabilità.
– Una sola ne abbiamo: essere noi stessi.
– Allora è questo che vuoi essere, una statua dal cuore di pietra? O un uomo dall’animo tanto grande da sopportare il dolore tuo e di chi ti ama?
– …
– Inseguire la grandezza non nutrirà mai il tuo cuore. Non sarà di pietra ma nemmeno esso discrimina. Ed è capace di trovare la salvezza in ogni semplice istante.
Cosa ne pensi?

Fabio Martinez è scrittore (ha pubblicato tre libri e Il Graal ritrovato, edito da Tipheret, è il suo ultimo romanzo), sceneggiatore e storyteller. Per narrare (anche impresa), ha inventato un nuovo format (#dialoghidimpresa): dialoghi autonomi, per lo più brevi e che non si esauriscono svolgendo la loro funzione pubblicitaria, restando capaci di durare nel tempo e nello spazio. Possono essere tra due o più persone, tra un essere umano e un animale, un robot, il vento o qualunque altro interlocutore immaginabile. Possono raccontare e parlare di tutto anche dello Zen. D’altronde, il nostro modo di pensare, di ragionare non è un dialogare con noi stessi? Tutta la nostra realtà non è forse un dialogo costante?