
Fabio Martinez è scrittore (ha pubblicato tre libri e Il…
Arco e frecce.
– Oh, come siete scostante! Ogni volta che vi chiedo per cosa batte il vostro cuore, mi date una risposta diversa. E mai quella che sogno.
– Chissà, forse lo faccio per spingervi a chiedermelo. Se vi dessi sempre la stessa risposta, magari quella che sognate, non vi annoierebbe domandarmelo e sentirmi replicare sempre allo stesso modo?
– Non perché siete un incostante dovete pensare che tutti lo siano. Qui stiamo parlando di voi, non di me.
– Il vostro cuore batte sempre per me?
– Non vi sentite un po’ troppo presuntuoso ora?
– Allora riformulo: il vostro cuore batte sempre per la stessa cosa?
– È la sua natura.
– Il tiro con l’arco non ci ha forse insegnato il contrario?
– Che intendete?
– Che, a ogni scoccare, il bersaglio cambia, anche se ci appare sempre il medesimo.
– Come sarebbe a dire?
– Non credo di saper spiegarvelo bene a parole ma, quando tendo l’arco, il mio io scompare: resta solo l’attimo presente ed è questo che sa quando lasciare la corda.
– E il bersaglio, perché cambierebbe?
– Questo esiste di per sé? Se non venisse mai colpito da una freccia, sarebbe mai tale? Solo nel momento in cui è colpito esiste. E ogni momento non è forse diverso?
– Siete uno sciocco.
– Perché?
– Perché, se siamo come frecce, non abbiamo forse un solo obiettivo?
Cosa ne pensi?

Fabio Martinez è scrittore (ha pubblicato tre libri e Il Graal ritrovato, edito da Tipheret, è il suo ultimo romanzo), sceneggiatore e storyteller. Per narrare (anche impresa), ha inventato un nuovo format (#dialoghidimpresa): dialoghi autonomi, per lo più brevi e che non si esauriscono svolgendo la loro funzione pubblicitaria, restando capaci di durare nel tempo e nello spazio. Possono essere tra due o più persone, tra un essere umano e un animale, un robot, il vento o qualunque altro interlocutore immaginabile. Possono raccontare e parlare di tutto anche dello Zen. D’altronde, il nostro modo di pensare, di ragionare non è un dialogare con noi stessi? Tutta la nostra realtà non è forse un dialogo costante?