All’età di tre anni ho deciso di diventare vegetariano; in…
Lascia o raddoppia
A mio parere, è un’arma a doppio taglio: a favore, il fatto che una posizione può avere un reporting funzionale o gerarchico a livello internazionale, per cui un CV interessante può essere inviato direttamente al capo senza bisogno di chiederne la traduzione al(la) candidat*.
Lo svantaggio è che si può dare l’impressione di aver mandato una candidatura molto generale, come se non ci si fosse presi la briga di informarsi sull’azienda: è locale? è una multinazionale? il loro sito in che lingua è? Si rischia insomma di passare per un* che manda curricula a destra e a manca, senza un vero obiettivo. O peggio: che non si sappia fare una scelta su cosa sia meglio mandare.
Do you speak English? Yes, m’arrangi
Ma attenzione: che non vi salti in mente di mandare un CV in inglese a un’azienda che ha esplicitamente richiesto la documentazione, ad esempio, in francese: le minoranze, soprattutto quando non sono sempre state tali, sono particolarmente sensibili. E parlo per esperienza: candidature spontanee in tedesco, devo veramente sforzarmi per non archiviarle subito verticalmente (nel cestino).
Cosa ne pensi?
All’età di tre anni ho deciso di diventare vegetariano; in seconda elementare, la maestra ha convocato i miei genitori perché “non era normale” che un bambino conoscesse tutti i nomi dei funghi in latino; a 13 anni ho amato per la prima volta senza sapere che non era amore; a 15 ho smesso di fare decathlon perché odiavo la competizione; ancora minorenne, sono stato processato da una corte marziale. A 20 anni mi sono sposato e a 23 ho divorziato; a 25 anni dirigevo una start-up che ho fatto fallire; a 29 ho avuto la meningite, sono morto ma non ho saputo restarlo. A 35 anni ho vissuto una relazione poliamorista e sono diventato padre di figli di altri. A 42 mi sono licenziato da un posto fisso, statale e ben pagato per fondare l’Agenzia per il Cambiamento Purple&People e la sua rivista Purpletude. A parte questo, ho 20 anni di esperienza nelle risorse umane, ho studiato a Ginevra, Singapore e Los Angeles, ho un master in comunicazione e uno in digital transformation e ho tenuto ruoli manageriali in varie aziende e in quattro lingue diverse: l’ONG svizzera, la multinazionale francese, le società americane quotate in borsa, la non-profit parastatale. Mi occupo soprattutto di comunicazione del cambiamento, di organizzazioni aziendali alternative e di gestione della diversità – e scrivo solo di cose che conosco, che ho implementato o che ho vissuto.