
Narratrice ~ Ghostwriter Scrivo per capire. Scrivo per ricordare. La…
Open oggi ha scelto quelle magliette lì per fare un pisolino. Quelle thailandesi, tinta piatta, con la scritta “Back to basic” in evidenza. Settembre inizia così.
Settembre. Si ricomincia.
Significa tornare alla routine. Lavoro, scuola, corsi, hobby, nuovi o vecchi progetti in cantiere da portare a termine o proseguire, nuove idee da far uscire dal cilindro, connettersi con volti conosciuti e ancora da conoscere.
Significa riprendere i passi da dove li avevamo interrotti prima delle vacanze. Di riprendere confidenza con ritmi veloci, uffici tradizionali, virtuali o casalinghi, colleghi indaffarati, urgenze lavorative e familiari, figli alle prese con libri e cartelle, scadenze.
Ma significa anche, soprattutto, riflettere. Conoscersi. Riprendere il punto del discorso, quello dove ci chiedevamo chi siamo, cosa faremo, perché.
Guarda che avrai sicuramente paura
In How To Abandon Ship, “B.A.Baker, terzo ufficiale del cargo Prusa, dice: “Ciò che più conta per ogni marinaio è preparare se stesso. Allenare la mente a non smarrirsi, anzi, tenersi saldi ad essa. Non dire mai – non avrò mai paura -, perché l’avrai. Quando un missile esplode avrai la sensazione di affogare, il panico nella pancia e le ginocchia che tremano. La cura possibile è una sola: agire”.
[click_to_tweet tweet=”Non dire mai – non avrò mai paura -, perché l’avrai. Quando un missile esplode avrai la sensazione di affogare, il panico nella pancia e le ginocchia che tremano. La cura possibile è una sola: agire” quote=”Non dire mai – non avrò mai paura -, perché l’avrai. Quando un missile esplode avrai la sensazione di affogare, il panico nella pancia e le ginocchia che tremano. La cura possibile è una sola: agire”]È un passaggio che non parla solo di navi e naufragi ma penso parli molto anche di vita, di partenze e ripartenze. E mi piace quella sincerità con la quale dice “avrai paura.” E quando lascia intendere che non è importante, non è un problema avere paura, ma ciò che conta è agire.
Perché adesso è quel periodo lì. Settembre. Paure e ripartenze.
Conosco me stesso?
Sono capace di ricostruirmi come individuo prima di pensare al noi (“noi” inteso come coppia, come collaboratori, come fare ed essere insieme per…)?
Tutto deve coincidere sempre e per forza?
Quasi un’urgenza di iniziare con il piede giusto e non come quando scendo dal letto col piede sbagliato e ruzzolo a terra.
Quasi una necessità di tornare a valle, dopo aver camminato tra vette e pendi. Quasi il bisogno di toccare terra ferma dopo aver galleggiato e nuotato troppo al largo. Quasi quel sentire che spesso lascio da parte, perché troppo scomodo, troppo invadente, eppure così fondamentale che senza non saprei più da che parte andare, in che punto sono.
Settembre è un mese complicato. Con nessun’altro mese facciamo uno sforzo simile in ragionamenti, previsioni, propositi. Settembre è un mese come un altro dal quale ci aspettiamo sempre qualcosa di diverso.
Il che non è un male. Ma se ogni Settembre siamo allo stesso punto, forse qualcosa non funziona.
Forse esageriamo. Forse ci pensiamo troppo. Forse non pensiamo mai alle cose che contano davvero.
Forse avremmo bisogno di un manuale anche noi. Uno che ti spiega come sopravvivere a Settembre.
Ripartire
E se un manuale del genere lo avessimo, cosa ci sarebbe scritto?
Mi piace pensare uno stile asciutto e diretto. Un Baker che vada al sodo.
Conosci te stesso. Agire. Il resto viene dopo. Il resto è troppo complicato e incerto da contare poco.
Back to basic.
Semplificare e non complicare.
Non pretendere di sapere tutto ma sapere come iniziare.
Non cercare di accontentare tutti ma cercare di fare ciò che ci sembra giusto.
Se non sai… chiedi.
Sii onesto con te stesso.
Bagagli leggeri, portare sempre e solo l’essenziale.
Non pensare di evitare la paura ma trovare qualcosa da fare nonostante la paura.
Non pensare come ripartire… riparti.
…
A Open per una dormita reale bastano due magliette ammassate sul comodino. Il suo Settembre è iniziato così. Il nostro come inizierà?
Cosa ne pensi?

Narratrice ~ Ghostwriter Scrivo per capire. Scrivo per ricordare. La mia vita è scandita da tre parole, che sono molto più di semplici parole: carta, penna ed emozioni. E lungo il mio viaggiare non manco mai di prendere tutto ciò che incontro, anche sassi ed imprevisti all'occorrenza. Ogni domenica puoi leggere di me e sua maestà Open il gatto sulla rubrica "OpenZen" di purpletude.