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Lo stato di grazia: quando 2+2 fa molto più di 4

Lo stato di grazia: quando 2+2 fa molto più di 4

stato di grazia

Preparazione allo stato di grazia:

Siediti, rilassa la schiena.

Inspira lentamente.

..

…….

…………..

Espira.

Bene, cominciamo. 

Lo stato di grazia è

Lo stato di grazia è quell’euforia mista a ispirazione in cui qualsiasi cosa facciamo va come desideriamo noi. 

È quella situazione che capita di rado in cui sai solo che devi seguire l’istinto, e che le cose andranno nella giusta direzione, anche se non sei pienamente cosciente di quale essa sia. 

Comincia quando ci lanciamo in qualcosa non perché sia giusto, saggio o intelligente, ma perché ce lo sentiamo nello stomaco. Sembra esserci una forza che ci spinga e ci spiani la strada nel raggiungere il nostro obiettivo: e anche se questo fosse la cosa più sbagliata al mondo, siamo contenti e convinti di doverla fare, e lo saremo ancor di più dopo averla fatta.

È quella congiunzione astrale in cui diventiamo il centro del nostro universo, e gli eventi iniziano a gravitarci intorno in autonomia, attratti dalla luce che sappiamo di emanare.

Incontri fortuiti, conversazioni giuste, un articolo di giornale o un libro che ci capita in mano per caso: tutto ha dannatamente un legame con il nostro fine, un tassello di un puzzle che inizia a prendere forma.

Uno più uno non fa due, ma tre, quattro o anche dieci.

E sai che tutto è possibile.

Lo stato di grazia fa

Fa venir fuori il meglio di noi perché ci fa sentire invincibili.

Non infallibili, ma in grado di accettare anche i fallimenti e trasformarli in qualcosa di straordinario, in qualcosa di utile per gli altri. Di grande. In qualcosa che si andrà a sommare alla meraviglia che già stiamo vivendo.

Lo stato di grazia ci fa sentire giusti, di avere proprio le caratteristiche che ci servono in quel momento: non perfetti, non eccellenti, ma proprio fighi. Sì, dei fighi senza senso. Un mix perfettamente shakerato di elementi assurdi e familiari.

E ci fa andare oltre le nostre possibilità facendoci lanciare in iniziative che in un momento di normalità ci sentiremmo dei folli o dei completi idioti a perseguire. Paura o riprova sociale, questi sconosciuti. E quindi le proviamo come se sapessimo che dobbiamo farle, comunque vada: di fronte a noi, solo immense distese di disponibilità in un caldo tramonto, nemmeno un ostacolo.

Come quando è proprio la tua serata, quando affianchi la mortadella allo champagne, quando azzecchi un tiro da tre a basket dopo che non giochi da una vita.

Quando senti di star facendo quello per cui sei nato.

Lo stato di grazia dà

Dà una consapevolezza rara: essere perfettamente coscienti della sua esistenza, qui e ora. Nulla a che fare con la triste importanza delle cose di cui ci accorgiamo solo dopo averle perse. Ci dà il privilegio di guardarci in faccia e dirci “Hey, ci sei dentro: ora, è tutto in mano tua” e un invito del genere non si può rifiutare.

Ci dà quella grazia di saper planare sulle cose con leggerezza: non superficialità ma adeguata delicatezza. E di avere una visione ampia ed estesa, in cui ciò che vogliamo realizzare diventa una piccola parte delle immense possibilità di cui siamo circondati. 

Questo è il dono più grande: le idee iniziali si trasformano, evolvono, si moltiplicano, cambiano aspetto e destinatario pur mantenendo sempre la loro identità. È come spogliarsi l’anima dai pregiudizi, un senso di spazio da riempire di nuovo ma diversamente.

Lo stato di grazia ci dà la possibilità di evolvere, di far emergere quella che vorremmo fosse la nostra personalità. Ci dà il privilegio di scartare le convenzioni e privilegiare le sensazioni.

Lo stato di grazia sa

Sa di non arrivare per caso: dobbiamo essere in quello stato particolare di apertura alle novità, pronti a metterci in discussione, a ribaltare le nostre credenze come andare a parlare ad un nostro nemico. 

Lo stato di grazia sa che possiamo sempre fare di più, imparare di più, sentire e provare di più. Dare di più a chi abbiamo attorno. Sa che non è vero che mille cose insieme non si possono fare. Che non si deve sempre chiedere il permesso. Sa che puoi iniziare a scrivere un blog anche se non avevi mai pensato di fare nulla di simile prima.

Sa di brezza marina e di tramonti caldi, di erba appena tagliata, di sicurezza sulle proprie insicurezze e stupore per le cose belle. Delle risate che salgono quando si è tavola all’aperto con un bicchiere di vino in una sera d’estate.

Lo stato di grazia sa di essere tanto prezioso quanto raro, e di non durare in eterno. E lo sappiamo anche noi: ma l’accettazione passiva di questa meraviglia e della sua durata, qualunque essa sia, ci spinge a respirare a pieni polmoni questo nirvanico mood e a cercare di goderne tutti i benefici. E a spingerlo avanti il più a lungo possibile.

E per ultimo lo stato di grazia contagia: contagia chi è intorno a noi e che ha bisogno solo degli stimoli giusti o di una leggera spinta a lanciarsi. 

E quando due stati di grazia si incontrano… quello che accade non ve lo dico proprio.

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