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Sfide e limiti: corri perché ce la fai o perché non ce la fai?

Sfide e limiti: corri perché ce la fai o perché non ce la fai?

“Ai miei genitori che per primi mi hanno insegnato a trarre forza dalla debolezza e a tutti coloro che mi hanno insegnato a raddoppiare questo sforzo”. È questa la dedica che troverete nelle prime pagine del libro Eat and Run di Scott Jurek.

Ma chi è Scott Jurek? Scott Jurek è un ultramaratoneta americano. Un mito per gli ultra runner di tutto il mondo. Un giorno Scott si trova disteso faccia a terra nella Valle della Morte. Sta cercando di correre una ultramaratona, ma è’ crollato. E adesso se ne sta lì, sospeso tra la vita e la morte. Ad un certo punto si rialza e riparte, non per provarci, ma per farcela, perché ha trovato la forza.

E dove ha trovato la forza? L’ha trovata nella debolezza, così dice lui. Dove altro avrebbe potuto trovarla? Non certo nelle aride pietre sotto di lui e men che meno nel sole battente sopra di lui. Quando si corre una ultramaratona sembra proprio che la forza non possa essere trovata se non in se stessi.
Ma in se stessi … dove?

Qui in realtà la nostra indagine richiede una distinzione. Infatti, da una parte ci sono gli esseri umani con una formazione scolastica, come Scott. Dall’altra parte ci sono gli altri, quelli che non sono andati a scuola o che a scuola non sono stati attenti. I primi la forza la trovano nel dolore, i secondi nel sorriso.

Non lo dico io, lo dicono le loro storie. Lasciate che vi spieghi.
I primi imparano a conoscere se stessi sui libri di scuola o navigando su internet. In questo modo scoprono i propri limiti prima di averli toccati e a volte, proprio per il fatto che pensano di conoscerli, evitano di toccarli. Si abituano a vivere al di qua del limite.

Tra questi esseri umani scolarizzati, ogni tanto si distingue qualcuno. Ad esempio, Scott Jurek. Scott è andato a scuola e ha conosciuto i propri limiti prima di toccarli. Tuttavia, ancora ragazzino ha sentito il bisogno di sfiorarli con le sue mani e di sentire il dolore che si prova quando si arriva vicino al muro invalicabile. È così che un giorno, mentre pensa di toccare il limite, crolla stremato. Un pensiero attraversa la sua mente e gli dice “oltre non è mai stato scritto”. E allora comincia la battaglia tra certezze e sensazioni.

Le prime dicono “non ce la farai”, le seconde “ce la stai facendo”. E ogni volta che Scott si appresterà a toccare il limite e a valicarlo, questa lotta tra pensiero e sensazione sa ciò che lo farà soffrire.
A volte il conflitto è così forte che lui crolla a terra. Lì, a terra, sente che il cuore batte ancora, il respiro ancora fluisce, i muscoli sono vitali. E così si rialza e riparte per correre fino all’infinito.

Gli esseri umani che sono andati a scuola, non sono tutti come Scott. Alcuni quando toccano il limite muoiono davvero o pensano di essere morti. La maggior parte non ci pensa e si organizza una vita al di qua del limite. Ma il fatto che quelli come Scott esistano mette in discussione molte cose riguardo a chi come esseri umani pensiamo di essere.

Coloro che sono andati a scuola dunque trovano la forza per portare a termine una ultramaratona là dove le sensazioni sbriciolano le certezze.

Poi ci sono gli altri, quelli che a scuola non sono andati o che a scuola non sono stati attenti. Mi riferisco ai Tarahumara  le cui gesta sono narrate nel libro di Christopher McDougall, Born To Run. Si dice che corrano per chilometri e chilometri nel deserto del Messico con il sorriso stampato sulle labbra, solo perché gli va di correre o perché così arrivano prima e già che ci sono si divertono un po’. E di Tarahumara sulla Terra ce ne sono molti. In silenzio corrono da qualche parte, anche in questo momento.

Dove trovano costoro la forza di correre una ultramaratona?
Nessuno ha mai posto loro questa domanda in modo che loro potessero dare una loro risposta limpida. E temo che se anche glielo si domandasse risponderebbero “Non lo so!” oppure, in modo ancora più disarmante, “Mi piace farlo!”.

Per nostra fortuna noi esseri umani “scolarizzati” non prendiamo i Tarahumara, come modello per le nostre riflessioni. Loro corrono ridendo! Parlare di loro sciuperebbe tutto. Lo stesso Scott Jurek con la sua lotta contro il limite si scioglierebbe come neve al sole.

A noi piace vivere nell’insofferenza dei nostri limiti appresi a scuola, così, stizziti, troveremo nella frustrazione le forze per oltrepassarli.

Anche questo è #gowild

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