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Come dire alle persone Cosa Sei (se lo sei…) e dunque diventarlo davvero

Come dire alle persone Cosa Sei (se lo sei…) e dunque diventarlo davvero

Richiede coraggio, forse un pizzico di incoscienza, ma funziona. E non è affatto difficile, non si tratta di tecniche complicate. Non richiede titoli ed è sempre l’età giusta.

Ci ho pensato l’altro giorno leggendo su Quora di un tizio che chiedeva come dire alle persone che fosse uno scrittore. Forse intendeva come promuoversi, come farsi conoscere, farsi comprare…ma in fondo la domanda più pertinente è proprio quella che veniva fuori da quelle parole “Come faccio a dire alle persone che sono uno scrittore?”

Tantissimi hanno sentito il bisogno di rispondere e tanti hanno dato risposte intelligenti, mettendoci dentro un sacco di marketing e personal branding.
Più in basso, senza troppi pollici alzati, c’era invece un’altra risposta: “Dici: ciao, sono uno scrittore”
Fantastico! Più scarna ma più vera di ogni altra, sarebbe piaciuta senz’altro anche a Bukowski.

Che fine ha fatto la semplicità? Sembriamo tutti messi su un palcoscenico, e ci sentiamo tutti in dovere di dare spettacolo.

Esserlo – farlo – dirlo – esserlo davvero (in quest’ordine)

Una cosa che mi succede spesso è ricevere una richiesta di consulenza da una persona e scoprire che mi chiama per un motivo diverso. Sul profilo LinkedIn ad esempio leggo che è un manager, un seniorqualcosa…e poi invece mi dice, sottovoce, quasi vergognandosene, che a lui piace solo dipingere, o insegnare, o cucinare, o addestrare cani.
Parlando scopro che è davvero così: in fondo lo ha fatto da quando era ragazzino ed ancora oggi, al riparo dagli schermi, lo fa ancora.
Insomma lui non solo vorrebbe fare X ma è già X.

E qui c’è tutto il paradosso: se hai paura di essere X o se non ti piace essere X posso capirlo, ma se lo sei, se già lo fai, di cosa hai paura?
Della gente? Di riuscirci? Di cosa?

Una donna con la quale sto lavorando (ne avevo parlato in La commessa che non sapeva di saper volare) sta finalmente uscendo allo scoperto e vivendo il suo sogno. Non per merito mio ma solo perché è stata così coraggiosa da essere sincera, e così razionale (si a volte bisogna essere razionali) da capire che non c’è nulla di male ad essere se stessi e dirlo al mondo.

Un altro punto è che non sarai mai X se non lo dici al mondo.

Annette era un’insegnante di lingua inglese in Florida che per tutta la sua vita aveva scritto milioni di parole da mattina a sera; si divertiva a scrivere biglietti di auguri, riscrivere pubblicità, creare slogan che teneva nel cassetto. Solo le amiche sapevano e questo bastava per ottenere, di tanto in tanto, qualche lavoro come copywriter.

Sino a quando non andò in pensione e fece qualcosa di straordinario: 20 dollari spesi per fare dei bigliettini da visita con scritto chiaro e tondo COPYWRITER.
Da quel momento la sua vita è cambiata, questione di consapevolezza, magia della consapevolezza.

La consapevolezze di chiunque prendesse quel bigliettino in mano ma soprattutto la Sua.
Dirlo rafforza ciò che sei; è il primo ed inevitabile passo per Esserlo davvero.
Fine di ogni teoria su come fare ciò che si vuole fare, su come promuoversi… Che fine ha fatto la semplicità?

Funziona così, esattamente in quest’ordine: Esserlo – farlo – dirlo – esserlo davvero (in quest’ordine)

Sii come sei > se lo sei fallo > se lo fai dillo > se lo dici cambierà tutto per sempre: lo sarai davvero!

Il momento per dirlo/farlo/esserlo? Prima che finisca la musica…

Il filosofo Alan Watts ha sempre detto che la vita è come una canzone, e il solo scopo della canzone è quello di ballare.
Ha detto che quando ascoltiamo una canzone, non danziamo con l’obiettivo di arrivare alla fine della musica. Balliamo per goderci il momento.

Con la vita dovrebbe essere uguale ma è maledettamente diverso.
Pensiamo sempre alla fine, al domani, al prossimo obiettivo, al prossimo successo, al prossimo intoppo. A quando non avremo più la forza per farlo, o quando avremo la possibilità per farlo. A quando i bambini saranno cresciuti ed avranno meno bisogno di noi ma anche al fatto che domani i nostri bambini saranno grandi ed avremo bisogno di loro.
A cosa pensa la gente, se piacciamo a quelle persone che non ci piacciono. Se è meglio dire così o colì, o non dirlo affatto.

Un giorno però finirà la musica, finisce sempre, e sarà triste accorgersi di non aver nemmeno iniziato a ballare.

Oggi più che mai: è il miglior momento della storia per ballare, per Essere ciò che vogliamo e dirlo al mondo.
Non si tratta solo di una dichiarazione entusiasta, ci sono fattori oggettivi che suggeriscono di fare così.

Anche la crisi ci ha dato una grossa mano.
Pensiamo a coloro che dieci anni fa hanno fatto tutte le scelte giuste, hanno fatto carriera, comprato la casa dei sogni…e poi in un attimo l’azienda per la quale lavoravano non c’è più.
Al tizio che aveva 4 botteghe in centro e che pareva “fortissimo” ed adesso è stato spazzato via da Amazon o qualcos’altro.
Alla compagna del liceo che si è laureata, specializzata, “masterizzata” e che la mamma diceva di prendere a modello, ed adesso è lì che non sa più a chi mandare il suo curriculum.

E poi ci sono le lezioni della vita, dirette o indirette
Schumacher con una vita perfetta e tutti i soldi del mondo…
I poveri tizi che passeggiavano per Parigi…
L’imprenditore che finalmente aveva raggiunto il successo ma il medico ha detto che…

Troppe variabili, una sola costante: vivi.

Balla la musica prima che finisca la musica.
Sii ciò che vuoi, dillo a tutti, sii ancora di più ciò che Sei.
Andrà bene? Andrà male? Ma a chi importa?

C’è solo una cosa che merita tutto lo sforzo del mondo: la fedeltà. Fedeli a noi stessi. “Come la notte con il giorno.”

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