
Narratrice ~ Ghostwriter Scrivo per capire. Scrivo per ricordare. La…
“Sarà il caldo afoso che fa sudare anche da ferma, sarà che da quando sono rientrata quattro mesi fa dall’Oriente non ho ancora avuto modo di fermarmi un po’, sarà mille altre cose… ma sai Open è la prima volta che sento di aver davvero bisogno di vacanza”.
E siamo ancora qui tu ed io, io e te. Nessuna novità all’orizzonte. Per te la routine è d’obbligo. E mentre scrivo, tu dormi. Guarda caso.
Tu sei sempre in vacanza. 365 giorni l’anno, 24 ore su 24. E pensandoci anche se io umano avessi l’occasione di fare un po’ di vacanza, probabilmente nemmeno la godrei come si deve.
In fondo cosa sono una o due settimane estive rispetto un intero anno in cui corro, lavoro, scrivo, corro ancora, lavoro ancora, scrivo ancora… ed ogni tanto ritaglio tempo per amore, amicizie ed affetti? Già! Che vuoi che siano una o due settimane di vacanza. Forse solo poco tempo.
Decisamente troppo poco. Forse giusto per dare riposo al corpo, per farlo rilassare. Per far scendere tensioni e preoccupazioni. Ma forse non servono nemmeno a questo. Perché poi la testa parte e va in giro di continuo in cerca di perché, risposte, significati, scopo, progetti vecchi e nuovi, sensazioni, delusioni e fallimenti, gioie e conquiste.
La testa corre più veloce del corpo ed è già lì ai blocchi di partenza in attesa solo del colpo di pistola che dà il via alla cors Una nuova corsa, di sicuro emozionante come tutte le cose che si riprendono o si cominciano dopo il meritato riposo. Ma poi si ritorna punto e a capo. Stanchezza, magari qualche delusione, magari le tempistiche che si allungano per arrivare a quell’obiettivo fissato, magari… tante cose.
Le conosciamo bene noi umani. Così bene che ormai sono abitudini di cui forse vorremmo fare a meno ma che forse ci fanno anche compagnia in questo percorso di vita.
Forse.
Che poi sai Open le vacanze tipiche della maggior parte di noi umani si dividono tra mari e monti, alcune mete esotiche e paesi stranieri, alcune capitali culturali e poco più.
Ogni anno così. Ombrelloni e borse alla Mary Poppins, perché ci portiamo dietro tutta la casa e non solo E poi tintarella per dipingere ogni minimo spazio di orribile pelle bianca per non sembrare un turista col segno della canotta. E alla fine bagno a mare. Gelato lungomare.
Oppure Trekking tra i monti. Ciclopedalate su piste ciclabili tra i monti.
O ancora: visite a musei, opere d’arte, bellezze locali. E via di questo passo.
Figo certo. Molto figo direi. Ma… sai che palle… cosa metto in valigia… a proposito dove sta la valigia?!… ma se piove farà freddo quindi metti pure una felpina che non guasta… costumi a palate… infradito, scarpe da trekking… settimana enigmistica e cruciverba, come se al mare non ci fossero le edicole, e sì certo i libri da colorare per i bimbi… paletta e secchiello… eh già assolutamente non scordare i videogames dei figli altrimenti che tragedia ci aspetta…
E poi c’è da caricare l’auto. Ma ci starà tutto? E vedi lui (solitamente l’uomo) che si ammazza di fatica a caricare valigie pesanti che manco si dovesse andare via per un anno intero.
E poi mica è finita qui Open. Ci sta pure la strada da percorrere per raggiungere la meta prescelta per trascorre quella settimana di vacanza, immersi quasi sicuramente in un traffico micidiale, con code chilometriche, aria condizionata a palla e stress che invece di andar via aumenta a vista d’occhio. E si perde così una giornata solo per arrivare a destinazione. Un’altra per scaricare l’auto. Un altra per ambientarsi un minimo.
E quando finalmente riesci a goderti tre o quattro giorni di relax, si ricomincia da capo, ma la contrario, per tornare a casa abbronzati e con la sensazione di aver bisogno… di una vacanza per riposarti dalle ferie.
Ecco, lo sapevo.
Mi guardi con quell’aria mista tra checacchiomenefregaameumano e quel tempo sospeso che ti prendi per dirmi la tua morale.
Ormai è diventata un’abitudine settimanale.
Okay, ti ascolto. Anche se non ne ho voglia.
“Umani. Ma che razza di vita avete scelto di fare? Correte come pazzi. Lavorate come schiavi o quasi. Fate file chilometriche come se ogni volta ci fossero scadenze impellenti da rispettare. Volete una famiglia, una vita bella e serena, forse una vita da favola ma poi non avete nemmeno il tempo per godervela.
Vi ritagliate a mala pena una settimana o poco più durante l’anno per voi e i vostri affetti e pure in questi frangenti siete in grado di far salire stress e pressione. Avete tutto a portata di mano o quasi ma vi incasinate l’esistenza con paturnie e paranoie e problemi di ogni genere.
Potreste fare vacanza ogni giorno ma avete scelto di continuare a correre come forsennati sulla ruota (almeno potevate scegliere quella panoramica!), che sembrate criceti e mi date voglia di prendervi a zampate, e proprio non vi godete lo spettacolo del viaggio che chiamate vita.
Appunto. Si chiama vita mica morte. Ed anche se in fondo vita e morte sono inscindibili. Perché cavolo non la vivete sta vita? Sempre a lamentarvi, sempre a complicare anche le cose più semplici, sempre a trovare il granello di polvere in ogni situazione. Ma lasciar andare, no?!
Ma mandare ogni tanto affanculo impegni, lavoro, capi e chi o cosa vorreste, no?!
Firmate contratti a destra e manca: impiego, mutuo, macchina nuova ma vi state dimenticando che il contratto più importante (che non avete firmato) è quello con voi stessi, quello che potrebbe farvi vivere con maggior serenità.
Il contratto con la vita non ha clausole ed asterischi microscopici da leggere con la lente d’ingrandimento. Il contratto con la vita è molto elementare: respira, vivi, amati e ama. Sii felice.
Clausole ed asterischi a fine pagina li mettete voi ogni volta che vi dimenticate chi siete, dove state andando, come ci state andando e perché. Umano dai… la vita è una cosa semplice”.
Già Open, amico peloso zen… come darti torto.
La vita è una cosa semplice e allora semplicemente… Buone vacanze!
Cosa ne pensi?

Narratrice ~ Ghostwriter Scrivo per capire. Scrivo per ricordare. La mia vita è scandita da tre parole, che sono molto più di semplici parole: carta, penna ed emozioni. E lungo il mio viaggiare non manco mai di prendere tutto ciò che incontro, anche sassi ed imprevisti all'occorrenza. Ogni domenica puoi leggere di me e sua maestà Open il gatto sulla rubrica "OpenZen" di purpletude.