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L’uomo? Un ragazzino con 50.000 anni di esperienza

L’uomo? Un ragazzino con 50.000 anni di esperienza

Che cos’è il Dna? Un modo efficace è paragonarlo a un libro nel quale sono scritte le istruzioni di montaggio e funzionamento del nostro corpo.
E proprio dallo studio di questo “manuale”, è emerso un dettaglio sorprendente: non ci siamo evoluti così tanto, non come si potrebbe pensare.

Il Dna di un essere umano è uguale a quello di un suo antenato di 50.000 anni fa.
Istruzioni di montaggio e funzionamento sono ancora uguali. Anche se a guardarci troviamo un sacco di apparenti differenze.

Si, sembriamo tanto diversi ma in fondo ci separa solo un uso differente del manuale a nostra disposizione.
Per il resto siamo molto uguali. Siamo in fondo ancora bambini. Con esperienza ma sempre molto giovani.
Basta vedere passioni ed esigenze che ci animano. Due su tutte, oggi come ieri: inventare cose nuove, giocare insieme agli altri.

Compromessi e specializzazioni

Sto scrivendo questo pezzo mentre sono in treno. Seduto accanto a persone diverse che sembra vivano vite diverse. Ognuno con un compito, un incarico, la propria dose di preoccupazioni.
Un buon modo per comprendere cosa sia successo nella storia. Si è andato avanti con lo stesso “libro”, sfogliato e interpretato in modo diverso, personale.

È così che si arriva ad essere in un vagone tanto uguali e tanto diversi. È così che si arrivati a specializzarsi ognuno in qualcosa.
Un compromesso, un sacrificio – non fare tutto – per fare qualcosa ognuno al meglio delle proprie possibilità. Possibilmente meglio di coloro che ci hanno preceduti, possibilmente “insieme”.

Il cacciatore – raccoglitore, il contadino – guerriero, l’operaio – cittadino, il cittadino del mondo.
Camminare, correre, saltare … cavalcare … pedalare … guidare … volare.
La famiglia, la piccola comunità di famiglie, la colonia, il paese, la città, la metropoli, il mondo.
L’arte … la religione … la scienza … la tecnologia.

Nonostante questo siamo ancora uguali a 50.000 anni fa. Siamo l’unica specie capace di cambiare così tanto rimanendo così uguale.
Tutto ciò che è mutato e che ha reso la storia dell’uomo così cangiante non è stato l’uomo inteso come patrimonio genetico umano, ma l’uomo inteso come colui che ha interpretato e reinterpretato il suo patrimonio genetico. Per nessun animale è successa la stessa cosa.

Tra noi e i nostri avi di 50000 anni fa non ci sono differenze genetiche degne di nota, ma solo un diverso modo di interpretare o usare le istruzioni contenute nel manuale che è il DNA.
L’essere umano, io che scrivo e tu che leggi, siamo il frutto dell’evoluzione e al tempo stesso siamo coloro che l’hanno sovvertita.

Evoluzione e sovversione

Prima di noi il cambiamento era un fatto di selezione naturale che agiva sul DNA selezionando il più forte e il più adatto.
Con noi la storia è cambiata. L’evoluzione dell’essere umano è avvenuta in una prima lunga fase per modificazioni genetiche, fino a quando è arrivato homo sapiens.
Da allora il nostro genoma è stabile nel tempo e nello spazio (uguale in tutto il mondo). La differenza è che ne facciamo un uso sempre diverso.

L’immagine migliore per descrivere questi 50000 anni di storia dell’essere umano è quella di un giovane che legge un libro.
Lo legge e lo rilegge.
E mentre lo legge e lo rilegge ne dà costantemente interpretazioni diverse.
E in base alle interpretazioni che dà … vive la sua vita reale.

Ognuno con un compito, un incarico, la propria dose di preoccupazioni.
Questa è la storia dell’uomo. La storia di un ragazzino con 50000 anni di esperienza.

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