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“Il mondo è una prigione”, un classico della letteratura della resistenza italiana di nuovo nelle librerie grazie ad Abbot Edizioni

“Il mondo è una prigione”, un classico della letteratura della resistenza italiana di nuovo nelle librerie grazie ad Abbot Edizioni

Il mondo è una prigione
TITOLO:Il mondo è una prigione
AUTORE:Guglielmo Petroni
CASA EDITRICE:Abbot Edizioni
ANNO:2020 (prima pubblicazione: 1949)
PERCHÉ:desiderio di conoscere una casa editrice nata da poco
PAROLA:smarrimento
CANZONE:Rain, in your black eyes di Ezio Bosso

Dovevo esserlo e lo volevo: ma l’inganno non resse […] io sentivo ingigantire nel mio cuore il fastidio di tornare tra gli uomini.

Il mondo è una prigione è stato scritto nel 1945 e pubblicato per la prima volta nel 1949. Da allora forse non è mai stato così attuale come lo è in questo periodo, in questa situazione.

Guglielmo Petroni racconta i trentatré giorni di prigionia che ha trascorso nelle mani degli aguzzini nazifascisti, e gli incontri con gli altri prigionieri, tra il 3 maggio e il 4 giugno 1944. Racconta anche il momento della propria liberazione che non ha vissuto con gioia e leggerezza, ma con spaesamento. Infine racconta il viaggio di ritorno verso casa, un viaggio lungo, caratterizzato da un profondo smarrimento esistenziale e senza alcun conforto da parte della popolazione che era provata, fisicamente e psicologicamente, dalla guerra.

Ho letto Il mondo è una prigione a maggio, poco dopo la fine del lockdown totale. Nel momento in cui è venuto meno l’obbligo di rimanere esclusivamente all’interno della propria abitazione, anch’io ho tentennato. Non avevo grande smania di uscire di casa, né grande desiderio di vedere le persone. Queste sensazioni non sono fortunatamente durate a lungo e non si sono trasformate nella cosiddetta sindrome della capanna, ma mi hanno comunque colpita perché inaspettate. Con le dovute differenze e mantenendo le dovute proporzioni tra il periodo della seconda guerra mondiale e quello dell’attuale pandemia da Covid-19, posso dire di aver trovato vari parallelismi tra gli stati d’animo di Guglielmo Petroni durante la sua prigionia e a seguito della sua liberazione e quelli miei durante il lockdown e a seguito della ripresa della libera circolazione delle persone.

Guglielmo Petroni è considerato uno dei grandi scrittori della resistenza italiana, supportato da Italo Calvino e vincitore del Premio Strega nel 1974 col romanzo La morte del fiume. La sua scrittura è potente come può esserlo una scrittura razionale che denota anche razionalità nel pensare e nell’agire. Sembra impossibile che una tale abilità di espressione appartenga a un uomo che è rimasto semianalfabeta fino all’età adolescenziale.

Il libro è breve, ma non è un libro che può essere letto in poco tempo. Anzi, oserei dire che non deve essere letto in poco tempo. Se ti approcci a Il mondo è una prigione devi trovare il momento giusto per dedicarti a lui: non puoi farlo se la mente è stanca o se la testa è pesante. Poi non puoi leggerlo tutto d’un fiato: dopo alcune frasi, dopo alcuni passaggi, devi posare il libro per darti il tempo di assorbire e comprendere fino in fondo ciò che hai appena letto, ciò che hai appena provato. Insomma, fermati, prenditi il tuo tempo ed entra nei pensieri di Guglielmo Petroni.

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