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69. Mangiando la colpa

69. Mangiando la colpa

serpente della colpa

Mangiando la colpa.

– Non è possibile. Noi non mangiamo che vegetali,
– È così, vi dico. Il vostro cuoco ha tagliato, insieme ad altri ortaggi, la testa di questo serpente e se l’è portata via.
– Che l’abbia poi gettata? Non se ne sarà nemmeno accorto. Sicuramente, una volta tornato, l’avrà scartata,
– E se non l’avesse fatto?

– Cosa vi ha preparato?
– Una zuppa, come consuetudine.
– Aveva un sapore diverso, per caso?
– In effetti,

– Cosa?

– In effetti non ha mai preparato una zuppa così buona.
– Allora, per favore, prendete e mangiate anche il resto del serpente. Così che nulla vada sprecato.
– Ma noi non mangiamo carne.
– Eppure oggi l’avete fatto. E con gusto.
– Non possiamo accettare, davvero…

– Questo serpente era mia moglie.
– Ma che dite?! Non ho tempo di,
– Se non mi credete, aspettate insieme a me che il sole tramonti. Se non succede nulla, me ne andrò via e a testa bassa.

– Vede, mancano solo pochi istanti.


– Non è possibile!
– Se non volete mangiare anche il resto della mia dolce compagna, vi prego solo di piangerla con me per tutta la notte. Solo dopo la sua morte ho capito cosa non faceva altro che chiedermi da quando l’ho conosciuta. Avevo accettato di sposarla, perché solo così mi avrebbe salvato la vita. Di giorno, il suo aspetto mi ripugnava. Di notte, mi incantava. Più il tempo passava, più diventavo folle, preso com’ero da sentimenti troppo discordanti. Ora che è troppo tardi, capisco che desiderava soltanto che l’accettassi anche quando appariva come un terribile serpente. Non sono mai stato capace di amarla davvero,

– Come fate a saperlo?
– Per questo senso di vuoto sconfinato che sento.

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