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84. L’aedo e la vera amicizia

84. L’aedo e la vera amicizia

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L’aedo e la vera amicizia.
– Forse è come si dice accada per i sogni? Quando dimentichiamo una storia che abbiamo immaginata, è perché abbiamo compreso cosa volesse dirci?
– …
– Ti capita mai di dimenticare le melodie che componi?
– …
– Oh, capisco. Sembra un po’ triste così ma è anche bello che tu riesca sempre a trovare una musica o dei semplici accordi adatti al momento.
– …
– Forse te ne avranno già parlato ma la tua storia me ne ricorda una che qui narriamo per indicare la vera amicizia: vi erano due uomini, uno molto versato nella musica, l’altro nell’ascolto. Questi due erano legati da profonda amicizia, appunto, e il secondo riusciva a visualizzare perfettamente le immagini trasmesse dalla musica del primo. Un giorno, però, il maestro dell’ascolto morì, così il musicista tagliò le corde del suo strumento e smise per sempre di suonare.
– …
– Sì, solo che tu riesci a far vedere le immagini che le tue note vogliono trasmettere a tutti e non soltanto a un amico fraterno e molto versato nell’ascolto.
– …
– Sei un uomo cieco e in una terra lontana, così diversa dalla tua patria e ti reputi fortunato? Va bene che senza la tua musica non saresti arrivato fin qui ma, da quello che mi racconti, senza di essa non avresti nemmeno perso la vista!
– …
– Ma è così che questa tua vita suona, dici?
– …

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