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83. Niente lavoro, niente cibo.

83. Niente lavoro, niente cibo.

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Niente lavoro, niente cibo.

– Perché non entri, adesso. È ora di cena.
– Ma non ho scritto nulla,
– E vuoi farlo camminando lì fuori avanti e indietro ancora per molto?
– Mi aiuta a pensare. Inizia a mangiare, per favore.

– Da quant’è che fai così? Sono arrivata e già passeggiavi.
– Saranno tre ore, ormai.
– Non ti riconosco questa sera. Sei sempre il primo che dice di non forzarsi a fare qualcosa che non riesce, specialmente quando si tratta di scrivere; soprattutto, non rinunceresti mai a un pasto. Cos’è cambiato oggi?

– Ho letto di questo maestro cinese, Hyakujo, che non mangiava senza aver lavorato prima. “Niente lavoro, niente cibo”, diceva.

– Ma, per riuscire a lavorare per bene, bisogna prima mangiare. Cos’è, se non ti verrà nulla da scrivere, non mangerai stasera? E domani?

– Forse il digiuno mi porterà ispirazione.

– Perché questo maestro non mangiava, senza aver prima lavorato? Ha fatto così per tutta la vita?

– Non lo so. Si racconta che, quando era molto anziano, i suoi discepoli gli nascosero i suoi strumenti di lavoro, per costringerlo all’inattività, ma lui, di rimando, per giorni non mangiò nulla. Quindi i discepoli furono costretti a restituirgli i suo utensili per non vederlo morire di fame.

– Spero che allora la tua Anima ti restituisca le parole. Non vorrei vederti morire di fame per colpa di un vecchio che non sapeva rinunciare alle sue abitudini.

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