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96. Per una goccia d’acqua

96. Per una goccia d’acqua

pioggia

Per una goccia d’acqua.
– Non è un po’ fuori stagione una pioggia così battente?
– Non cercare scuse. Era chiaro che si sarebbe messo a piovere.
– Ma non pensavo così forte!
– Be’, cosa vuoi che cambi? Sempre pioggia è. Ti saresti bagnato comunque.
– Non è che sia proprio d’accordissimo. Con una normale pioggia autunnale mi sarei bagnato, appunto. Questa invece guarda come mi ha ridotto?
– Togliti questi vestiti, intanto.
– Era un po’ che non mi spogliavi…
– Potrei dirti altrettanto.
– …
– Ecco, ora che sei nudo, dimmi cosa sarebbe cambiato se dal cielo fosse caduta meno acqua?
– Forse, non ci sarebbe stato bisogno che mi spogliassi tu.
– Allora non abbiamo molto da lamentarci di questo acquazzone fuori stagione.
– Sai che mi piace lamentarmi.
– Già…
– …
– Com’è andata col maestro Gisan?
– Vuoi saperlo proprio ora?
– I miei indumenti non sono bagnati, perché vuoi togliermeli?
– Perché il tuo corpo contro il mio lo voglio nudo.
– …
– …
– Piano,
– Ti faccio male?
– No, così no.
– …
– Dunque, col maestro?
– Vuoi saperlo proprio ora?
– Sì, voglio sentirti parlare.
– Abbiamo ricordato di quando ero un suo giovane studente. E mi ha detto qualcosa che mi ha un po’ rattristato.
– Cosa?
– Che lo Zen, così come puoi trovarlo, puoi smarrirlo.
– E tu non cercarlo, non trattenerlo. Ora taci e prendimi con più forza.

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