
Fabio Martinez è scrittore (ha pubblicato tre libri e Il…
Per una goccia d’acqua.
– Non è un po’ fuori stagione una pioggia così battente?
– Non cercare scuse. Era chiaro che si sarebbe messo a piovere.
– Ma non pensavo così forte!
– Be’, cosa vuoi che cambi? Sempre pioggia è. Ti saresti bagnato comunque.
– Non è che sia proprio d’accordissimo. Con una normale pioggia autunnale mi sarei bagnato, appunto. Questa invece guarda come mi ha ridotto?
– Togliti questi vestiti, intanto.
– Era un po’ che non mi spogliavi…
– Potrei dirti altrettanto.
– …
– Ecco, ora che sei nudo, dimmi cosa sarebbe cambiato se dal cielo fosse caduta meno acqua?
– Forse, non ci sarebbe stato bisogno che mi spogliassi tu.
– Allora non abbiamo molto da lamentarci di questo acquazzone fuori stagione.
– Sai che mi piace lamentarmi.
– Già…
– …
– Com’è andata col maestro Gisan?
– Vuoi saperlo proprio ora?
– I miei indumenti non sono bagnati, perché vuoi togliermeli?
– Perché il tuo corpo contro il mio lo voglio nudo.
– …
– …
– Piano,
– Ti faccio male?
– No, così no.
– …
– Dunque, col maestro?
– Vuoi saperlo proprio ora?
– Sì, voglio sentirti parlare.
– Abbiamo ricordato di quando ero un suo giovane studente. E mi ha detto qualcosa che mi ha un po’ rattristato.
– Cosa?
– Che lo Zen, così come puoi trovarlo, puoi smarrirlo.
– E tu non cercarlo, non trattenerlo. Ora taci e prendimi con più forza.
Cosa ne pensi?

Fabio Martinez è scrittore (ha pubblicato tre libri e Il Graal ritrovato, edito da Tipheret, è il suo ultimo romanzo), sceneggiatore e storyteller. Per narrare (anche impresa), ha inventato un nuovo format (#dialoghidimpresa): dialoghi autonomi, per lo più brevi e che non si esauriscono svolgendo la loro funzione pubblicitaria, restando capaci di durare nel tempo e nello spazio. Possono essere tra due o più persone, tra un essere umano e un animale, un robot, il vento o qualunque altro interlocutore immaginabile. Possono raccontare e parlare di tutto anche dello Zen. D’altronde, il nostro modo di pensare, di ragionare non è un dialogare con noi stessi? Tutta la nostra realtà non è forse un dialogo costante?