Formatrice, coach e problem solver strategica, titolare del brand aula41.…
Questa è la frase che mi accorgo di ripetere più spesso in quest’ultimo periodo: “È tutta questione di mindset”.
Non sto cercando di riempirmi la bocca di parole o frasi “alla moda”, lo penso davvero: il modo in cui affrontiamo le sfide, le superiamo,oppure le perdiamo e sappiamo elaborare la sconfitta per poi rialzarci e ripartire e rilanciare e rinascere, dipende dal nostro atteggiamento mentale. Dalle nostre credenze e convinzioni, che possono essere potenzianti o limitanti. Sono queste credenze a produrre gli impatti più potenti sulla nostra vita, perché determinano le azioni, i comportamenti e i risultati che otteniamo o meno.
Ci sono molti testi e molte teorie che illustrano questi temi; a me ha colpito Mindset di Carol Dweck, perché mi ha aperto la mente – non a caso – su come funzioniamo e su come potremmo funzionare meglio. Come prima cosa, ho appreso che esistono due tipi di mindset: statico e dinamico. Vediamo in quale ti riconosci.
Il mindset statico
Il mindset statico appartiene a tutte e tutti coloro che pensano “Sono fatt* così, è più forte di me!”, “Non posso cambiare la mia natura”. È tipico di chi pensa che l’intelligenza, la personalità e il carattere siano tratti immodificabili della persona e che, a dispetto di qualunque esperienza si possa vivere, ognun* rimane ciò che è. L’effetto paradosso di questa forma mentis è che ogni situazione diventa un esame, un’occasione per dare prova di sé e per confermare, appunto, la propria intelligenza, personalità e carattere.
La persona con mindset statico teme il fallimento, il giudizio e il rifiuto. Li vive come una minaccia alla propria identità, non come passaggi fisiologici e necessari del processo di crescita e di affermazione di sé. E così, per evitare la sconfitta, cerca un sacco di alibi per non sperimentare cose nuove, in cui non è certa di farcela, e mette in atto strategie di rinuncia preventiva: si arrende prima ancora di provarci.
Comprendi ora perché è tutta questione di mindset?
Il mindset dinamico
Chi possiede un mindset dinamico si considera “un essere in divenire”, in continuo apprendimento e cambiamento. Crede che con l’impegno, la perseveranza, l’applicazione e l’esperienza potrà imparare qualunque cosa desideri. Accoglie le sfide, la lotta, la critica, la sconfitta, come parti integranti del proprio processo di sviluppo e di autorealizzazione.
Pur nella consapevolezza che ognun* ha dei limiti di cui tener conto – non siamo tutti geni, questo è evidente! – i mindset dinamici credono che il potenziale umano sia ampio e che non si possano prevedere in anticipo i risultati ottenibili con anni di dedizione, passione, impegno, formazione e pratica in una o più discipline. Si tengono aperti al possibile e coltivano l’arte dello stupore.
L’effetto collaterale di questa forma mentis, che crede che le qualità umane possano essere potenziate, è una passione autentica per l’apprendimento e il miglioramento continuo, che diventa presto uno stile di vita. Inciampi, cadute e fallimenti, seppur dolorosi, lungi dall’essere dei freni, divengono spesso trampolini.
Sono riuscita a persuaderti – almeno un po’ – che, davvero, è tutta questione di mindset?
Mindset e fatica
Per un mindset statico, che non crede nell’utilità dello sforzo e dell’impegno, la fatica è energia sprecata. “Successo” per questa forma mentis significa una cosa sola: riuscita. E se non ha certezza di riuscire (a priori), ritiene che non valga nemmeno la pena impegnarsi e provarci, temendo di buttare tempo, fiato e risorse. Appena l’asticella della sfida si alza e non può avere il controllo del risultato, perde interesse.
In questo modo si rifiuta di apprendere, trasformandosi ben presto in un “non discente”.
La forma mentis statica non si concede il lusso di diventare (una forma migliore di sé), ma crede di dover essere, subito. In questo sta la sua staticità.
Per un mindset dinamico, che ha fiducia nel cambiamento e crede nello sviluppo delle proprie abilità, la fatica è energia necessaria. Il successo è inteso come sforzo, come tensione progettuale, impegno verso lo scopo. Il successo è una sorta di apprendimento e quindi una opportunità di crescita. Sfida e interesse procedono di pari passo. La sfida è linfa vitale.
E se ho appena scoperto di avere un mindset statico, che faccio?
Per semplicità le persone sono state divise in due macro categorie: chi ha un mindset dinamico e chi ha un mindset statico. In realtà ogni persona li ha entrambi e utilizza l’uno o l’altro, a seconda dei casi e degli stimoli che riceve. Può, ad esempio, sentirsi negata o molto inibita dal punto di vista linguistico e, invece, molto dotata e in continua evoluzione dal punto di vista sportivo.
Dweck ci esorta a ricordare che i mindset sono semplicemente delle credenze; credenze potenti, certo, che rappresentano una parte importante della nostra personalità, ma si tratta pur sempre di qualcosa che sta nella nostra mente e che abbiamo il potere di modificare. Anzi, per certi versi, abbiamo il dovere di modificare, per alleggerire la nostra esistenza e renderla più funzionale.
Se vuoi avere successo, comunque tu lo intenda, allenati a cambiare mindset, a renderlo sempre più dinamico, aperto al cambiamento e orientato alla crescita. Il primo passo, semplice ma non banale, consiste nel riconoscere in te le principali caratteristiche dei due mindset, vedere in quali contesti e situazioni uno è più forte dell’altro e cominciare a reagire in modo differente agli stimoli esterni. Si tratta di ampliare il campo d’azione della forma mentis dinamica, riducendo quello della forma mentis statica, concedendosi di sperimentare, sbagliare, ritentare e poi sperimentare e sbagliare e ritentare ancora.
Goditi il processo, più del risultato.
Davvero il segreto è tutto lì: è tutta questione di mindset!
E se non voglio cambiare?
Se non vuoi cambiare, nessuno ti obbliga a farlo. Il mindset statico, proprio perché ci mantiene saldi e al riparo nella nostra zona di comfort, può risultare molto rassicurante. Offre molte certezze – seppur non sempre veritiere – e preserva dal sacro fuoco dell’eccitazione e della destabilizzazione che accompagna qualunque cambiamento. A te la scelta, nella consapevolezza che non assumersi alcun rischio è confortante, ma poco arricchente. “Non puoi vivere settantacinque volte lo stesso anno e chiamarla vita!”, dice Robin Sharma e io sono d’accordo con lui.
Idee per affrontare il futuro? Una sola, semplice.
“Non si compiono progressi rimanendo ai margini, piagnucolando e lamentandosi. Per compiere progressi è necessario applicare delle idee”. Affermazione semplice e potente quella di Shirley Chisholm, prima donna nera eletta al Congresso degli Stati Uniti nel 1968.
Lamentarsi, lo sappiamo, non è strategia. Ma anche pensare, analizzare, pianificare senza agire è puro esercizio intellettuale. Pensare serve a fare. Le idee, una volta generate, vanno applicate.
E se sono proprio le idee a mancarti allora la strategia è semplice e, oggi, alla portata di tutti, grazie alla tecnologia: formati. Sii curios*, vorace, mentalmente onnivor*. Leggi, studia, apprendi, incontra persone (anche via web), entra a far parte di gruppi, confrontati, dialoga, guarda film, serie tv, programmi intelligenti, documentari, ascolta audiolibri e podcast, frequenta corsi di formazione sui temi che ti interessano per acquisire nuove competenze.
La formazione è sempre vitalizzante e generativa: qualunque cosa tu faccia per accrescere le tue conoscenze e le tue competenze, si porterà appresso nuove idee, input, progetti. Nuova energia.
Fai solo attenzione a due trappoloni mentali che compaiono quando vogliamo imparare qualcosa di nuovo: l’insidioso “Queste cose le so già” e il distruttivo “Con me così non funziona”. Vai oltre, vola alto. È il tuo mindset statico che si fa vivo per non fare fatica. Prova, prima di rifiutare. Allenati a crescere.
Ormai è assodato: è tutta questione di mindset!
Cosa ne pensi?
Formatrice, coach e problem solver strategica, titolare del brand aula41. Mi occupo di sviluppo personale, professionale e organizzativo: con chi si rivolge a me per risolvere problemi o raggiungere obiettivi, co-costruisco strategie sartoriali. Non fornisco pesce, insegno a pescare. Iscritta al Registro dei Formatori Professionisti AIF (Associazione Italiana Formatori - n. 912), sono attualmente Vice Presidente Regionale AIF in Trentino Alto-Adige.