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Coronavirus: lo sfogo di rabbia di una ragazza immunodepressa: “Non siate egoisti!”

Coronavirus: lo sfogo di rabbia di una ragazza immunodepressa: “Non siate egoisti!”

In questi giorni stanno circolando video, foto e commenti di “impavidi” sfidanti del Coronavirus in giro per le città, ma direi anche in giro per l’Italia intera. Persone meglio definibili come irresponsabili egoiste, in un momento di emergenza dove preservare se stessi significa preservare anche tutto il Paese.

Per questo motivo ho scelto di pubblicare la lettera di G, una ragazza che sta vivendo, più di tanti, un momento estremamente delicato. Vi chiedo condivisione affinché le sue parole siano da monito a tutti coloro che, chi più chi meno, proprio non sta riuscendo ad alzare lo sguardo dalla punta delle proprie scarpe.

G. mi scrive:

“Caro Iacopo…

ti scrivo dalla Sardegna. Spero tu possa pubblicare questa mia lettera in modo da amplificarne gli effetti e provare a smuovere qualche coscienza. Ti scrivo davvero con il cuore in mano, so che tu, molto più di tanti altri, capirai.”

DIARIO DI UNA PERSONA COMUNE
«Scrivo questo post non per ottenere pietà o compatimento, ma come sfogo di rabbia e per provare a far cambiare idea a qualcuno.

Soffro di una malattia autoimmune, come tantissimi (ahimè) compagni di avventura sulla nostra isola. Non importa quale sia, sta di fatto che mi obbliga ogni giorno all’assunzione di farmaci che bloccano il decorso della malattia, ma che inevitabilmente abbassano le difese immunitarie.

Fortunatamente riesco a vivere una vita normale, seguo le lezioni all’università, esco con i miei amici, faccio sport. Tutto questo perché al mondo esiste una cosa fantastica chiamata ‘immunità di gregge‘. Intendiamoci, infezioni e raffreddori frequenti sono ormai la norma da diversi anni a questa parte, ma non ho mai permesso a tutto questo di fermarmi. E quando dico ciò, non lo faccio per ottenere il plauso altrui ma per ribadire ancora una volta che ognuno di noi, davanti ad una sfida, cercherà sempre di farla sua per poter continuare una routine di vita ‘comune’.

In questo momento, a me, così come a tantissimi altri (pazienti sotto chemio, diabetici, trapiantati, cardiopatici, anziani e chi più ne ha più ne metta), questa possibilità è stata tolta.
Di fronte ad un nemico sconosciuto come il Coronavirus, l’isolamento per noi ‘categorie a rischio’ ci sarebbe stato in ogni caso, ma se tutti agissimo in modo responsabile, probabilmente non sarebbe destinato a durare così a lungo.

E mi dispiace dirlo, ma gli italiani in questo contesto potrebbero fare molto di più. Lo dimostrano tutti coloro che si affollano alla stazione di Milano; i geni del male che abbandonano la quarantena per andare in vacanza; i conterranei che per motivi futili si recano nelle zone a rischio e al ritorno non osservano i 14 giorni di quarantena; i ragazzi che si affollano in bar e locali. Ma veramente avete bisogno di una dittatura per rispettare 4 regole di buon senso?

A tutti voi svelo un segreto: la logica del ‘tanto non capiterà mai a me’ non funziona! La vita riserva sfide, schiaffi e sorprese a chiunque e a qualsiasi età, nessuno escluso! E se questa vostra leggerezza vi porterà solamente una blanda influenza, magari per i cari che vi circondano non sarà così!

Io stessa conosco almeno una ventina di persone che sarebbero a rischio se venissero a contatto con il virus, per via dell’età o di situazioni simili alla mia. Ma non vi sentireste responsabili ad aver contagiato i vostri genitori, amici e parenti? Non vi vergognereste nei confronti di coloro che hanno contratto il virus pur non avendo dato vita a comportamenti a rischio?

Non mi muovo da casa da domenica sera, i miei genitori stanno dando vita a tutte le misure precauzionali possibili, escono uno alla volta con guanti e sciarpone, perché le mascherine sono state razziate settimane fa e sinceramente è bene lasciarle al personale medico che ora si trova davvero in trincea! Le paure sono immense, ma ancora più terrorizzante è la consapevolezza che da parte mia e della mia famiglia non è possibile fare di più!

Il 50% della nostra sicurezza dipende dagli altri, che al momento stanno dando prova, per la maggior parte, di grande idiozia ed immenso egoismo piuttosto che di altruismo e senso di responsabilità! Vi garantisco che vi si ritorcerà contro!

Ancor più grave è che, in tutta questa vicenda, io non mi senta per niente tutelata dalle autorità competenti, come isola ci saremo potuti difendere molto meglio… ma io dico, un obbligo di quarantena per chi torna dalle zone a rischio, no?

Il momento che stiamo vivendo è di estrema serietà, reso ancora più difficile dall’egoismo e dal menefreghismo dilagante che ormai caratterizza la società… quando tutto questo sarà finito, io spero di potermi guardare indietro e correggermi, migliorare, provare a capire che l’altro in realtà siamo tutti noi!

Quindi ecco, quando pensate al tanto famigerato ‘non capiterà mai a me’, vi prego di pensare alla zia a casa con la bronchite cronica, al nonno ottantenne, ai genitori che si sono spaccati la schiena per voi, al collega o alla collega che è costretto/a ad assumere immunosoppressori. Abbiamo una faccia, un nome e un cognome, non siamo solo il classico “paziente anziano o con malattie pregresse”.»

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