
Scrittore semplice | Co-Founder Purple&People | Papà di Nicolò, Giorgia,…
Se la vita fosse un supermercato, io sarei quello in fila alla cassa per pagare. Dietro una moltitudine di persone con altrettanti carrelli. E sarei quello che mentalmente cerca di fare il conto e visualizzare quanti soldi ha con sé; se ciò che ha in tasca è sufficiente o meno.
E questo è più o meno quello che vedono tutti.
Ma c’è di più.
Come nella storia dell’iceberg.
Certamente c’è un prezzo, tanti prezzi scritti sopra i cartellini, c’è la noia di stare in fila, l’ansia di sapere se riuscirai a saldare il conto. E c’è il fatto che una volta che la cassiera batte tutto non sai se ci sarà o meno il resto.
Ecco il punto: al di là del resto ti resta sempre qualcosa. Ciò che hai comprato, ciò che hai pagato.
Ciò che resta, e che spesso sfugge, è che un cartellino non esprime solo il prezzo ma anche il valore.
Chiaramente devi essere bravo a comprare gli articoli giusti ma è lecito anche sbagliare e spesso lo capisci molto dopo.
Tuttavia, tornando al discorso, c’è un prezzo e c’è un valore.
Chi è in fila non è solo quello che sta per spendere soldi, che sta per pagare. È soprattutto quello che sta cercando di acquistare qualcosa, portarsi qualcosa a casa.
Per il breve termine, tipo pomodori per un’insalata che finirà nel piatto da lì a mezz’ora. O barattoli e conserve per chissà quando.
Spero che mi segui ma è così anche la vita.
Da anni sono il tizio in fila per pagare. Ciò che vedono tutti.
Quello senza busta paga, senza tredicesima e quattordicesima. Quello che oggi è andata bene e speriamo anche domani ma non si può sapere. Quello che non può programmare e se ci prova è un incosciente.
Quello che guarda i cartellini e conta i soldi che ha con sé.
Quello che si sveglia la mattina presto e scrive come se a qualcuno interessasse davvero.
Quello che scriveva anche quando davvero non lo leggeva nessuno.
Quello che è convinto che ce la farà anche quando tutto sembra dire che non è vero.
Quello che protesta perché la promozione è finita un attimo prima che toccasse a lui, e che inizia a discutere con la cassiera.
Quello che le vacanze le facciamo un’altra volta e che in fondo anche a casa si sta bene.
Quello che va bene ciò che ho, anche se per gli altri è niente, se per gli altri è poco, se per gli altri è tutto un costo, un prezzo.
Però se stai abbastanza tempo in fila alla cassa puoi accorgerti anche di qualcosa: tutto ha un prezzo ma anche un valore. Spesso, se sei bravo o se hai un pizzico di fortuna, il valore è maggiore anche al prezzo.
Perché sei stato furbo o abbastanza folle.
Perché domani il valore aumenterà come nelle migliori favole azionistiche.
Perché alla fine il valore lo decidi tu. Ecco, questo, soprattutto questo: il valore lo decidi tu.
Che poi a pensarci bene è chiaro che tutto ha un costo.
Non sei mai l’unico in fila per pagare e non sai mai davvero cosa gli altri hanno nel carrello.
Guarda il tuo, pensa al tuo, pensa a portarti a casa più valore che puoi e sii contento di pagare.
Che poi, basta pensare a ciò che gli altri considerano un costo per farsi una risata…
Che poi, basta pensare a quanto vale ciò che stai mettendo nel carrello per sentirsi bene.
[click_to_tweet tweet=”Ognuno pensi al suo carrello. E se tutti ti mostrano quanto stai pagando tu pensa a cosa ti porti a casa.” quote=”Ognuno pensi al suo carrello. E se tutti ti mostrano quanto stai pagando tu pensa a cosa ti porti a casa.”]Se la vita fosse un supermercato, io sarei quello in fila alla cassa per pagare.
Quello stupido, ridicolo, felice di pagare.
Cosa ne pensi?

Scrittore semplice | Co-Founder Purple&People | Papà di Nicolò, Giorgia, Quattro (Schnauzer) e Pixel in crisi (libro) Aiuto le persone a trovare-raccontare-vivere il proprio scopo. Qualcuno parlerebbe di Personal Branding ma preferisco dire “Posizionamento personale”. (Perché non riguarda affatto solo il tuo lavoro e perché l’obiettivo è vivere pienamente e non essere scelti da uno scaffale.)