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Paranoie e fisse mentali: cosa sono e come disinnescarle

Paranoie e fisse mentali: cosa sono e come disinnescarle

Dentro la nostra testa fluttuano pronte all’uso una lunga serie di certezze.
Alcune di esse sono funzionali, altre sono disfunzionali. Queste ultime, in gergo tecnico si chiamano “paranoie”, nel linguaggio di tutti i giorni “chiodi fissi” o semplicemente “fisse mentali”.

Liberarsi di una paranoia può essere quello che fa la differenza tra stare bene e stare male, tra far succedere le cose che desideriamo e attendere che accadano.

Può accadere (o possiamo fare accadere) che ci si affranchi dalle fisse mentali: vediamo come.

Come si formano le fisse mentali

Il nostro cervello o, se preferite, la nostra mente, ha la saggia abitudine di trasformare in certezza ciò che si ripete più volte nella nostra vita. Ad esempio, se per mille volte abbiamo sorriso a degli sconosciuti e loro ci hanno sorriso di rimando, nel nostro cervello diventerà una certezza il fatto che gli sconosciuti ci sorridono.

Al tempo stesso, anche ciò che accadesse una volta sola, ma fosse capace di una forte attivazione sensoriale (spiacevole o piacevole), potrebbe diventare una certezza. Ad esempio, se una volta abbiamo sorriso ad una persona che ci piaceva e questa ci ha deriso, nel nostro cervello potrebbe diventare una certezza il fatto che le persone che ci piacciono ci deridono.
In realtà è successo una volta sola, ma è bastato per farci provare una sensazione sgradevole, che non vogliamo più sperimentare.
Ecco come si formano le fisse mentali!

Nel nostro cervello quindi si potrebbero depositare due certezze: se sorridiamo agli sconosciuti questi ci sorridono indietro, se sorridiamo ad una persona che ci piace questa ci deride. Due certezze in base alle quali costruiremo la nostra vita.
La prima è funzionale alla maggior parte dei progetti di vita (e vogliamo tenercela).
La seconda invece potrebbe risultare un po’ scomoda a chiunque desiderasse avere una relazione sentimentale (e vogliamo liberarcene). È una fissa mentale.

Come togliersi dalla mente quel chiodo fisso che è la certezza che se sorridiamo a chi ci piace costui o costei ci deriderà?

Premessa: le fisse mentali ci proteggono dal dolore

Il dolore provato nel momento in cui siamo stati derisi è stato troppo forte e il nostro cervello è pronto a lottare pur di non esporci di nuovo ad una sensazione spiacevole del genere.
Così ci fa credere che sia meglio renderci invisibili alle persone che ci piacciono, non incrociare mai il loro sguardo, guardare verso il basso. Tuttavia, tutti noi dovremmo sapere uno degli assiomi della comunicazione recita “Non si può non comunicare!” e guardare in basso è comunicare che non vogliamo comunicare.

A pensarci bene, il motivo per cui le persone che ci piacciono non ci sorridono è il fatto che noi non sorridiamo a loro. È la nostra difesa preventiva che li respinge. Noi viviamo come se fossero loro a rifiutarci, quando in realtà siamo noi a rifiutare loro.

Come mettere in discussione le fisse mentali

Per mettere in discussione le fisse mentali di questo tipo sarebbe necessaria un’esperienza emozionale correttiva. Dovremmo poter vivere un’eccezione che ci facesse sospettare che le persone che ci piacciono in realtà non ci deridono, anzi ci sorridono.
A quel punto noi sorrideremmo di rimando a loro. O forse le due cose accadrebbero in ordine opposto noi sorrideremmo a loro e loro a noi. Ma poco importa! Nella nostra testa l’effetto sarebbe esattamente il medesimo.

Per mettere in discussione le fisse mentali, abbiamo bisogno di vivere eccezioni che ci facciano sospettare che quella che ci siamo dati come regola in realtà regola non è.

Come creare un’eccezione alla regola

Se ci pensate bene, chi di noi avesse tra le sue fisse mentali quella secondo cui le persone che gli piacciono lo deridono, non si porrebbe mai il dubbio che questa certezza potrebbe non essere vera.

Non si impegnerebbe mai a cercare eccezioni.

Immaginate però che un bel giorno ci prenda una strana curiosità.
Decidiamo di metterci alla ricerca delle prove che tutto ciò che crediamo certo sia vero. Alziamo lo sguardo e andiamo in giro a guardare negli occhi le persone da cui ci sentiamo attratti.
Stranamente, dal momento che noi per primi teniamo lo sguardo alto e non siamo schivi, vediamo che gli altri non ci deridono. Magari non ci sorridono, ma non ci deridono.
Strano! La certezza “trema”.

Se guardiamo in faccia ciò di cui siamo convinti, a volte troviamo prove che suggeriscono che ciò che credevamo vero non è poi così vero.

La certezza trema

A questo punto non abbiamo ancora demolito la certezza, ma ci troviamo in una sorta di limbo in cui non troviamo prove che confermino la nostra certezza.

In questo momento di dubbio, siamo quasi incuriositi dalla strana sensazione che si prova a non trovare ciò che pensavamo di trovare.
La curiosità potrebbe far si che davanti agli occhi di una persona che ci piace, ci sfugga un sorriso. E come per incanto la persona che riceve il nostro sorriso ci sorride di rimando. Forse è solo un sorriso di cortesia, ma è sufficiente per far sgretolare la certezza.

L’esperienza emozionale correttiva

Questo è il passo decisivo: non solo non troviamo prove che confermino la nostra certezza, ma viviamo addirittura un’esperienza contraria a quanto previsto dalle nostre fisse mentali. Una persona che ci piace ci ha sorriso.
In realtà, quello che è accaduto è che una persona ci ha sorriso una volta. Tuttavia l’attivazione sensoriale e il piacere provato sono stati tali che il nostro cervello, da quel momento in poi, lotterà fino allo stremo pur di farci provare di nuovo quella stessa sensazione.

Da quel momento in poi la nostra testa se ne starà bella alta e i nostri occhi faranno di tutto per incrociare quelli delle persone che ci piacciono in cerca di nuovi sorrisi. Le nostre labbra, prima pronte a ringhiare, adesso saranno pronte a sorridere di rimando. Così pronte che senza rendercene conto potremmo essere noi stessi a sorridere per primi.

Quello che conta ormai è che le persone che ci piacciono ci sorridano.

Vivere con la “certezza” che le persone che ci piacciono ci sorridono è troppo piacevole per continuare a vivere “pensando” il contrario.

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