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Cosa fai con il tuo Tempo? Sicuramente dormi, probabilmente lavori… ma ricordati di vivere

Cosa fai con il tuo Tempo? Sicuramente dormi, probabilmente lavori… ma ricordati di vivere

Rimane fisso nel tempo e non cambia mai.

Il numero delle ore dei nostri giorni è di una staticità programmata per essere eterna.

Sono ventiquattro in tutto. Senza possibilità di sforare.

All’interno del giorno, le ore non sono tutte dedicate allo stesso scopo.

Ce ne sono di tre categorie. E ad ogni categoria, ne vengono assegnate circa 8.

Appunto, all’incirca otto. Perché, nel conteggio complessivo, dipende sempre da come sono fatti i giorni delle persone.

I confini, però, non sono definiti alla perfezione. Quindi può capitare che un’ora passi da una categoria all’altra. Anche di colpo. A tradimento, per dire.

Ci sono invece dei giorni in cui le ore devono stare tutte rigidamente fedeli. Ovviamente, all’interno della categoria a cui appartengono.

Se per caso si sgarra, alcune persone rimediano in fretta. Altre dicono ‘eh vabbè’.

Le tre categorie di ore

Le ore dei nostri giorni sono così suddivise.

Ore di sonno

In questa categoria, troviamo le ore che servono a ricaricare le pile. Sono quelle che abbracciano e si prendono cura della nostra stanchezza.

Un terzo della nostra vita lo passiamo in orizzontale ad occhi chiusi.

Lì avvengono viaggi sorprendenti. Avventure dai contorni confusi, ombre che diventano luci, o viceversa. Nomi che non sembrano verosimili. Avventure dove a volte siamo protagonisti, altre volte personaggi secondari.

Storie che parlano delle nostre parti nascoste. O più oscure.

Purtroppo, molto spesso non ne ‘veniamo a sapere nulla’. Al risveglio non ricordiamo. O semplicemente, dimentichiamo alla stessa velocità con cui un colibrì batte le ali.

Ore lavorative

Questa è la categoria di ore che dedichiamo alla nostra attività professionale.

L’attività che (in ordine di passione decrescente) amiamo, facciamo con piacere, ci tocca fare ‘ma faremo anche altro’, a volte detestiamo, dal lunedì mattina al venerdì pomeriggio ci ruba letteralmente il tempo.

Dedichiamo queste ore al lavoro, essenzialmente per una ragione: mantenerci economicamente.

Le attività professionali che facciamo, però, non appartengono tutte alla stessa ‘classe’.

Ci sono quelle che riconosciamo al primo colpo: medico, ingegnere, avvocatessa, insegnante, imprenditore, vigilessa, autista, scrittrice, atleta sportivo. Eccetera.

Ma c’è anche chi lavora per la ricerca di un lavoro.

C’è chi un lavoro se lo crea, facendo attività non catalogate come ‘lavoro’.

C’è chi lavora temporaneamente in modo gratuito, perché sta investendo sul lungo periodo.

C’è anche chi fa più professioni, non potendo essere inquadrabile in un solo tipo di attività.

Ore in cui viviamo il tempo

Ed ecco la terza categoria. Che risulta flessibile, sfuggente, invisibile, fluida. A volte anche gassosa.

Questa categoria non ha né un inizio né una fine predefiniti. Si ritaglia il tempo che rimane, quando non è il momento adatto né per le ore di lavoro né per quelle di sonno.

Sono le ore in cui viviamo davvero il Tempo.

Il grande problema è uno: accorgerci di questa categoria. Comprendere che è il contenitore delle ore più importanti della nostra vita. Più creative. Forse anche, più ‘divine’. Le ore in cui possiamo veramente Esplorare, Imparare e Diventare.

Ovviamente, rimane sempre essenziale una capacità. Quella di trovare un giusto mix tra il fare e lo studiare.

Da un lato, cioè, la nostra opera creativa fatta di allenamento e perseveranza. Dall’altro, lo studio dei contenuti di chi ne sa più di noi su determinati argomenti.

Le ore di questa categoria sono un dono meraviglioso. Esistono per noi e aspettano di essere usate.

Lo spreco più grande (che non possiamo permetterci) è farle diventare le ore in cui perdiamo il nostro tempo.

Perché il tempo non è affatto denaro. Non gli assomiglia per niente, non ha caratteristiche in comune.

Il denaro risponde al verbo girare. Il tempo al verbo scorrere.

E anche se qualcuno dice che il tempo non è mai esistito, io voglio usarlo. Tenerlo vicino a me, godermelo, farlo vivere, alimentarlo. Addirittura rigenerarlo.

Perché? Perché continuo a credere a quello che dice Doug.

Tra gli atti di sparizione, nulla supera ciò che succede alle otto ore che presumibilmente ci rimangono dopo le otto ore di sonno e le otto di lavoro.

DOUG LARSON

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