
Narratrice ~ Ghostwriter Scrivo per capire. Scrivo per ricordare. La…
“Le due parole più brevi e più antiche, sì e no, sono quelle che richiedono maggior riflessione”
(Pitagora)
Esco con un’amica. Stessa età, stesso segno zodiacale, ed adesso lei fa quello stesso lavoro che ho fatto io per 10 anni e forse anche più se ci metto di mezzo un paio d’anni di Thailandia ed un paio d’anni di Calabria a contatto con persone disabili.
La vedo serena, diversa rispetto l’ambiente aziendale dove per anni ha lavorato e che da tempo desiderava cambiare. Certo un lavoro a tempo indeterminato con anche una certa carica di resposabilità, contro il lavoro attuale a tempo determinato con l’incognita del rinnovo o meno del contratto.
E parlando un po’ di questo nuovo inizio mi confida che adesso si sente bene, il lavoro nuovo le piace, con colleghi e colleghe si trova bene, idem con responsabili e capi… e poi per un istante smette di raccontare. Allora intervengo rivolgendole una domanda “Ma?…”.
Ecco, ci siamo, c’è il ma di turno. Conoscendola e conoscendo anche me, molto simile a lei, so anche di cosa si tratta. È quel ma che riguarda la difficoltà di saper dire NO.
La giutificazione che lei si dà è la stessa che io davo a me stessa molti anni fa: sai, è l’inizio, sono appena arrivata, l’ultima arrivata, e dire di no proprio non ci riesco… anche se tutte le ore in più sono “volontariato”… ma… mi piace…
Certo, all’inizio tutto piace se il lavoro che si fa è quello che si è scelto, eppure resta la questione del non saper dire NO.
Le ragioni del sì
La psicologa clinica Marie Haddou ha elencato il perché abbiamo difficoltà a dire no, e le ragioni sono veramente tante:
- cortesia
- desiderio di semplificarci la vita
- paura di ferire l’altro
- paura di farlo infuriare
- paura di passare per individui aggressivi
- paura di essere criticati
- paura di essere rifiutati
- paura di dare una cattiva immagine di noi stessi
- paura di non essere più amati
- senso di colpa
- sensazione di onnipotenza
- rispetto di canoni personali rigidi
- paura di lasciarsi sfuggire un’opportunità
Nella mia esperienza, da grande incapace qual ero nel pronunciare un NO, anche il più banale, ho compreso che, quasi sempre, è una questione di paura di deludere le persone con cui siamo in contatto. Quasi a voler dimostrare la propria bontà dicendo sempre sì, anche quando quel sì vorremmo fosse più che altro un bel NO.
E questo riguarda l’ambito lavorativo, quello privato, quello relazionale.
E così si rischia di non voler bene a se stessi prima di tutto. Perché non dire mai no non fa sempre bene, né a noi né agli altri o ai contesti in cui servirebbe. E anche perché più passa il tempo e più le persone che si hanno accanto o a cui si è legati tenderanno sempre a contare su di noi che tanto diciamo sempre di sì.
Credo che il centro della questione riguardi l’amore per se stessi prima di ogni cosa.
È quasi scontato che se si sceglie di amarsi, questo implichi in qualche modo la possibilità di deludere le persone, quelle che non vorremmo mai ferire o a cui non vorremmo mai dire un no.
Quasi che dire NO significhi essere marginalizzati, rifiutati, relegati all’angolo.
Quando dici “Sì” a qualcuno, assicurati di non dire “No” a te stesso
Alla lunga perdiamo il significato principale del nostro stare al mondo: amarsi, amare se stessi è il solo modo possibile per poi amare anche gli altri.
Così i NO che sembrano impossibili da pronunciare per molti di noi, possono rivelarsi i migliori alleati per aver cura di noi stessi.
Saper dire NO, ogni tanto, migliora la qualità della vita personale, lavorativa, famigliare, relazionale e privata.
Saper dire NO aiuta a prendere gli spazi necessari per se stessi senza doverci sentire in colpa se abbiamo detto un sì di meno.
Saper dire NO fa uscire il nostro essere più autentico; con il rischio, certo, di compromettere qualche relazione, ma probabilmente è la sola strada possibile per essere se stessi, per essere umani, per essere sinceri, per sentirsi bene.
Cosa ne pensi?

Narratrice ~ Ghostwriter Scrivo per capire. Scrivo per ricordare. La mia vita è scandita da tre parole, che sono molto più di semplici parole: carta, penna ed emozioni. E lungo il mio viaggiare non manco mai di prendere tutto ciò che incontro, anche sassi ed imprevisti all'occorrenza. Ogni domenica puoi leggere di me e sua maestà Open il gatto sulla rubrica "OpenZen" di purpletude.