
Fabio Martinez è scrittore (ha pubblicato tre libri e Il…
Nelle mani del Destino.
– Non vergognatevi delle vostre cicatrici. La nostra più grande innocenza si nasconde tra le pieghe delle nostre ferite. Lì la nostra dolcezza, la nostra bellezza,
– Sono parole inaspettate, dette da un signore della guerra.
– Io mi definirei signore della menzogna, piuttosto. Tramite un inganno, ho convinto a gettarsi in guerra un esercito dieci volte più piccolo dell’avversario.
– Tramite quello che chiamate inganno, avete vinto.
– E come dovrei chiamarlo?
– Sapevate che ce l’avreste fatta. Lo avevate letto negli occhi dei vostri uomini, così come in quelli del vostro nemico. Quella moneta con due facce uguali gettata in un santuario è servita molto meno di quanto pensiate. Potrete dire che avete ingannato le menti dei vostri soldati ma non i loro cuori. No. Il cuore degli uomini, quello nessuno può ingannarlo.
– …
– Ancora una volta oggi mi sorprendete.
– Perché?
– È rimorso quello che vedo nei vostri occhi? Mai ho letto pietà in essi, eppure,
– No, non è rimorso. È la consapevolezza che, dopotutto, nulla può cambiare il corso di un fiume. Potrò vincere ancora mille battaglie, potrò conquistare il Mondo ma sempre sentirò questa insoddisfazione, fin quando mi opporrò al corso del fiume.
– Parlate del vostro animo,
– Sì.
– Vi spinge a sconfiggere voi stessi,
– …
– Rinunciatevi e avrete vinto.
Cosa ne pensi?

Fabio Martinez è scrittore (ha pubblicato tre libri e Il Graal ritrovato, edito da Tipheret, è il suo ultimo romanzo), sceneggiatore e storyteller. Per narrare (anche impresa), ha inventato un nuovo format (#dialoghidimpresa): dialoghi autonomi, per lo più brevi e che non si esauriscono svolgendo la loro funzione pubblicitaria, restando capaci di durare nel tempo e nello spazio. Possono essere tra due o più persone, tra un essere umano e un animale, un robot, il vento o qualunque altro interlocutore immaginabile. Possono raccontare e parlare di tutto anche dello Zen. D’altronde, il nostro modo di pensare, di ragionare non è un dialogare con noi stessi? Tutta la nostra realtà non è forse un dialogo costante?