
Fabio Martinez è scrittore (ha pubblicato tre libri e Il…
L’ultimo gesto.
– E se volesse dire altro? Qualcosa di completamente diverso da sì e da no, qualcosa che non può esprimersi a parole. D’altronde, perché ci impegneremmo così tanto nel disporre fiori o nel preparare tè? Abbiamo fatto della spada un’arte per cosa, se non per comunicare e per comprendere? Credo semplicemente che le parole, a volte, non bastino e, forse, a questo è dovuto quel suo agitare il bastone in aria. Non per dire no o sì.
– Se le parole non bastano, perché hai deciso di percorrere la via della poesia?
– Non l’ho deciso io.
– Come esprimerai ciò che non potrai esprimere a parole? Come potrai sentire ciò che non parla?
– Non credo che il mio compito sia esprimere o comprendere tutto. Sarebbe impossibile, dopotutto.
– E cosa, allora?
– Non credo nemmeno di avere un compito, in realtà, solo una natura, una natura che vuole essere raccontata e che vuole raccontare. Una natura che, per vivere, ha bisogno di richiamare immagini tramite le parole e silenzi tra queste.
– Sai cosa?
– Dimmi.
– La nostra natura non cresce in una sola direzione. Proprio come il gesto di quel vecchio, non è fatta di sì e di no. Un momento ti chiederà di dire, quello dopo di tacere, poi di danzare o di piangere o di sorridere.
– Allora, forse, le mie parole sono il mio modo per dirle grazie.
Cosa ne pensi?

Fabio Martinez è scrittore (ha pubblicato tre libri e Il Graal ritrovato, edito da Tipheret, è il suo ultimo romanzo), sceneggiatore e storyteller. Per narrare (anche impresa), ha inventato un nuovo format (#dialoghidimpresa): dialoghi autonomi, per lo più brevi e che non si esauriscono svolgendo la loro funzione pubblicitaria, restando capaci di durare nel tempo e nello spazio. Possono essere tra due o più persone, tra un essere umano e un animale, un robot, il vento o qualunque altro interlocutore immaginabile. Possono raccontare e parlare di tutto anche dello Zen. D’altronde, il nostro modo di pensare, di ragionare non è un dialogare con noi stessi? Tutta la nostra realtà non è forse un dialogo costante?