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Problem solving e colpi di genio

Problem solving e colpi di genio

Problem solving

Immaginate di trovarvi all’improvviso in mezzo al deserto. Quale strategia dovreste utilizzare per cercare di uscirne?

Semplice, ma sul momento non evidente: dovreste procedere sempre nella stessa direzione e mantenere la rotta. Andare dritto fino a raggiungere il confine del deserto, là dove ricomparirà la vegetazione.

Immaginate ora di trovarvi in un labirinto, come un topolino da laboratorio. Girate, girate, girate. Cambiate continuamente direzione. In un labirinto è impossibile applicare la strategia del deserto. Vorreste andare sempre diritto, ma non potete. È questo che rende un labirinto così simile alla vita reale! Così decidete di non stare lì fermi a subire il vostro destino che è quello di essere in trappola e procedete cambiando costantemente direzione.
Tuttavia, vi ritrovate sempre lì, in quanto pur cambiando costantemente rimanete sempre in trappola. Perché a parità di livelli logici, pur rimanendo sempre in movimento, la vostra posizione rispetto al vostro problema rimane sempre la stessa.

Per uscire da un labirinto avete una sola possibilità: rompere la circolarità del problema opponendo ad essa la linearità della soluzione. Ed è semplice: dovete fermarvi, scalare le pareti del labirinto e guardare il problema da sopra. E all’improvviso tutto vi sarà chiaro. Ne uscirete.

Ridare le giuste dimensioni al problema

Come suggerisce Nick Sousanis del suo splendido libro, dovete semplicemente “unflatten” the problem ossia spiattire il problema, passare da 2D a 3D e lo risolverete.

Ci si può dare da fare una vita intera, ma non ottenere mai un cambiamento significativo che possa dirsi vero e proprio uscire dal problema o fare un vero passo verso l’obiettivo. Si può passare un’esistenza intera a darsi da fare, a cambiare posizione all’interno del labirinto e ritrovarsi sempre e comunque persi nelle sue spire.

Risolvere problemi o realizzare obiettivi richiede lucidità, strategia, disincanto. E nessuna di queste doti è naturale. Tuttavia, tutte e tre possono essere imparate.

Immaginate di voler risolvere un problema o realizzare un obiettivo. Avete intrapreso una strada, un metodo, una via. Con il primo passo raggiungete la metà del percorso, con il secondo la metà della metà e con il terzo la metà della metà della metà. La vostra funzione di avvicinamento è costante: la metà del passo precedente. Ad ogni passo la soluzione vi appare più vicina, la realizzazione del vostro obiettivo più prossima. Tuttavia, c’è un problema: a quel ritmo non arriverete mai dove volete, pur continuando ad avvicinarvi.

Per arrivare là dove volete, vi è richiesto uno strappo, un cambio di ritmo, una rottura della routine. Nel mondo selvaggio è lo scatto del predatore o lo scatto della preda. Nel nostro mondo di tutti i giorni è… un cambio di prospettiva, un colpo di genio. Come dice William James “Il genio è colui che sa vedere le cose da un punto di vista diverso”.

Una peculiarità dell’essere umano

Si dice che gli esseri umani siano diventati i re del pianeta Terra già molto tempo fa, proprio grazie alla loro geniale strategia di caccia, basata sull’alternanza di costanza e cambio di ritmo. Cominciavano correndo in modo costante dietro alla loro preda. Lì per lì questa sfuggiva: era più veloce e scappava in un luogo sicuro. L’essere umano, sapendo dove si sarebbe diretta, la raggiungeva con il suo ritmo lento, ma costante. A quel punto l’animale scappava di nuovo e l’essere umano di nuovo la raggiungeva. La cosa si ripeteva più volte fino a quando l’animale, estenuato, cedeva o spontaneamente o grazie ad un ultimo scatto fatto dal cacciatore. La preda cedeva, estenuata dalla genialità delle prospettiva assunta dai nostri avi.

Affinché una strategia sia ben ordita è necessario considerare tutto ciò. Basarsi solo sul fatto che la meta sembra sempre più vicina, potrebbe non funzionare. Pensare che per un attimo la meta si allontana da noi e quindi siamo sulla strada sbagliata può essere sbagliato altrettanto.

La strategia giusta non è tale perché ci sembra giusta, ma perché funziona davvero.

Anche questo è #gowild

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