
Scrittore semplice | Co-Founder Purple&People | Papà di Nicolò, Giorgia,…
Tra le tante frasi dette e attribuite, pare che una volta Steve disse “baratterei tutta la mia tecnologia per una serata con Socrate”.
Una frase meno sexy del “siate folli, siate affamati”, una frase che i formatori, specie quella versione motivazionale senza piedi per terra, usa quasi mai. E anche tutti coloro che ne hanno fatto un idolo, che indossano golfini neri e new balance pare abbiano ampiamente sottovalutato.
Direi che questa frase sia passata inosservata, e che in fondo, del messaggio, frega niente a nessuno. E invece dovrebbe.
Il significato. Di tutto.
Temiamo tecnologia e robot principalmente perché sottovalutiamo terribilmente la natura di persone, quella specialità fatta soprattutto da debolezze, da fragilità, dal non avere le risposte. Ma anche dal sapersi fare domande nuove.
Trovo emblematico che Steve abbia tirato in ballo Socrate e non un altro, proprio quello del “io so di non sapere”, cifra dell’uomo che per questo motivo va avanti, si interroga, sperimenta, senza sosta, avido di innalzarsi pur sapendo che non potrà mai volare – non almeno a corpo nudo!
Quella natura imperfetta che ci caratterizza, tra sogni e incubi, tormenti, dilemmi delle piccole cose. Ciò che in altre parole si potrebbe chiamare creatività. Perché la creatività inizia ben prima della nascita di qualcosa di nuovo, o artistico, e nasce infatti nel momento in cui si vuole e cerca qualcosa di più, più bello, più significativo, nuovo.
Non ricordo dove ma ho letto un concetto molto bello che dovrebbe rasserenarci sul futuro. Sintetizzando si evidenziava che ogni invenzione di tipo tecnologico, pensiamo ad esempio alla lampadina sarebbe stata inventata anche senza il suo inventore riconosciuto; pensiamo anche al fatto che per ogni brevetto ci siano sempre stati diversi pretendenti.
Mentre invece Amleto o La Divina Commedia è presumibile non ci sarebbero mai state senza Shakespeare o Dante.
Così come il pensiero di Socrate non l’avremmo avuto senza Socrate. Forse ne avremmo avuto uno simile ma che non avremmo potuto sostituire, non come siamo abituati a fare con un coltello lungo o corto, con la lama in uno o nell’altro modo.
Il significato è dunque che proprio nel momento in cui l’uomo, inteso come genere umano, pare essere messo in discussione, dovremmo invece celebrarne la specialità e bellezza.
La tecnologia che avrebbe barattato Jobs è in fondo poco più di una provocazione ma è anche il senso stesso della tecnologia. Nata per mettere in contatto uomini e creatività tra loro mica per sostituirli. Un pc non serve a molto senza internet perché non ci si può confrontare, un telefono, anche quelli evoluti, anche se oggi viene usato più per chattare che per parlare, non ha senso senza un interlocutore. Ed anche se puoi giocare a scacchi con un automa non è bello e interessante come contro un umano. E mille altre cose.
Nel lavoro, nelle relazioni, nella vita
Spesso mi chiedono come fare per trovare un lavoro o avviare una carriera da freelance, come fare per ottenere attenzione, farsi ascoltare, divenire credibile e autorevole.
Quasi sempre le risposte che il mio interlocutore si attende riguardano tool, tattiche, corsi on line, tecnologia.
La risposta è invece sempre diversa, opposta: ascolta, chiedi, lascia che ti raccontino (non che ti spieghino).
Dovremmo tutti anelare a parlare con Socrate o con chi ha un pensiero diverso, tormentato, vissuto. Parlare e ascoltare persone vere.
Anche il divario generazionale e il reverse mentoring sono concetti ridicoli (intendo scontati) se pensiamo che Socrate aveva un vecchio maestro ed è stato vecchio maestro di altri grandi pensatori, e Jobs avrebbe dato quasi tutto per parlarci.
Per cui, se proprio vogliamo infilare Jobs dentro consigli e slide, ricordiamoci di questa frase.
E se proprio ci teniamo a dirlo, diciamo: siate folli, siate affamati, non siate stupidi: parlate con le persone e crescete con loro.
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Scrittore semplice | Co-Founder Purple&People | Papà di Nicolò, Giorgia, Quattro (Schnauzer) e Pixel in crisi (libro) Aiuto le persone a trovare-raccontare-vivere il proprio scopo. Qualcuno parlerebbe di Personal Branding ma preferisco dire “Posizionamento personale”. (Perché non riguarda affatto solo il tuo lavoro e perché l’obiettivo è vivere pienamente e non essere scelti da uno scaffale.)