
Scrittore semplice | Co-Founder Purple&People | Papà di Nicolò, Giorgia,…
Nessun dovere è più urgente di quello di restituire un “grazie”. (Anonimo)
Molte persone continuano a credere che il fatto di comunicare on line e ricevere attenzione sia una cosa scontata. Un diritto o un effetto inevitabile. Una sorta di “costruiscilo e verranno” scritto nelle stelle. Non è chiaramente così, specie oggi dove tutti possono comunicare e buona parte lo fanno. Viviamo nell’era del content shock: ci sono più persone che parlano di quante abbiano tempo e voglia per ascoltare. Si sgomita, ci si spinge, spesso si passa sopra per farsi notare ed ascoltare.
No, l’attenzione non è un diritto.
Si paga
Per alcuni può sembrare paradossale ma è così. Un tempo eravamo disposti a pagare per avere, avere qualcosa di tangibile. O pagare per un risultato. Oggi la maggior parte degli investimenti va in un’altra direzione, quello delle possibilità.
Pago per essere ascoltato, dunque avere l’opportunità di essere “valutato” e spero scelto.
Pagare in senso letterale ed economico. On line non è affatto gratuito come qualcuno ancora crede e come avevano detto in giro.
A volte si tratta di una scorciatoia veloce, pensiamo a Adwords o la pubblicità su Facebook, o su altri social. Altre volte è inevitabile: il mercato è talmente affollato e noi siamo così piccoli, o non abbiamo tempo, che non ci sono così tante alternative.
Ma pagare non è solo questione di soldi. Spesso si tratta più di scelte, sacrifici, determinazione. Di provare, sbagliare e solo infine trovare la strada.
Mark Schaefer ha detto che per spiccare, farsi riconoscere nel mondo on line ci vogliono circa 36 mesi. Come minimo.
Nel frattempo è una lotta continua, montagne russe di umore e convinzioni.
Se alla fine vinci, se sarai ascoltato, se hai oggi qualcuno che ti ascolta, sai di cosa parlo, sai qual è stato il prezzo.
Ma non finisce qui, anzi è solo l’inizio. Poi c’è da fare una cosa ancora più importante.
Ripagare
Se qualcuno ti ascolta non puoi deluderlo. Non vorresti. Non dovresti.
Ripagare attenzione e fiducia è un imperativo morale ma anche la cosa più intelligente.
Ripagare. Ma come?
Cercando di essere onesto.
Cercando di fare sempre di più.
Ammettendo che puoi sbagliare.
Ma soprattutto apprezzando chiunque ti regala il proprio tempo.
Mi sembra logico ma non sempre è così. Ci sono un sacco di post con commenti lasciati lì a morire. Loro, chiamiamolo il pubblico, ti parla. Tu no.
Li lasci lì a tenerti in alto, di questo si tratta, senza fare niente per loro.
Credo che nessuno lo meriti, credo che chiunque agisca così, specie dopo aver avuto attenzione forse non la meritava affatto.
Tutto qui. Basta ricordarlo. Basta un grazie.
Ci ho pensato oggi ricevendo questo messaggio.
Per cui niente. Non è difficile. È molto semplice. L’attenzione non è un diritto. Si paga e ripaga. Si deve fare. È bello farlo.
Per cui Grazie. Se hai letto queste righe.
Grazie se mi hai dato attenzione un anno fa o ieri. Se hai avuto una critica o un pensiero gentile.
Ci provo ma non saprei come ripagarti per quanto vali davvero.
Cosa ne pensi?

Scrittore semplice | Co-Founder Purple&People | Papà di Nicolò, Giorgia, Quattro (Schnauzer) e Pixel in crisi (libro) Aiuto le persone a trovare-raccontare-vivere il proprio scopo. Qualcuno parlerebbe di Personal Branding ma preferisco dire “Posizionamento personale”. (Perché non riguarda affatto solo il tuo lavoro e perché l’obiettivo è vivere pienamente e non essere scelti da uno scaffale.)