Stai leggendo
Polenta e trasformazione digitale

Polenta e trasformazione digitale

Ho vissuto due eventi salienti, questo fine settimana: è arrivato per posta il nuovo borsellino dal design rivoluzionario che ho crowfoundato su Kickstarter e ho scoperto che in Valtellina hanno dei fast food che servono polenta taragna.

Per un olistico cortocircuito del caos universale, i due eventi si sono incrociati: il super portamonete è scomodissimo per le banconote, per cui avevo con me solo carte di credito; il fast food che si trovava nel più grande centro commerciale della provincia di Sondrio aveva problemi di connessione internet e il bancomat non funzionava. “Come al solito”, a credere alla cameriera.

Mentre mangiavo la polenta a credito (mi hanno proposto di passare più tardi a saldare il conto e sono d’accordo: anche questa cosa è degna di nota), ho faticato a non ridere, pensando alle lezioni di master sulla digital transformation che ho finito da poco: abbiamo parlato di industria 4.0, di visualizzazioni complesse dei big data, di prese di decisione tramite AI… ma forse è il caso di cominciare dall’ABC, come ad esempio avere delle connessioni internet che funzionino, e poi ne riparliamo, che ne dite?

Baby steps, un passo alla volta.

La digital transformation non è un progetto, non è qualcosa di puntuale

La trasformazione digitale è una competenza di base, al pari di quella di saper parlare la propria lingua o fare le caselline.
Sembra lo slogan di un’azienda di formazione e invece a dirlo – proprio in questi termini – è il quadro di riferimento europeo sulle competenze chiave per l’apprendimento permanente.

In una lista di otto, troviamo anche le competenze digitali, ovvero – cito – “la capacità di utilizzare le tecnologie della società dell’informazione per il lavoro, il tempo libero e la comunicazione”.

Come esempio, la Commissione Europea prende il bracciante di un’azienda agricola, con la mungitura elettronica monitorata da smartphone e i calcoli di redditività del mercato del mais in tempo reale .

Ormai non si può più apostrofare il neo-laureato imbranato, dicendogli che le sue sono braccia rubate all’agricoltura, perché il zappatore è digitale e connesso pure lui.

Di lento non c’è solo il polentone

Il pensiero comune è che il ritardo digitale in Italia sia dovuto al basso livello di competenze digitali delle persone e degli imprenditori in particolare.

Ma onestamente vale la pena formare le persone alla trasformazione digitale, quando manca crudelmente l’infrastruttura?

La tassonomia tipica dell’apprendimento prevede tre fasi, che possiamo applicare anche in questo ambito:

  • il fatto di avere le conoscenze digitali (il sapere: ovvero quanto ne conosco),
  • le digital skills (il saper fare: quello che effettivamente faccio e utilizzo)
  • le attitudini digitali (il saper essere, che si traduce nella disposizione all’uso della nuove tecnologie)

Tassonomia a parte, però, rimaniamo impantanati nei problemi di infrastruttura e questo nonostante il fatto che il Governo avesse a suo tempo approvato il Piano Strategico per la banda ultralarga, con lo scopo di raggiungere gli obiettivi dettati dall’Agenda Europea 2020.

Intanto, in un mondo ideale…

L’obiettivo rimane quello di coprire entro il 2020 l’85% della popolazione con servizi Internet pari o superiori a 100 Mbps, e di offrire al 100% della cittadinanza un accesso alla rete di almeno 30 Mbps (che è proprio il minimo sindacale nella maggior parte dei Paesi europei).

A fine 2017, il 53% della case era collegato alla fibra ottica ma i contratti equivalenti al numero di utenti era solo dell’11%. In pratica: l’infrastruttura manca, ma se c’è, le persone non la utilizzano (probabilmente una questione di costi?).

A questo punto mi domando se è nato prima l’uovo o la gallina, perché si stima che il 50% dei lavoratori Italiani abbia scarse competenze digitali, contro una media del 25% dei Paesi Scandinavi.

Chissà se tra i fiordi norvegesi, c’è un fast-food in cui servono aringhe affumicate e avena. E se il bancomat, da loro, funziona.

Cosa ne pensi?
Bellissimo
1
Interessante
1
Non so
0
Pessimo
0
Torna in cima