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Le offerte di lavoro false

Le offerte di lavoro false

In tempi di notizie che sono bufale e di nipoti che non sono tali, non stupisce il proliferare di offerte di lavoro palesemente false.
La comodità di rispondere online e il fatto che, sotto sotto, ci piace sperare che ci andrà bene, porta ad abbassare la guardia di fronte a quelle che sono vere e proprie frodi.
L’obiettivo dei malintenzionati è di approfittare di coloro che sono alla ricerca di un impiego, convincendoli a fornire informazioni personali (spam), dati finanziari (phishing) e pagamenti in denaro.
Vorrei condividere con voi un paio di consigli per riconoscere le false offerte di lavoro e, quindi, evitarle.

Se vi chiedono soldi, gatta ci cova

Il collocamento di personale è soggetto a un quadro legale specifico e a delle autorizzazioni statali, sia in Svizzera che in Italia: le agenzie invieranno la fattura sempre e solo alle aziende che le hanno mandatate.
Non possono chiedere soldi al candidato – neppure per fantomatiche spese amministrative, per formazioni obbligatorie, eventuali visite mediche o acquisti di accessi prioritari a qualche illusorio database.
Quindi: non eseguite mai nessun tipo di pagamento in denaro.

L’annuncio anonimo puzza di bruciato

Per le aziende, qualsiasi tipo di annuncio, anche in formato elettronico, costa soldi. Per questo motivo, il datore di lavoro (ma anche l’agenzia di collocamento) ha tutto l’interesse a rendere il proprio marchio ben visibile: la ragione sociale, il logo, persino una descrizione dell’azienda sono normalmente inclusi nell’annuncio. Se queste informazioni mancano, c’è qualcosa di sospetto.
Oltre a ciò, sembra banale dirlo, consiglio di non prendere in considerazione annunci con solo un numero di telefono o un email non professionale (come ad esempio luigi.bianchi@gmail.com).
Quindi: diffidate dell’anonimato.

I vostri dati sono importanti

Compilare dei formulari con i vostri dati personali non va mai fatto alla leggera.
La promessa di un contatto potrebbe rivelarsi solo un modo per carpire dati personali e inviare spam al vostro indirizzo email.
È buona prassi non utilizzare mai la stessa password nel creare questo genere di conti, in quanto i malintenzionati potrebbero cercare di associare la vostra password ad altre informazioni, più sensibili, che hanno raccolto su di voi, come ad esempio il login della vostra posta elettronica.
Infine, se avete ricevuto l’offerta via email, verificate i dettagli del mittente. Questa è una regola di base per evitare di essere vittima di phishing.
Esempio:
Il nome visualizzato è “Recruitment Apple”.
I dettagli mostrano l’indirizzo “recruitment@my-apple.org”, che è palesemente falso.
Quindi: Non fate le cose di fretta, controllate sempre tutto bene.

Troppo bello per essere vero

In generale, gli annunci che millantano brillanti prospettive di facili guadagni o l’accesso a mercati del lavoro dove l’immigrazione è fortemente regolamentata (come ad esempio quello degli Stati Uniti) sono sempre sospetti.
Paradossalmente, oltre al tipico phishing di dati o al tentativo di estorcere denaro, non è raro imbattersi nella casistica delle “esche” commerciali: iniziano con il proporti una posizione di “sales account nell’ambito della promozione culturale” e finiscono col cercare di convincerti ad acquistare un enorme inventario di libri… oltre al danno, anche la beffa.
Quindi: l’unica enciclopedia che vi serve veramente è wikipedia.

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