
Scrittore semplice | Co-Founder Purple&People | Papà di Nicolò, Giorgia,…
A parole tutti vogliono avere successo, in pratica sono molti meno. La stessa fortuna e sfortuna che sembra incidere potrebbe chiamarsi benissimo in altri modi, ad esempio crearsi o non crearsi opportunità. Creare o non creare porte alle quali bussare.
C’è una riflessione di Penny C. Sansevieri che mi ha fatto riflettere. Non è un’idea nuova, non è definitiva ma fa riflettere.
“Ho una speciale abilità: posso entrare in una stanza di 300 autori e individuare quelli che avranno successo. Come posso dirlo? Vedo gli autori che distribuiscono biglietti da visita e segnalibri ad ogni evento. Vogliono imparare, si impegnano con altri autori, fanno un sacco di domande per scoprire su cosa si stia lavorando e su cosa no. E spendono ogni minuto libero per fare qualcosa che aumenti il loro successo, anche se è davvero qualcosa di piccolo.”
Siamo tutti autori indie
Penny è un’autrice Indie di livello internazionale e la fondatrice di Ame (Author Marketing Experts), una società che aiuta gli autori a promuoversi in questa nuova fase dell’editoria. Il suo pubblico sono dunque gli scrittori e gli aspiranti scrittori. La riflessione si riferisce a loro. Ma la verità è che oggi siamo tutti autori indie.
Non è solo il mondo dell’editoria ad essere cambiato ma è il mercato, il mondo ad essere cambiato. Molti di questi cambiamenti sono una grande notizia per chi è in cerca del successo.
1) Nessuno è nato famoso
I primi 5 uomini più ricchi al mondo non hanno ereditato la loro fortuna, non erano famosi, lo sono diventati. (Bill Gates, Warren Buffet, Jeff Bezos, Amancio Ortega, Mark Zucherberg)
Anche senza scomodare questi colossi, anche in Italia ci sono tantissime persone che hanno conquistato la scena, e per quanto molti possano essere inseriti alla voce “I nuovi mostri”, è una buona notizia.
In generale, proprio come nel mercato editoriale, è cambiato il modus ed il percorso: non c’è più alcun diritto di nascita, c’è un sistema molto più democratico per vedere riconosciuto il proprio lavoro.
2) Non servono titoli
I titoli non sono più garanzia di successo e non c’è ne è più di indispensabili. La maggior parte dei “pensatori” non sono laureati. Siamo a tutti gli effetti nell’economia del saper fare ed al mercato spetta l’ultima e sola parola.
3) Non avere bisogno del permesso
Se credi in un’idea hai mille più possibilità di provarci. E per quanto riuscire non è più facile, questa è ancora una grande notizia.
[irp posts=”2453″ name=”Siamo troppo Grandi per farci dire di no. E per farci dare il permesso. Ora o mai più.”]4) Non dovere convincere più (solo) una persona – il target è morto
In generale, il grande cambiamento sta nel fatto che non c’è più una persona (editore, o X nel tuo caso) a dover decidere se puoi ambire al successo.
Sarà il pubblico a decretare se ne vale la pena. E PUBBLICO è la parola più impattante di questi tempi, qualunque sia il tuo lavoro.
Non esiste più un Target da colpire ma semplicemente persone da conquistare.
“Immaginiamo di coinvolgere un pubblico, invece di conquistare un target, e l’atteggiamento progettuale assumerà tutt’altri connotati. Al pubblico chiediamo un applauso, l’applauso significa consenso, il consenso nel nostro gergo è reputazione. La reputazione genera fiducia. La fiducia muove gli acquisti…” (Paolo Iabichino – Scripta Volant)
5) La nuova definizione di IMPEGNO
Ecco dove inizia a cambiare il percorso verso il successo. Anche oggi si tratta per lo più di dedizione, di fiducia nel proprio lavoro, di persistenza. Di impegno ma anche e soprattutto di un nuovo tipo di impegno.
Tornando alle parole iniziali di Penny, la differenza è data da quanto ti impegni con le altre persone. Non solo in ciò che concerne il tuo lavoro, non solo in quanto può essere strettamente correlato alla vendita.
Si tratta di un impegno fatto di conversazioni e relazioni, di dare e ricevere, di raccontarsi personalmente (senza intermediari) ad ogni persona che incontri. Perché anche se una persona potrebbe sembrare insignificante, se un tempo avresti potuto dire che non è “un decisore”, oggi non è più così.
[clickToTweet tweet=”Ogni persona ha la sua influenza su un piccolo gruppo, piccoli gruppi influenzano il mercato. ” quote=”Ogni persona ha la sua influenza su un piccolo gruppo, piccoli gruppi fanno un Pubblico ed il Pubblico influenza il mercato. ” theme=”style2″]È tutto un gioco di distribuzione
Il successo oggi è causato per lo più dalla distribuzione. L’altro giorno ho riascoltato una puntata di Content Marketing Italia di Alessio Beltrami, con ospite Marco De Veglia, massimo esperto di brand positioning ed autore di “Zero concorrenti”. Un video molto interessante e che inserisco perché fornisce davvero tanti spunti.
Uno su tutti: l’importanza della distribuzione.
A differenza di tanti “guru”, Marco è spietatamente lucido ed obiettivo; forse anche il positioning potrebbe non bastare o avere senso.
Tra un prodotto perfettamente differenziato (ad esempio un detersivo in fusti) ed un altro poco curato ma distribuito in modo capillare, vince il secondo.
n.b. è una mia personale deduzione (!)
È esattamente ciò che succede nel mercato dell’editoria: i bestseller non sono I libri più belli del mondo, non necessariamente, alcuni fanno davvero pena, ma hanno una grande distribuzione. Lo stesso funziona con i contenuti. Lo stesso per quanto riguarda il tuo lavoro, la tua professione.
Essere bravi non è più sufficiente, bisogna che la gente sappia, che la gente veda.
A qualcuno potrebbe non piacere. Che dire? È il mercato, bellezza!
Vivere e morire per il ROI
[clickToTweet tweet=”“Il Roi è uno splendido indicatore ma un cattivo maestro”” quote=”“Il Roi è uno splendido indicatore ma un cattivo maestro””]Altro cambiamento rivoluzionario che si collega ed è causato dal punto precedente.
In un altro articolo di Penny dice “Il Roi è uno splendido indicatore ma un cattivo maestro”.
Può sembrare una cosa poco intuitiva, farà storcere il naso ma oggi non c’è niente di così vero.
L’aumento delle vendite può significare che hai lavorato bene ma non garantisce che accadrà in futuro. C’è bisogno continuamente di pensare e ripensare, anticipare I tempi, ascoltare il tuo mercato (il Pubblico, le persone).
O, un’altra chiave di lettura, non sempre è giusto lavorare per il Roi, non nel breve termine.
Abbiamo tantissimi esempi che dimostrano come sia necessario investire, dare prima di ricevere. Facebook l’ha fatto, Google l’ha fatto, coloro che oggi riempiono le arene, che vendono un sacco di libri, che hanno la fila alla porta, l’hanno fatto.
Sei tra quelli che avranno successo?
Ci impegniamo ogni giorno per riuscirci ma sappiamo benissimo che è difficile. Ci sono tanti fattori che hanno un ruolo in questa storia. Eppure c’è una costante, in qualche modo oggi è possibile prevedere se avremo successo o no.
Penso si tratti ancora una volta di “Lavorare duro, rimanere concentrati e sposare una Kennedy” sostituendo però un nuovo fattore al terzo punto.
Sposare una Kennedy è ancora valido ma non è più necessario un matrimonio. Oggi il più grande sponsor, il lasciapassare che apre le porte e le costruisce, sei semplicemente tu.
Tu ed il pubblico. Tu e le persone. Tu ed ogni persona che incontri.
Il tuo impegno in questa direzione. La voglia di perdere un minuto a parlare, a raccontare la tua storia, a comprare attenzione ascoltando quella degli altri.
Sei tra quelli che avranno successo? Come saperlo? L’unico modo potrebbe essere questo: guardarsi quando sei nella stanza e vedere se e quanto sei impegnato con le persone.
Cosa ne pensi?

Scrittore semplice | Co-Founder Purple&People | Papà di Nicolò, Giorgia, Quattro (Schnauzer) e Pixel in crisi (libro) Aiuto le persone a trovare-raccontare-vivere il proprio scopo. Qualcuno parlerebbe di Personal Branding ma preferisco dire “Posizionamento personale”. (Perché non riguarda affatto solo il tuo lavoro e perché l’obiettivo è vivere pienamente e non essere scelti da uno scaffale.)