
Narratrice ~ Ghostwriter Scrivo per capire. Scrivo per ricordare. La…
Finito un anno. Cominciato un altro.
Lo definiamo “nuovo”, ma sappiamo bene che di nuovo probabilmente c’è solo il numero finale della data.
Lo definiamo, come ogni anno, “l’anno del cambiamento”, ma sappiamo altrettanto bene che cambiare non sarà così facile e nemmeno così immediato.
Lo definiamo ancora in molte modalità differenti, per darci la carica giusta, per iniziare con i buoni propositi, per dimostrare a noi stessi, e probabilmente pure agli altri, che sì, questa volta sarà la volta buona per cambiare, per iniziare davvero a realizzare quel sogno nel cassetto, per dare una svolta alla propria vita, per lasciar andare e fare spazio.
Certo c’è chi ci riesce davvero, però per la maggior parte delle persone non è così vero. Non perché non sia possibile, ma perché non è facile.
Viviamo sperando che il nuovo anno sia più bello, più semplice, più ricco e più “tutto e subito”, per poi svegliarci una mattina e renderci conto che è stato un sogno spettacolare, ma pur sempre solo un sogno.
Non è che arriva l’anno nuovo e basta alzare gli occhi al cielo, vedere una stella cadente ed esprimere un desiderio. Come non basta avere la bacchetta magica di Harry Potter per rendere reali i propri desideri. Ed ancora non servono gesti scaramantici, cornetti scaccia guai e diavolerie varie per iniziare il nuovo anno come si vorrebbe.
Come non basta fare l’elenco dei buoni propositi che magari scriviamo pure nel nostro diario ma poi restano sempre i soliti buoni e vecchi propositi da riciclare anno dopo anno.
Dire e fare sono decisamente due azioni molto diverse.
A dire siamo bravi tutti, a fare un po’ meno.
Perché il fare implica il coinvolgimento di tutto il nostro corpo, cuore, cervello, creatività, emotività e anima inclusi. Altrimenti non funziona, o funziona male.
C’è chi direbbe che è tutta questione di consapevolezza. E avrebbe ragione.
Perché essere consapevoli è la base per poi fare e per continuare a dire ma con più cognizione di causa e non tanto per dare fiato alla bocca e ossigeno al cervello.
E per dirla con le parole del vocabolario Treccani, il nuovo, “come s.m. con valore neutro” sta a significare “il contenuto o il risultato di esperienze che si affrontano per la prima volta”.
Così augurare ed augurarsi un nuovo anno assume un significato più profondo che parte dell’importanza di quell’essere consapevoli che di fronte abbiamo 365 giorni di “esperienze che si affrontano per la prima volta”.
Anche quelle che già si pensa di conoscere, perché non è l’anno ad essere nuovo, forse siamo noi ad essere un po’ diversi rispetto all’anno appena passato.
E allora… Buon “nuovo” anno!
Cosa ne pensi?

Narratrice ~ Ghostwriter Scrivo per capire. Scrivo per ricordare. La mia vita è scandita da tre parole, che sono molto più di semplici parole: carta, penna ed emozioni. E lungo il mio viaggiare non manco mai di prendere tutto ciò che incontro, anche sassi ed imprevisti all'occorrenza. Ogni domenica puoi leggere di me e sua maestà Open il gatto sulla rubrica "OpenZen" di purpletude.