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Sospendere il pensiero per un attimo

Sospendere il pensiero per un attimo

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Viviamo nell’epoca della ragione e nessuno metterebbe mai in dubbio il fatto che pensare sia un’azione “buona”. Tuttavia, è capitato a tutti noi di trovarci in situazioni in cui pensare di più non ci ha fatto stare meglio. Anzi, ci ha fatto stare peggio! Quando capita, ci farebbe comodo avere un freno per rallentare o addirittura sospendere il pensiero.

In questo articolo vorrei parlare proprio di questo: come sospendere il pensiero per un po’.

Primo: Cos’è il pensiero?

Due considerazioni importanti su come funziona il pensiero prima di capire come sospendere il pensiero.

Le neuroscienze ci insegnano che il pensiero non è un’emozione. Le emozioni (paura, rabbia, tristezza) si accendono e si spengono in pochi istanti quando percepiamo un cambiamento attorno a noi. Il pensiero è sempre attivo. Il suo ruolo è gestire l’interazione tra noi, l’ambiente dentro di noi e l’ambiente fuori da noi.

Come spiegano Elisabeth Rochat de la Vallée e Claude Larre, nei testi medico-psicologici cinesi (Lingshu e Huang Di Nei Jin So Wen) per indicare il pensiero si usa l’espressione Si (思). Questa espressione è costruita da due ideogrammi:

  • L’ideogramma Tian 田 consiste in un quadrato diviso in ulteriori quattro quadratini. È lo stesso ideogramma utilizzato per indicare un campo agricolo. Quindi, non un pezzo di terreno selvaggio, ma un pezzo di terreno oragnizzato e suddiviso in parti.
  • L’ideogramma Xin 心 è quello utilizzato per indicare il cuore.

Il primo 田 suggerisce uno spazio chiuso e ben organizzato. Il secondo 心, invece, sembra dipingere uno spazio aperto in cui le cose vanno e vengono, senza sostare. In gergo medico si dice che il cuore è vuoto e per stare bene deve rimanere vuoto. I soffi devono poter circolare in esso liberamente. I soffi sono le sensazioni (il cuore in questo caso è inteso come coscienza), ma i soffi sono anche le gocce di sangue (il cuore in questo caso è inteso come vero e proprio organo).

Il pensiero quindi è dato dalla compresenza di queste due condizioni di per sè antitetiche:

  • 田 ossia IDEE CHIARE: organizzazione.
  • 心ossia FLUSSO DI COSCIENZA: libero flusso.

Il pensiero è equilibrato

Il pensiero, Si (思), è equilibrato quando c’è equilibrio tra statica (田) e dinamica (心), tra analizzare (田) e lasciare che le cose seguano il proprio corso (心).

Il pensiero è squilibrato

Parliamo, invece, di pensiero squilibrato quando la statica (田) prevale sulla dinamica, quando analizzare prevale sul lasciare scorrere (心).

Quando il pensiero è troppo

Quando il pensiero è squilibrato quello che accade è che pensiamo troppo! Ore e ore a cercare la soluzione definitiva ad una domanda. Giorni a cercare di scacciare dalla nostra testa un’immagine, una parola, un suono che ci ossessiona.

Cosa facciamo per sospendere il pensiero

E quando pensiamo troppo cosa facciamo? Sembra strano a dirsi, ma, confortati dal fatto che pensare è sempre “giusto”, siamo portati a pensare ancora di più.

Se siamo presi da un dubbio e dalle domande che da esso scaturicono, cerchiamo di pensare di più convinti che solo se troveremo una risposta alle domande, il dubbio se ne andrà.

Quando ossessionati da immagini, suoni, parole, cerchiamo di pensare di non pensarle. Convinti che pensare di non pensare sia pensare di meno.

Il pensiero è come l’acqua

Quello che otteniamo, però, è esattamente il contrario. La sospensione del pensiero sembra come l’acqua. Più cerchi di afferrarla, più ti sfugge. E quando non le dai limiti, dilaga e non ti porta da nessuna parte. L’unico modo per gestire l’acqua è darle degli argini entro cui scorrere, così anche l’unico modo per gestire il pensiero è dargli limiti entro cui calcolare.

Come mettere argini al pensiero

Il pensiero è una funzione essenziale per la nostra vita. Come tale non può essere fermata. Smettere di pensare sarebbe come smettere di adattarsi al mondo attorno e dentro di noi. Ecco perché i farmaci sedativi del pensiero hanno anche numerosi effetti collaterali fisici.

Quello che ci è dato di fare è rendere il pensiero così fluido da divenire silenzioso.

Pensate all’acqua. Fa rumore quando scorre in uno spazio angusto. Così è il pensiero. Fa rumore e disturba quando costretto a destreggiarsi con missioni impossibili.

Le domande impossibili

È utile cercare di rispondere ad una domanda che non può avere risposta?

Quando una domanda non può avere una risposta rassicurante e definitiva, continuare a cercare di darle una risposta significa confinare il pensiero in uno spazio angusto da cui non c’è via d’uscita.

Il risultato è che non troveremo risposte e ci sentiremo sempre più insicuri.

Immagini, suoni e parole indesiderate

È davvero utile cercare di cacciare le ossessioni se per farlo dobbiamo pensarle di più?

Quando un’immagine, una parola, un suono ci ossessiona, cercare di respingerlo è pensarlo di più. L’esito sarà che ne saremo ancora più ossessionati.

Come suggerisce Giorgio Nardone “Cogito ergo soffro” (Penso quindi soffro).

Sospendere il pensiero non è fermarlo, ma renderlo silenzioso

Quando pensiamo di non pensare, in realtà stiamo pensando in modo fluido. Sospendere il pensiero è solo renderlo silenzioso. E renderlo silenzioso è farlo lavorare solo su ciò su cui può lavorare con successo. Evitare la sfida a volte è il modo migliore per vincerla.

C’è una bella storia Zen che ci aiuta a chiarire questo aspetto.

“Una volta Tanzan ed Ekido camminavano insieme per una strada fangosa. Pioveva ancora a dirotto.

Una volta Tanzan ed Ekido camminavano insieme per una strada fangosa. Pioveva ancora a dirotto. Dopo una curva, incontrarono una bella ragazza, in chimono e sciarpa di seta, che non poteva attraversare la strada.

“Vieni ragazza” disse subito Tanzan. Poi la prese in braccio e la portò oltre le pozzanghere.

Ekido non disse nulla finché quella sera non ebbero raggiunto un tempio dove passare la notte. Allora non poté più trattenersi. “Noi monaci non avviciniamo le donne” disse a Tanzan “e meno che meno quelle giovani e carine. È pericoloso. Perché l’hai fatto?”.

“Io quella ragazza l’ho lasciata laggiù” disse Tanzan. “Tu la stai ancora portando con te?”.

Sospendere il pensiero è simile a vivere al meglio piuttosto che a pensare come vivere al meglio.

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