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Informatica di base: un punto per la ripartenza

Informatica di base: un punto per la ripartenza

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Da 10 anni sono un insegnante di informatica di base e mai come in questa situazione mi sono reso conto delle grosse lacune dovute ad un gap digitale nel nostro paese.

Una scuola (non) tecnologica

Qualche tempo fa lessi articolo del Fatto Quotidiano che metteva in luce gli aspetti di una scarsa digitalizzazione del nostro paese proprio dove dovrebbe esserci una forte intraprendenza ed innovazione, cioè negli istituti scolastici.

In realtà si è visto quanta arretratezza digitale ancora non accenni a diminuire, soprattutto con la didattica a distanza forzata nelle scuole, rivelandosi tutt’altro che una passeggiata

Questa pandemia ha chiaramente dimostrato che il nostro Paese non solo ristagna sempre nella stessa tecnologia dello smartphone, ma è proprio indietro come cultura digitale e come informatica di base.

Siamo tutti connessi?

Nel 2020 inoltrato molti paesi, città e zone d’Italia non hanno una copertura della fibra ottica (ad esempio il mio) oppure manca una classica ADSL che possa coprire molte esigenze che nel corso del tempo verranno sempre più ampliate, basti pensare ad esempio allo streaming video dei servizi come Netflix, Prime Video o il nuovo Disney+ che stanno letteralmente spopolando.  

A proposito di connessione internet, AGCOM ha rilasciato da circa un paio d’anni la Broadband Map, dove sono indicate le coperture della rete nel nostro paese: su un largo numero di famiglie analizzate che hanno la copertura della linea fissa troviamo il 95,1% raggiunte dalla banda larga cioè la minima, con una velocità superiore ai 2Mbps (Megabit per secondo); la percentuale scende se analizziamo la copertura con la linea che va oltre i 30Mbps (68,5%) mentre un 36,8% per una velocità oltre i 100Mbps. 

Personalmente, nella mia abitazione una connessione 7Mbps (quando funziona bene) è il massimo a cui posso aspirare se intendo avere una rete fissa di casa con costi decisamente alti per il servizio offerto. 

Con l’arrivo della pandemia, la quarantena ed il conseguente lavoro da casa, ho acquistato una ulteriore SIM che potesse coprire tutte le nostre esigenze ad un costo molto più basso del tipico abbonamento.

A proposito, avete letto l’articolo “Smart Working: come farti passare la voglia di lavorare a distanza“?

Internet e gli strumenti tecnologici.

Tornando al fattore connessione nazionale, come si evince dai dati della mappa pubblicata da AGCOM, non è solo una questione di cultura digitale come accennato prima, ma c’è un vero e proprio problema di accesso limitato alla rete internet. 

Per non parlare degli strumenti necessari ad affrontare la scuola di oggi e di domani: non tutte le famiglie hanno a disposizione uno strumento come il computer classico, ma ci si basa su smartphone e tablet che non offrono certo una grande comodità per guardare le lezioni e prendere appunti come potrebbe farlo il PC portatile o fisso. 

Ed ecco che (ri)appare il digital divide, quel gap generazionale (ma anche sociale) che permette ad alcune persone di accedere alla conoscenza grazie alla tecnologia e chi invece rimane escluso fuori, per scelta o, come in questo caso, per una pura mancanza di materiale. 

Il lockdown sta per finire ma non è detto che non ritorni più, e la corsa ai ripari obbligata e frettolosa in quasi tutti i campi di questi mesi ci ha fatto capire che il digitale (forse?) può veramente aiutarci in tantissime situazioni, personali e professionali. 

Informatica di base

Quale potrebbe essere una proposta per una digitalizzazione di questo paese?

Ripartiamo dalle basi, anzi dall‘informatica di base, dalla connessione regolare per tutti, riprendiamo in mano i computer ancora prima del telefono ed impariamo l’uso della tastiera, dello scrivere, della contabilità, della connessione, della ricerca corretta su internet. 

Utilizziamo gli strumenti che già ci sono ma che, fino a due mesi fa, venivano ignorati oppure non c’era l’interesse o le necessità per poterli conoscere; sto parlando ad esempio dello SPID per accedere a tutti i servizi della pubblica amministrazione, senza impazzire per avere decine di codici PIN sparsi in foglietti. 

La tecnologia non è solo Facebook, selfie su Instagram o video su TikTok ma è ben oltre e solo avendo una piccola base di conoscenze digitali potremo essere più tranquilli/e in futuro, senza farci cogliere alla sprovvista in caso di problematiche interne ed esterne al paese.

I tempi sono cambiati ed è ora di capirlo; la tipica frase che mi sentivo dire: “Io di tecnologia non ci capisco niente” non solo non ha più motivo di esistere ma deve essere solamente un lontano ricordo. 

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