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Il 50% della popolazione mondiale viene ignorato: “Invisibili”, il saggio di Caroline Criado Perez

Il 50% della popolazione mondiale viene ignorato: “Invisibili”, il saggio di Caroline Criado Perez

caroline criado perez
TITOLO:Invisibili
AUTRICE:Caroline Criado Perez
CASA EDITRICE:Einuadi
ANNO:2020 (prima edizione 2019)
PERCHÉ:Interesse per le tematiche femminili
PAROLA:Grigio
CANZONE:Ironic di Alanis Morissette

E comunque dove sta scritto che i modelli di riferimento debbano funzionare solo per gli individui dello stesso sesso? «Non si può essere esemplari in quanto persone e basta?» Be’, non proprio: come abbiamo visto, la gente legge «persona» e pensa «maschio». E se è vero che le donne possono, in una certa misura, scegliersi un uomo come fonte di ispirazione, è difficile che gli uomini prendano a modello una donna.

Quando ero ancora una bambina avevo deciso che, se avessi avuto una figlia, l’avrei chiamata Sabrina, come la fisioterapista da cui andavo due volte a settimana a causa della mia scogliosi. Sabrina per me era un esempio di delicatezza ed empatia. Quando ero ancora una ragazzina, ammiravo Alida, la mia insegnante di nuoto. Per me lei era un esempio di professionalità e competenza e, contemporaneamente, di ironia e irriverenza. Sempre nello stesso periodo, stimavo anche mia zia. Per me lei era un esempio di caparbietà, coraggio e avventura. Quando ero adolescente sognavo di diventare come Ursula, una ragazza conosciuta in Germania che viveva da sola, conosceva perfettamente l’italiano e il tedesco e lavorava per la BMW. Per me lei era un esempio di autonomia, successo professionale ed economico. Invece le persone famose a cui guardavo con ammirazione, sempre durante la mia fanciullezza e adolescenza, erano: Ramses II, Martin Luther King, Roberto Baggio, Nelson Mandela, Alessandro Barrico, Massimiliano Rosolino, Tom Cruise.

Tra le persone che incontravo nella mia vita e che conoscevo personalmente, quelle che prendevo come fonte di ispirazione erano donne; al contrario tra le persone che conoscevo solo attraverso la tv, i libri, la musica, la scuola o i racconti, erano uomini (d’ora in poi inteso sempre come “esseri umani di sesso maschile”). Sul fatto che io sia stata fortunata per l’infanzia e l’adolescenza che ho vissuto non c’è ombra di dubbio. Invece i dubbi mi sono sorti nel momento in cui ho iniziato a chiedermi come mai, uscita dal mio micro mondo, i miei modelli fossero diventati tutti maschili. Come mai non mi ispiravo a donne famose? Grazie a Invisibili, il saggio di Caroline Criado Perez, ho trovato la risposta; il motivo è il gender data gap, ossia la mancanza di dati di genere. Non ci sono dati sulle donne, non ci sono informazioni sulle donne, non ci sono studi sulle donne, non ci sono racconti sulle donne.

Perez, citando ricerche, dati e statistiche, dimostra come il mondo sia costruito e pensato a immagine e somiglianza dell’uomo, dimenticandosi semplicemente, e a volte ignorando volutamente, le donne. Quindi gli smart-phone e le tastiere dei pianoforti vengono progettati pensando alla misura delle mani di un uomo medio; le automobili sono costruite tenendo conto delle dimensioni e forme del corpo dell’uomo medio, così come i manichini utilizzati per le prove d’urto; la temperatura negli uffici è tarata in base alla temperatura corporea maschile; nei libri di testo universitari di medicina, le parti del corpo “neutre” raffigurate con immagini maschili sono tre volte più numerose delle raffigurazioni femminili; in ambito di sperimentazione medica, gli sudi sugli animali utilizzano prevalentemente cavie maschili. Potrei continuare ad oltranza. E tutto questo succede perché non sono stati raccolti dati sulle donne, perché non vengono prese in considerazione.

È un libro molto dettagliato, si addentra in diversi campi e offre numerosi spunti di approfondimento. Personalmente due sono gli aspetti che mi hanno nettamente colpita. Il primo è stato rendermi conto di come la predominanza maschile aleggi ovunque perché diamo il maschile per scontato. Lo diamo per scontato nel linguaggio, nelle professioni, nelle progettazioni, nei dati statistici, nelle decisioni, nei luoghi di potere, in ciò che osserviamo. E questo nonostante (io in primis) non ce ne rendiamo sempre conto, arrivando addirittura ad alimentare tale predominanza maschile. Esemplificativo è il caso, raccontato nel libro, dei graffiti preistorici che raffigurano gli animali oggetto di caccia. Siccome erano gli uomini a dedicarsi all’attività della caccia, si è sempre dato per scontato che anche gli autori dei graffiti fossero uomini. Alcuni studi recenti, analizzando le impronte delle mani che compaiono affianco alle raffigurazioni degli animali in alcune grotte in Francia e Spagna, hanno dimostrato che la maggior parte dei disegni è opera di donne.

Il secondo aspetto che mi ha colpita è stato scoprire come si eviterebbero numerosi decessi e numerosi sprechi di denaro, semplicemente prendendo in considerazione le donne. Uno dei casi citati nel libro è quello della città svedese di Karlsloga dove il servizio di sgombero neve era pianificato in modo tale da dare la precedenza alla ripulitura delle strade più trafficate, lasciando per ultimi i marciapiedi e le piste ciclabili. Le strade più trafficate erano prevalentemente percorse dagli uomini, i quali tendono a spostarsi in automobile; i marciapiedi e le piste ciclabili erano prevalentemente utilizzate dalle donne, le quali tendono a spostarsi a piedi, in bici o con i mezzi pubblici molto di più di quanto facciano gli uomini. Qualcuno o qualcuna ha sollevato il problema e l’amministrazioni ha invertito l’ordine delle operazioni di ripulitura. Nessuno se l’aspettava, ma questo semplice intervento di aggiustamento ha comportato un notevole risparmio: il 50% in meno di infortuni di pedoni che scivolavano sui marciapiedi, meno tempo ospedaliero dedicato alla cura di questi infortuni, meno denaro pubblico speso. La cosa sorprendente è che il vecchio piano di ripulitura non era stato ideato per avvantaggiare gli uomini rispetto alle donne, semplicemente c’era una mancanza di dati di genere, un’assenza di prospettiva: non si era pensato alle donne. Quante altre volte accade qualcosa di simile?

Invisibili è un libro che mette, per la prima volta, in primo piano il 49,584% (dato tratto da The World Bank) dell’intera popolazione mondiale, le donne appunto. Invisibili è certamente un libro che ogni donna dovrebbe leggere, ma è soprattutto un libro che ogni uomo dovrebbe leggere. Invisibili è un’opportunità, per tutt* noi.

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