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Gestire la comunicazione d’impresa attraverso lo storytelling

Gestire la comunicazione d’impresa attraverso lo storytelling

Saper vendere

Cosa significa gestire la comunicazione d’impresa attraverso lo storytelling? E questo storytelling che aspetti va a toccare, in fondo?

Questo è uno degli articoli più complessi che abbia mai scritto.

Non intendo qui su. Dico: in assoluto. Ne parlo da persona che ha nel proprio archivio non meno di seicento racconti (seicento), vari romanzi non pubblicati, una massa di articoli postati nel tempo su blog diversi, alcuni dei quali non ricordo nemmeno più; poesie, eccetera.

Sarà un mese circa che covo questo pezzo. E mi chiedo: cosa voglio dare di eccellente ai lettori di Purpletude? Cosa posso conferire loro, a quelle persone che hanno bisogno di confrontarsi con pareri diversi per cavalcare la differenza che hanno come persone per se e operatori di un mercato?

E ecco, ho pensato che posso far loro intuire ciò che stanno facendo nel profondo; in quella parte di mondo che si muove con estrema lentezza, come il fondale marino, e conserva valori, convinzioni innestate, e perché no, bugie che sono servite fino a questo momento e che ora, magari, iniziano a mostrare i segni del tempo.

Nel precedente articolo ho detto che quando vendiamo, non vendiamo un’emozione, ma un prodotto.

Oggi vi voglio convincere del contrario. Una volta che avete portato il vostro prodotto, o il vostro servizio, a livelli di assoluta eccellenza, e ne siete convinti, eccovi pronti per comprendere cosa potete dare al mondo: emozioni. Scrivere storie, così come raccontare storie – e raccontate storie alle caposala che vogliono sapere dei vostri guanti monouso, alle ferramenta quando vendete trapani che renderebbero orgoglioso Vernon Dursley o ai librai cui proponete un nuovo autore , comporta creare una spaccatura nell’immaginario dell’altra persona, e un suo immediato riempimento. Significa fare un atto d’amore nei confronti dell’interlocutore, fosse anche la persona meno dotata di intelligenza o sensibilità che conosciate: significa dirgli, in qualche modo, Entro a far parte del tuo mondo per questo quarto d’ora e ti prometto che alla fine della narrazione sarai una persona diversa, che decida di aprire i cordoni della borsa o meno.

Per poter fare questo, è necessario avere coscienza di tre aspetti diversi: cosa stiamo comunicando tacendo, cosa comunichiamo di noi parlando, cosa comunichiamo del nostro lavoro parlando.

Perché dicevo in apertura che è un articolo complesso? Perché mi sono concesso settecentocinquanta parole, non una di più, per elencarvi questi tre aspetti.

Conosco troppe persone che sottovalutano il primo aspetto. Non vi annoierò con le solite indicazioni su verbale, paraverbale, non verbale; preferisco parlare di quella mia amica, eccellente persona e molto simpatica, che non appena entra nel ruolo professionale e veste un tailleur che le sta d’incanto scarta tutti gli aspetti per i quali le voglio bene per poter essere in qualche modo accettata – secondo i suoi criteri; o gli agenti che lavoravano dietro le mie indicazioni, persone amabili quando si trattava di mangiare insieme uno stinco a Merano o bere una birra ma improvvisamente noiose se dovevano parlare di un prodotto. Quando lavoriamo siamo sempre noi, noi con i nostri problemi, le nostre fatiche, le nostre gioie e i nostri amori; e la gente è affamata di storie e di persone complesse, soprattutto ora che queste storie e queste persone sembrano uscire da uno stampo quando non da uno zuccherificio che confeziona bustine tutte uguali.

Parlando, questo lato dell’umanità deve uscire con forza. La gente non deve semplicemente prendere da noi un prodotto, ma trarre ispirazione da un comportamento. Guardate il vostro facebook, il vostro linkedin. Quanti like avete dato, o ricevuto, senza leggere? Quante volte avete sottilmente detto: Sì, non contesto perché non ne ho voglia, ma sarebbe una questione da approfondire? Questo mondo ha un nome, sano fino a un certo livello e poi devastante: Noia. La noia è creativa fino a un certo punto, ed è la migliore amica di ogni creatore; ma poi diventa pastosa, e invischia tutto ciò con cui si trova a che fare. Parlando con un cliente, o un fornitore, avete un’immensa opportunità: estrarlo dalla noia e comunicargli una visione.

Sull’ultimo elemento, è troppo specifico per affrontarlo qui. Posso però fare una cosa che raramente faccio, ma che qui ha un senso: invitarvi al workshop di scrittura “Gestire la comunicazione d’impresa attraverso lo storytelling” che Purpletude e io abbiamo organizzato a Milano sabato 23 novembre, dalle 10 alle 18.

Sarà un giorno di lavoro intenso vòlto a estrarre dal vostro modo di comunicarvi il valore reale di ciò che potete donare, e veicolare tramite il vostro lavoro. Vi consiglio di non mancare.

 

Gestire la comunicazione d’impresa attraverso lo storytelling
Workshop di scrittura con Ivano Porpora
Milano, sabato, 23 novembre, dalle 10:00 alle 18:00.
Per maggiori informazioni e per iscriversi: clicca qui.

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