All’età di tre anni ho deciso di diventare vegetariano; in…
Il nostro collaboratore e amico Iacopo Melio ha ottenuto un risultato record alle elezioni regionali, dove si presentava come capolista nel comune di Firenze per il Partito Democratico.
Gli elettori gli hanno dato fiducia e lo hanno eletto come consigliere regionale.
Iacopo aggiunge così una nuova responsabilità a quello che è un percorso coerente di impegno civile e attivismo che lo contraddistingue da sempre e che si è concretizzato, nel 2015, nella creazione della Onlus #Vorreiprendereiltreno, diventata un punto di riferimento nazionale per la disabilità.
E, da attivista serio, ha anche scritto tre libri: Parigi XXI (Miraggi Edizioni), Faccio salti altissimi (Mondadori) e Buonisti (People).
Tuttavia chi lo conosce bene sa che la sua visione del mondo va ben al di là delle lotte contro le barriere architettoniche che lo hanno reso famoso.
È vero, Iacopo Melio vorrebbe poter prendere il treno, ma vorrebbe anche un mondo dove una persona transgender possa vivere la sua transizione in maniera serena; dove un disgraziato che fugge dalla guerra e dalla miseria possa sentirsi accolto; dove una persona immunodepressa non debba aver paura di uscire di casa.
Quando mi disse in confidenza che si sarebbe candidato, qualche giorno prima che la notizia uscisse sulla stampa, ho pensato che la politica avrebbe complicato tutto. Anche il suo impegno di sensibilizzazione e di divulgazione come attivista per i diritti umani e civili.
Certo, non ci voleva un genio per capire da quale parte dello scacchiere politico si posizionasse Iacopo Melio; e se uno non aveva voglia di leggere i suoi interventi su Facebook, Fanpage o Purpletude, perché troppo impegnativi, bastava dare un’occhiata ai commenti degli haters che facevano a gara a chi scriveva l’insulto più creativo.
Ogni tanto mi sono sentito mortificato per le schifezze che gli scagliavano contro. Invece lui restava sereno. Anzi: sembrava quasi trasformare tutto quell’odio in una specie di affetto per il prossimo. Un budda in sedia a rotelle, insomma.
E mentre scrivo di Iacopo, mi rendo conto che ne parlo al passato e che esagero un pochino, come se questo fosse un eulogio di commiato. Accidenti. Sì, è come dicevo poco fa: ho paura che la politica complichi tutto.
Le logiche delle leve del potere sono estranee alla purezza d’animo di questo ragazzo. Cosa gli succederà? Rimarrà schiacciato dagli ingranaggi di quel mondo che lui è convinto di poter migliorare? Oltre alle mitragliate degli oppositori politici, riuscirà a sopravvivere anche al fuoco amico, che a volte è quello più letale?
“Non preoccuparti, Boss” – è questo che mi dirà quando leggerà queste righe.
“Lo sai che mi preoccupo sempre, dott cav e ora pure onorevole Melio“.
Forse è solo un mio pregiudizio: personalmente, mi procurerei del Tamiflu, prima di entrare in contatto con certi rappresentanti del popolo…
Poi in realtà, lo so bene: io e lui abbracciati facciamo due persone normopeso (senza carrozzina, eh) – ma i suoi sono 25 chili che contano; Iacopo saprà portare la sua visione chiara e rispettosa del mondo anche negli anfratti oscuri dei palazzi della politica.
A lui, anche a nome delle colleghe e dei colleghi di Purpletude, faccio i nostri sinceri auguri per questa nuova avventura. Dita incrociate!
Le congratulazioni, invece, le porgo alla Toscana intera, perché in Iacopo Melio ha appena guadagnato un consigliere regionale onesto, umano e compentente.
“Boss?”
“Dimmi, Iac…“
“Il titolo però…“
“Battuta un po’ facilina?“
“Un po’ tanto clickbait, direi…“
“Eh, la tirannia del SEO. Vediamo te e i tuoi principi come ve la cavate, fra sei mesi…”
“…“
Cosa ne pensi?
All’età di tre anni ho deciso di diventare vegetariano; in seconda elementare, la maestra ha convocato i miei genitori perché “non era normale” che un bambino conoscesse tutti i nomi dei funghi in latino; a 13 anni ho amato per la prima volta senza sapere che non era amore; a 15 ho smesso di fare decathlon perché odiavo la competizione; ancora minorenne, sono stato processato da una corte marziale. A 20 anni mi sono sposato e a 23 ho divorziato; a 25 anni dirigevo una start-up che ho fatto fallire; a 29 ho avuto la meningite, sono morto ma non ho saputo restarlo. A 35 anni ho vissuto una relazione poliamorista e sono diventato padre di figli di altri. A 42 mi sono licenziato da un posto fisso, statale e ben pagato per fondare l’Agenzia per il Cambiamento Purple&People e la sua rivista Purpletude. A parte questo, ho 20 anni di esperienza nelle risorse umane, ho studiato a Ginevra, Singapore e Los Angeles, ho un master in comunicazione e uno in digital transformation e ho tenuto ruoli manageriali in varie aziende e in quattro lingue diverse: l’ONG svizzera, la multinazionale francese, le società americane quotate in borsa, la non-profit parastatale. Mi occupo soprattutto di comunicazione del cambiamento, di organizzazioni aziendali alternative e di gestione della diversità – e scrivo solo di cose che conosco, che ho implementato o che ho vissuto.