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Come liberarsi dalla paura delle malattie

Come liberarsi dalla paura delle malattie

ipocondria

La paura delle malattie è una cosa seria e non guarisce con esami e rassicuranti frasi del tipo “Non hai nulla!”. Un tempo era chiamata Ipocondria, oggi Ansia da malattia (DSM V). Di paura delle malattie si soffre, si muore e si sta meglio quando ci se ne libera.

Per togliersela di dosso definitivamente, sono necessarie due condizioni:

  1. Riconoscere che la paura delle malattie esiste e a volte può coesistere con la malattia stessa. Tuttavia, questo non è un buon motivo per curare solo la malattia e non la paura della malattia.
  2. Che si prescriva per essa una cura efficace, che anch’essa esiste, e non è una pastiglietta sedativa o una pacca sulla spalla.

Un problema senza numeri

Non starò qui a dare i numeri del problema. Non dirò quante persone ne soffrono. Sarebbe scorretto. Da medico e psicoterapeuta lo so benissimo che:

  • Nessun medico scrive sul referto la diagnosi di Ansia da malattie (anche se esiste).
  • Nessun paziente si adopera perché qualcuno gliela faccia (anche se sa di averla).

Quindi, guardatevi intorno e magari anche dentro. Dovrebbe bastarvi per capire quanto sia pervasiva questa paura.

Il vecchio e il nuovo paradigma

Veniamo da un’epoca in cui l’importante, in medicina, era escludere il “brutto male”. La frase “Tranquillo, no hai nulla!” metteva in pace tutti. Oggi le cose sono cambiate.
Le malattie possibili sono un’infinità e di brutti mali ne esistono di tante fogge. Ad essere rigorosi nessuno può più pensare di se stesso “Non ho nulla!”, né un medico può dire ad un paziente “Non hai nulla!”. Lo diciamo, ma non è scientificamente corretto. Tutti abbiamo un potenziale inizio di “qualcosa”.

È in questo contesto che può nascere e a volte dilagare la paura delle malattie. Una costante preoccupazione per il proprio stato di salute, per cui ad ogni minimo rumore del corpo viene il dubbio che si tratti di una gravissima malattia. Il problema è che questo dubbio non è mai né del tutto giustificato né del tutto ingiustificato. Il problema è saper dare il giusto peso alle sensazioni. Qualcuno ha l’incapacità di farlo. E in questo caso è malato! Né più né meno di chi ha il diabete.

Sembra incredibile, ma si può soffrire di paura delle malattie

Tuttavia non è ancora così semplice accettare che si possa soffrire di paura delle malattie tanto quanto si soffre di malattia. E quel che è più trascurato è il fatto che si possa soffrire di entrambe al tempo stesso.
Si cura la mente solo se il corpo sta bene. Così se entrambi soffrono, si finisce per curare solo il corpo. E se entrambi avessero bisogno di un po’ di terapia?

La paura delle malattie esiste così come esiste la psicoterapia capace di curarla. Il problema e la sua soluzione.

Chissà quando decideremo di sfruttare questa possibilità?

Come siamo arrivati a questo punto?

Difficile dare una risposta definitiva. Dovremmo parlare di Platone, Cartesio, di qualche Papa e di qualche altro personaggio. Un’altra volta!

Tuttavia, è abbastanza certo che in un’epoca razionale come la nostra, l’ostacolo più grande al riconoscimento della paura delle malattie è il fatto che è un’emozione, e come tale nessuno può misurarla e fotografarla e al tempo stesso curarla con pillole o ragionamenti. Pensiamo ancora che esista solo la realtà misurabile, il resto sarebbe finzione.

L’unico modo per riconoscere la paura delle malattie è cercarla con gli occhi e ascoltarla con le orecchie. Riconoscere i segni che confermano che esiste e fa soffrire.

L’unico modo per curarla è far si che chi ne soffre impari a dare il giusto peso alle sensazioni del corpo.

Ma per produrre questo servono medici e psicologi che sanno far cambiare i propri pazienti. E questa è una cosa difficilissima da accettare per professionisti che sono abituati a curare, non a cambiare.

Troppo grandi per pensare che la paura di sciolga ragionando

Siamo nell’epoca delle neuroscienze e ormai ne sappiamo troppo su come funziona il cervello per continuare a vivere come se fossero i ragionamenti che plasmano le azioni e non il contrario.
Siamo troppo ‘grandi’ per continuare a vivere come se la paura delle malattie potesse svanire solo perché un referto dice: “Tranquillo, non hai nulla!”.

Qualcuno potrebbe rispondermi che siamo nell’epoca degli esami e non dei medici. La gente non si fida più delle parole, ma dei fatti! Non ascolta i pareri dei professori, ma pretende esami. Una volta si accontentava della radiografie, adesso pretende la Risonanza Magnetica Nucleare, prima si accontentava degli esami del sangue, adesso pretende “tutti” gli esami del sangue.

Come se la paura facesse differenze tra visite specialistiche ed esami!

Scusate se vi deludo. Per la paura i ragionamenti, valgono tanto quanto le immagini e i numeri sui referti: nulla più di un momentaneo sedativo. Chi volesse mettere la parola fine alla propria paura delle malattie, deve lasciar perdere tutto questo. Continuare a fare esami è giusto quando è il corpo a soffrire. Se è la mente che si dispera, la terapia deve essere fatta di parole e esperienze terapeutiche che cambino il modo di gestire le sensazioni corporee.

Se una persona soffre di paura delle malattie, perché dovremmo dirle “Non hai nulla!”. Ha paura. E questo è avere qualcosa.

La paura delle malattie esiste

La paura delle malattie è una malattia essa stessa, né più né meno del diabete mellito. La prima è la difficoltà nel gestire le sensazioni corporee, il secondo è la difficoltà nel gestire gli zuccheri.

Quando una persona “normale” ingerisce zuccheri, il suo corpo reagisce. Rimuove gli zuccheri dal sangue e li fa entrare nei tessuti corporei affinché se ne servano. Una persona diabetica, invecem quando ingerisce zuccheri non è capace di farli entrare nei tessuti corporei, così si ritrova con tanto zucchero nel sangue, il che produce effetti “tossici” per il corpo.

Quando una persona “normale” sente delle sensazioni provenire dal proprio corpo, la prima cosa che fa è assecondarle come espressione di un corpo vivo che si adatta alla vita. Dorme quando ha sonno, mangia quando ha fame, beve quando ha sete, si rilassa e per un po’ non mangia quando fa fatica a digerire.

Chi soffre di paura delle malattie, quando avverte una sensazione fisica, non è capace di darne una valutazione equilibrata.

  • Quando ha sonno, si domanda “Perché sono stanco?”;
  • Quando ha fame, si domanda “Non avrò un tumore allo stomaco?”;
  • Quando ha sete, si domanda “E se avessi il diabete?”;
  • Quando fa fatica a digerire, cerca su internet “Cause fatica digerire”.

Nessuno direbbe mai ad una persona che ha il diabete mellito “Non hai nulla!”, dal momento che è biologicamente incapace di gestire gli zuccheri. Tuttavia, moltissimi, anche medici, continuano a dire a chi ha paura delle malattie “Non hai nulla!”. Come se avere paure delle malattie, fosse espressione di stupidità e poca forza di volontà e non di una reale incapacità.

Come sbloccare la paura delle malattie

La prima cosa da fare per sbloccare la paura delle malattie è smettere di curarla come se fosse un disturbo del corpo e cominciare a curarla per quello che è: un problema della mente. Stop discorsi razionali ed esami.

Serve una terapia che sblocchi il modo disfunzionale che la persona ha di attribuire alle proprie sensazioni corporee una valenza come di espressione di malattia fisica.

Per fare questo è essenziale rivolgersi a professionisti del cambiamento della mente e non solo dell’ascolto delle sue sofferenze. Si chiamano psicoterapeuti. Possono essere medici o psicologi e lavorano per cambiare, non per ascoltare e consolare. Vi consiglio di leggere questo libro di Giogio Nardone e Alessandro Bartoletti per capire cosa intendo.

Come tenere lontana la paura delle malattie

Tuttavia, fermarsi qui, sarebbe un grande errore. E infatti un ottimo psicoterapeuta non si limiterà mai a rilassare il paziente. Non lo mollerà fino a quando non avrà finalmente cominciato a prendersi cura del proprio corpo in modo funzionale.

Quando la paura delle malattie è stata “sbloccata”, chi ne soffre da molto tempo si trova spesso in una situazione molto particolare. Non ha più una paura ingiustificata delle malattie, non si preoccupa più che un semplice neo sulla pelle possa essere un melanoma. Si rende tuttavia conto che il suo corpo ha tante debolezze.

In tutti gli anni in cui ha avuto paura, ha sempre cercato di schivare la malattia, ma si è dimenticato di coltivare la salute. Quando si guarda allo specchio non vede più gli spettri, ma riconosce i segni della noncuranza.

All’inizio è un po’ addolorato, mentre pensa a tutti gli anni passati ad aver paura. Poi, però, decide di darsi da fare e inizia a coltivare se stesso.

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