
Padre di Violante e marito di Tania. Divido la mia…
Viviamo in un momento di grande espansione tecnologica.
Tutto ciò che abbiamo, e che usiamo a livello digitale in questo momento, farà da ponte tra quelle che ci hanno accompagnato fino ad ora e le nuove tecnologie del futuro.
Nonostante tutto questo progredire, possiamo suddividere la società in due fazioni: chi usa i dispositivi moderni, sempre più numerosi, e chi critica coloro che ne fanno uso, ovviamente in forte diminuzione.
Quali sono le persone che spesso criticano?
Chi ovviamente si sente, e vuole essere, tagliato fuori da tutta questa innovazione, cioè gli anziani o quelli negati per la tecnologia, coloro quindi che involontariamente creano il Digital divide.
A tal proposito, poco tempo fa parlavo di evoluzione tecnologica con Attilio, un signore con più di 80 anni di “bolognesità” pura, esperienza di vita sulle spalle ed una grande voglia di imparare la materia informatica.
Ciò che mi ha detto, ovviamente in dialetto bolognese, con un pizzico di evidente nostalgia negli occhi, è scontato quanto veritiero: “Vedi Matteo, noi ottantenni di oggi abbiamo vissuto tanti cambiamenti nella società, pensa che, quando eravamo bambini, scrivevamo con il pennino intingendolo nell’inchiostro.”
Il mio primo pensiero è stato: “Pazzesco! In meno di un secolo abbiamo completamente ribaltato non solo il modo di vivere, ma anche quello di scrivere.”
Questa affermazione mi porta a in un certo senso a capire quelle persone, tutte di una certa età, mentalmente e fisicamente, che criticano fortemente noi utilizzatori dei “telefonini” sempre a testa bassa in qualsiasi momento della giornata: quando camminiamo per strada creando non pochi disagi a noi stessi e agli altri, quando mangiamo facendo diventare il nostro smartphone un affezionato compagno di mensa, quando siamo in autobus, treno e in tante altre situazioni (sì, anche a letto).
Così mi sono fermato a pensare se effettivamente siamo noi donne e uomini moderni ad essere maggiormente ossessionati oppure se, anche a quei tempi, c’era un qualcosa che distraeva in maniera potente la società, ed infatti, in rete, ho trovato una foto del genere, in mezzo a tante.
Questa immagine è molto chiara, rappresenta lo stesso livello di distrazione, di isolamento dal mondo che hanno oggi gli smartphone.
Media diversi, stesse distrazioni
Ciò che separa le due inquadrature sono i mezzi con cui ci si “perdeva” e i tempi in cui sono state scattate le foto, ma il principio è il medesimo.
Quindi mi chiedo: il giornale che si leggeva una volta, come oggi, che portava ad escludersi in mezzo alle persone era per forza migliore dello smartphone attuale?
Siamo sicuri che tutte le persone che fanno utilizzo di questo maledetto telefonino è solo per il semplice gusto di perdere del tempo in ogni momento della giornata?
Sono certo che non tutti usano i propri dispositivi a scopo lavorativo, ma per tanti questi piccoli grandi aggeggi sono dei comodi collegamenti con il mondo intero laddove il giornale arriva in maniera molto limitata.
Ogni epoca ha i suoi pregi e difetti, ogni storia ha la sua dose di innovazione che ha cambiato la società, e tutto questo scetticismo non porta assolutamente da nessuna parte.
È la velocità, bellezza
La nostra epoca sta portando una evoluzione senza precedenti che connette in maniera veloce, meglio dire immediata, tutto il globo, quindi perché non approfittarne? Perché non usufruirne ognuno con il proprio scopo?
Purtroppo – o per fortuna? – questo non è facile da far capire a chi ha lavorato una vita, a chi ha vissuto momenti terribili ormai saldati nella loro mente e che ora prosegue una vita basata sui ricordi.
Se solo capissero cosa può portare loro la nuova tecnologia e se solo si rendessero conto che il digitale potrebbe veramente rendere immortali le loro memorie, dando così la possibilità, alle nuove generazioni e a tutte quelle future, di imparare dagli errori del passato, forse potrebbero apprezzarla di più.
Tutto ciò comporta fatica per loro integrarsi in questa società liquida e sta anche a noi giovani cercare di coinvolgerli maggiormente.
Ammetto che, quando riesco a vedere una coppia di signori in pensione che videochiama i propri figli e nipoti da altre parti del mondo, mi fa sempre una grande tenerezza.
Quindi la prossima volta che i vostri nonni o genitori vi vogliono sentire, dite loro di mandarvi un WhatsApp (o, ancora meglio, Signal).
NowPlaying: The Other, Hardcore Superstar
Cosa ne pensi?

Padre di Violante e marito di Tania. Divido la mia vita tra l’insegnamento di informatica e lo studio universitario. Amo follemente la tecnologia di cui ne seguo quotidianamente le nuove uscite, le novità ma sopratutto l’impatto che questa ha nella società. Non mi parlate di motori e gioco del pallone, vi guarderei senza capire una virgola del vostro discorso. Infine mi piace fotografare il caffè, in tutte le sue versioni e situazioni, oltre che a berlo ovviamente.