
Consulente e Temporary Marketing Manager, sono specializzato nell’organizzare, gestire e…
Il turismo e, in generale, il mondo dell’accoglienza, è uno dei settori più duramente colpiti dalla pandemia. Per chi, come noi, è sensibile ai temi della sostenibilità, il concetto di turismo sostenibile è sicuramente un trend che offre prospettive (e problematiche) da approfondire.
Ce ne ha data l’occasione un evento digitale tenutosi a dicembre 2020: Hotel Green Lab, che ha restituito un quadro interessante sull’eco-turismo e sulle strategie green per hotel. Vediamone alcune insieme.
Quel turismo che si è improvvisamente bloccato
C’è abbastanza uniformità nel sostenere che i livelli globali pre-covid non saranno raggiunti prima del 2024. Si prevede che il turismo domestico riprenderà prima e meglio, rispetto ai viaggi internazionali e intercontinentali, per motivi legati agli strascichi della pandemia.
Le compagnie aeree sono tra quelle che soffrono di più: è notizia recente che alcune hanno addirittura convertito gli aerei passeggeri in cargo, mentre altre, come KLM, stanno iniziando a differenziare la propria offerta, garantendo tratte a corto raggio con treno veloce anziché in aereo.
Paradosso nel paradosso, alcune città hanno risolto l’annoso problema dell’overtourism, ossia della eccessiva presenza di turisti, che le rendeva di fatto invivibili. Un fattore non da poco, se mettiamo al centro dei nostri discorsi la il turismo sostenibile.
Già, perché nel frattempo, nonostante una pandemia di mezzo, gli orientamenti delle persone rispetto alle tematiche ambientali si sono rafforzati.
Il turista di domani sarà piuttosto diverso, per una serie di fattori. Anzitutto, avremo nuove aspettative in termini di igiene e sicurezza, che ogni operatore deve poter garantire (o perlomeno far percepire) all’ospite, rassicurandolo attraverso bollini e certificazioni. Vedremo presto, probabilmente, una specie di “passaporto della salute” richiesto per poter viaggiare in alcune aree, e questo renderà il fattore sicurezza ancora più sentito. E poi, avremo ancora più a cuore la sostenibilità, in tutti i suoi aspetti.
Vacanze sostenibili, ossia?
Secondo una ricerca di Booking.com, oltre il 70% dei turisti sarebbe favorevole a pernottare in una struttura eco-friendly (anche se “solo” il 46% ammette che è difficile essere totalmente ecosostenibili durante una vacanza, come biasimarli). L’eco-tourism,o turismo sostenibile, riguarda non solo il settore dell’accoglienza, ma tutto ciò che vi ruota intorno, come la ristorazione, i trasporti, la gestione dei rifiuti.
Non a caso, Michelin ha introdotto nelle sue guide la green star per quei ristoranti che fanno scelte sostenibili, mentre TripAdvisor ha avviato un programma dedicato alle strutture più attente all’ambiente. È l’intero ecosistema turistico ad essere dentro un’onda verde, e le destinazioni e gli operatori che sapranno intercettare bene queste sensibilità daranno maggior risposta alle aspettative del turista.
Un turista che ricade sempre di più nel cosiddetto LOHAS (Life Style of Health and Sustainability), che è disposto a spendere di più per destinazioni “insolite”, che vuole approfondire la cultura locale, gli usi e i costumi, e che preferisce acquistare prodotti e servizi che danno impulso all’economia del luogo. Un turista molto attento all’impatto del proprio viaggio sul pianeta e che diventa progonista di un turismo sostenibile.
Destinazioni di prossimità: la riscoperta dei dintorni
Il blocco forzato dalla pandemia e le restrizioni agli spostamenti hanno favorito anche quello che si chiama turismo di prossimità. Un altro trend che ci accompagnerà nei prossimi anni, dettato dalla voglia di restare nei dintorni per ritrovare una “relazione turistica” con i propri luoghi. Chi come me, ad esempio, vive nelle Marche, sa che il 2020 è stato l’anno dei Sibillini, dove da decenni non si vedevano così tante persone e le strutture così piene ad agosto. Una piccola rivincita, dopo anni segnati dalle conseguenze di un terribile sisma.
Il turismo di prossimità ha due caratteristiche: la brevità dei soggiorni (meno pernottamenti rispetto al viaggio “fuori”) e il “vissuto lento” (la cosiddetta filosofia dello slow tourism). Parliamo del privilegiare la riscoperta di piccoli borghi e luoghi off the beaten paths, poco conosciuti, e di apprezzarli a pieno, assaporandoli. Un turismo sostenibile e “lento” portatore, anch’esso, della filosofia sostenibile: i viaggiatori slow tendono a scegliere consapevolmente le strutture ricettive in base alla qualità dell’accoglienza e l’attenzione all’ambiente.
L’hotel eco-sexy: idee per prepararsi alla generazione Greta
I clienti del futuro sono i ragazzi della “generazione Greta“, sensibilizzati al rispetto del pianeta e attentissimi all’impatto di ogni esperienza. Cosa possono fare hotel e strutture ricettive per rispondere a questi cambiamenti? Come far innamorare il turista eco-consapevole?
Riprendiamo un concetto interessante da Hotel Green Lab, proposto da un caro amico ed esperto di hotellerie, Nicola Delvecchio: l’hotel eco-sexy. Ossia mettere in pratica una serie di innovazioni green per quegli albergatori che vogliono rispondere alla richiesta di sostenibilità.
Perché non prevedere, ad esempio, la raccolta differenziata in hotel? Se un tempo poteva sembra quasi eccessiva verso l’ospite, oggi sarebbe certamente gradita. Eppure pochi lo fanno. Come anche togliere tutti i monodose dalle camere sostituendoli con i dispenser, come ha fatto Marriot, magari con saponi ecologici. Volendo, si può rimuovere del tutto la plastica, vedi IHG. Oppure, realizzare divise ecosostenibili per il personale dell’hotel. O ancora, fornire in uso al cliente mezzi di trasporto elettrici o non motorizzati, come e-bike e monopattini.
Chi vuole attirare il cliente che arriva con l’auto elettrica, potrebbe installare colonnine di ricarica. Piccoli o comunque poco complessi interventi, che richiedono speso solo un po’ di riorganizzazione. Ma che possono fare la differenza, soprattutto se ben comunicati.
Ci sono poi interventi più strutturali, da quelli in bioedilizia (un hotel di Manchester ha installato un contatore nella hall che mostra ai clienti l’energia immagazzinata dai pannelli solari), ai termo isolanti per le camere, fino ai sistemi di regolazione intelligenti della temperatura. Alcuni hotel hanno addirittura delle serre interne, nelle quali producono piante e ortaggi utilizzati in cucina, come il QO di Amsterdam.
A dimostrazione di come, appunto, il turismo sostenibile sia fortemente legata alla nutrizione e alla salute, come anche al modo di viaggiare e di spostarsi, tutti temi “caldi” e intrecciati tra loro, che avranno un ruolo nelle scelte del turista del futuro.
Prepararsi a questi cambiamenti sin da oggi è importante: e c’è chi è pronto a scommettere (noi, per dire) che questo possa essere un punto di partenza per la rinascita di tutto il settore.
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Consulente e Temporary Marketing Manager, sono specializzato nell’organizzare, gestire e migliorare il marketing di piccole e medie imprese. Collaboro come docente di marketing con l'Università di Urbino e con MeliusForm Business School. Faccio anche parte di Warehouse Hub, organizzazione innovativa a vocazione sociale con sede nelle Marche.