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Climate change: dove sta il problema?

Climate change: dove sta il problema?

tornado mare isola

Ormai da tempo si parla di Climate Change (Cambiamento Climatico o Emergenza Climatica). Le stagioni non sono più quelle di una volta ed è necessario essere pronti agli imprevisti: l’estate può essere fredda e piovosa, l’inverno tiepido e secco.
I guardaroba “4 stagioni” sono passati di moda e hanno lasciato il passo a quelli “1 stagione”.

Chi pratica l’arte di preparare il nocino in casa lo sa meglio di tutti (per chi non lo sapesse, il nocino è un liquore a base di noci). Un tempo si diceva che dovevi raccogliere le noci il giorno di San Giovanni, 23 giugno, se volevi che fossero tenere abbastanza per essere lavorate. Da alcuni anni ormai, però, se attendi fino a quel giorno per raccoglierle, ti ritroverai con noci legnose, inutilizzabili. Devi capirlo tu quando è il momento giusto. Profumo, consistenza, dimensioni… sono questi i parametri che devi valutare di persona se vuoi le noci giuste per fare un ottimo liquore.

Qualche hanno fa potevi programmare le tue attività sul calendario (così dicono!).
Adesso devi uscire di casa, guardarti attorno e programmare in base al clima che c’è, piuttosto che a quello che dovrebbe esserci.

Climate Change: il problema è la paura.
Climate Change: non ci sono più le stagioni di una volta

Il Climate Change è una costante

Se mi guardo indietro ho l’impressione che il clima tuttavia non sia mai stato “regolare”. Ci sono state le estati fredde e quelle calde, gli autunni primaverili e le primavere autunnali. I più anziani me ne danno conferma.

Certo, oggi è tutto più “accentuato”. I cambiamenti sono più rapidi ed estremi e tali devono essere i nostri adattamenti. Nell’epoca del Climate Change, la giacca migliore è quella che tiene la pioggia e il vento, ma non fa troppo caldo.

Il clima sul pianeta Terra è sempre cambiato e per quanto ne sappiamo continuerà a cambiare. Tale cambiamento è stato la somma di un ripetersi ciclico di determinate condizioni (le stagioni) e di un evolvere lineare da un’unica immensa distesa d’acqua ad un puzzle di terre emerse e oceani, come osserviamo oggi.

Grazie a questo costante mutare il pianeta Terra ha potuto essere teatro di scenari di vita diversissimi: batteri, dinosauri, scimmie. Poi siamo arrivati noi, gli esseri umani.

Oggi, sappiamo con certezza che se il clima non fosse cambiato al ritmo a cui è cambiato, noi esseri umani non saremmo mai “arrivati”.

Il problema è la paura che il Climate Change vada oltre

Dunque, dal momento che il cambiamento climatico è da sempre una costante su questo pianeta, dove sta il problema se il clima continua a cambiare?

Mi permetto di avanzare un’ipotesi.

Il problema è che quando il clima cambia, nuove forme di vita diventano possibili, ma vecchie forme di vita diventano non più possibili. Quando chi si estingue sono i dinosauri siamo tutti tristi perché sarebbe stato spettacolare vederli correre liberi in una riserva naturale, ma quando a rischiare di estinguersi siamo noi esseri umani, la cosa non ci attrae più così tanto, anzi, ci terrorizza.

L’idea di una Terra tutta per noi

Impauriti dalla prospettiva di una fine, noi esseri umani ci siamo costruiti un’idea, che il pianeta Terra avesse attraversato lunghe e delicate trasformazioni per giungere ad una condizione ideale per la nostra sopravvivenza.

Freddo, ma non troppo per degli animali senza pelliccia;
caldo, ma non troppo per degli animali ricoperti da un sottile strato di pelle;
umido, ma non troppo per animali privi di squame;
secco ma non troppo per animali fatti per il 70% di acqua.

E questi animali eravamo noi.

Nella nostra idea, il clima era evoluto attraverso fasi successive per un giungere ad un clima perfetto e definitivo, in cui potesse vivere l’essere più perfetto della storia del pianeta, ossia l’essere umano. Tuttavia, questa idea non è mai stata il frutto di osservazioni scientificamente rigorose. è stata l’emanazione di un’altra idea ossia che noi umani fossimo il punto di arrivo della storia del pianeta Terra.

Climate Change: viviamo come se la Terra fosse solo per noi
La Terra solo per noi

L’illusione di una Terra tutta per noi

Non ci comportiamo come se noi fossimo gli esseri viventi più evoluti di tutta la storia passata, presente e futura del pianeta Terra?

Davanti al cambiamento climatico non ci troviamo allibiti e costretti a vagare alla ricerca di una causa che giustifichi questa  folle rivoluzione climatica che mette a rischio la vita di noi esseri umani su questo pianeta? Non ci ritroviamo ad escludere a priori l’ipotesi che anche noi, come i dinosauri, potremmo essere solo una tappa e non un punto di arrivo?

Se accettiamo l’ipotesi che la Terra avesse come scopo quello di dar vita a noi e poi stabilizzarsi per mantenerci, il cambiamento climatico ulteriore che stiamo vivendo deve essere per forza l’opera di un folle.

E dal momento che non si trovano esseri più folli di noi in circolazione, rimane solo l’ipotesi del tentato suicidio.
È l’essere umano che sta mettendo in pericolo la sua stessa esistenza. E come lo farebbe? Assecondando se stesso: le invenzioni, l’urbanizzazione, il progresso. Tutto quello che più ci distingue dagli altri esseri viventi sarebbe benzina sul fuoco del cambiamento climatico.

Al banco degli imputati: ognuno di noi

Chi beve nel bicchiere di plastica è colpevole, così come chi mangia carne, chi non fa la raccolta differenziata, chi vola in aereo, chi non fa jogging, chi compra e produce vestiti con fibre sintetiche. Tutti siamo colpevoli: chi produce e chi consuma.

Tuttavia, vivere una vita da colpevoli sembra più dura del previsto. Studiare il cambiamento climatico è appassionante, ma quando ti rendi conto che più sappiamo, più siamo colpevoli, la scienza diventa quasi odiosa.

Ognuno di noi infatti a questo punto sembra avere solo due possibilità di scelta: passare dalla parte degli innocenti e mettere la parola fine a tutti i comportamenti “suicidari” o rimanere dalla parte dei colpevoli e continuare a godersi irresponsabilmente la vita.

Nessuna delle due scelte, però, sembra garantire che la Terra decida di smettere di cambiare clima e non diventi pian piano inospitale per il genere umano.

Cosa accadrebbe se smettessimo di cercare il colpevole del Climate Change?

Come venire fuori da questa situazione di stallo?

  1. Immaginiamo per un attimo di abbandonare la ricerca del colpevole e di assumere che non è certo che la Terra sia fatta per noi.
  2. Riconosciamo che una cosa soltanto è certa, in quanto verificabile da tutti: più noi cerchiamo di resistergli, più il clima diventa ostile.
  3. Sorridiamo davanti al fatto che ci comportiamo come se il cambiamento fosse una disfunzione della vita sulla Terra, pur se studiamo fin dalla scuole che il cambiamento è una funzione di quella stessa vita.
  4. Facciamoci questa strana domanda: se decidessimo di sfruttare il cambiamento climatico piuttosto che resistergli… che cosa faremmo di diverso nella nostra vita di tutti i giorni?

Più ci vestiamo pesante, più la Terra ci appare fredda.
Più diserbiamo, più le erbacce ci appaiono resistenti.
Più ci chiudiamo in casa, più quando usciamo vediamo il mondo cambiato.
Più utilizziamo mezzi di trasporto, più il suolo ci apparirà duro e scosceso.
Più isoliamo le nostre attività dalla Terra, più la Terra ci apparirà un ostacolo piuttosto che una risorsa.

Sarei proprio curioso di sapere cosa faresti di diverso tu, se un giorno smettessi di resistere alla Terra!

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