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Libertà, rispetto e confini: l’importanza di interagire

Libertà, rispetto e confini: l’importanza di interagire

La mia libertà finisce dove comincia la libertà dell'altro?

In natura tutti gli esseri viventi sanno che cos’è la libertà. Tutti eccetto l’essere umano.
Noi bipedi intelligenti siamo gli unici che non sappiamo cosa sia la libertà, o meglio, che viviamo come se non ne fossimo certi. Questa nostra “ignoranza” ci consente di vivere una vita diversa dagli altri esseri viventi. Una vita di sperimentazione costante nel tentativo di capire dove inizi e dove finisca la libertà di ciascuno. Così ci ritroviamo ad oscillare costantemente tra noi e il resto del mondo alla ricerca del punto di equilibrio, in cui siamo liberi noi e sono liberi tutti.

Alcuni ritengono che questa incertezza sulla libertà sia in realtà una scusa per continuare a fare quello che vogliamo. Altri invece sottolineano il fatto che la libertà, se è vera libertà, non è un equilibrio statico, ma dinamico. Rispettarla significa ricercarla costantemente e sempre.

Il tema della libertà è un tema molto caro alla nostra società. Così caro che forse il fatto di parlarne tanto sta diventando il più grande limite al manifestarsi pieno delle nostre potenzialità di esseri umani liberi.

Fin dalle scuole elementari, sono stato interpellato dagli insegnanti su questo tema. Ricordo un titolo con cui so di essermi confrontato più e più volte nel corso degli anni di studio che suonava più o meno così: “La tua libertà finisce quando inizia la libertà degli altri!”. Lì per lì penso di aver accettato questo punto di vista. Tuttavia oggi, mentre ci rifletto, non lo trovo più così chiaro e liberatore, come dovrebbe essere. Anzi lo trovo un modo per sfuggire al vero dibattito sulla questione.

La mia considerazione è innanzitutto estetica.
Se questa frase fosse vera, infatti, tutto ciò che più amo nella vita sarebbe una violazione della libertà. Le piante che intrecciano le loro radici e le loro chiome creando quegli splendidi cappelli di rami. Gli ingredienti che si mescolano e si fondono dando vita a profumi e aromi che sciolgono anche i nodi più stretti. Le mani e le gambe di due ballerini che costantemente violano lo spazio dell’altro. La penna dei bravi scrittori che rubano qua e là parole, frasi, espressioni da chi prima di loro ha scritto e che realizzano una costante rivisitazione del passato.

Se fosse vero che la libertà di ciascuno finisce dove inizia la libertà dell’altro, penso proprio che la maggior parte delle cose belle della vita svanirebbero.
Certo, probabilmente ci sarebbe anche un drastico calo dei dispiaceri. Nessuna ballerina si lamenterebbe più del fatto che il ballerino le ha pestato un piede. Nessun avventore di un ristorante si lamenterebbe più del fatto che il cuoco non ha amalgamato bene gli ingredienti. Tuttavia la vita avrebbe perso il sale. Ogni cosa esisterebbe uguale a se stessa per sempre. Ogni essere umano esisterebbe uguale e fedele a se stesso in eterno.

Lo ripeto, questa frase secondo cui la libertà di un essere umano finisce dove inizia la libertà dell’altro, non l’ho mai trovata veramente liberatoria. Anzi, spesso l’ho percepita come una trappola. E tuttora, penso sia un vero e proprio virus mentale. Il miglior modo per mettere limiti alla propria libertà è fermarsi quando comincia la libertà degli altri. Se questa frase infatti fosse vera, le relazioni non esisterebbero, la vita stessa finirebbe. Non ci sarebbe la guerra, è vero, ma neppure la seduzione.

Tra gli esseri viventi non c’è confine. Se c’è confine, allora non c’è libertà. E se non c’è libertà, non c’è vita.

Ecco perché quando si parla di libertà penso sempre più spesso alla frase di Epitteto, lo schiavo romano divenuto libero: “Accusare gli altri delle proprie disgrazie è conseguenza della nostra ignoranza; accusare se stessi significa cominciare a capire; non accusare né sé, né gli altri, questa è vera saggezza”.
Mi piace pensare che questa frase sia un’ottima definizione di libertà. Finché c’è colpa, c’è separazione. Quando non c’è più colpa, allora tutte le combinazioni sono possibili. Questa è la vera libertà.

In natura tutti gli esseri viventi violano costantemente il confine che li separa dagli altri. Solo che gli esseri umani sono titubanti, a volte, e si domandano se non sarebbe più rispettoso rispettare piuttosto che interagire. Certo, interagire non è sempre semplice, ma ciò non significa che sia sbagliato. Non c’è nulla di buono nella storia dell’umanità che non sia stato il frutto dell’interazione tra esseri umani. Il rispetto tra essere viventi che tanto osanniamo, impallidisce dinnanzi alla interazione tra gli stessi.

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