Dietro ad ogni fallimento, ci sono storie di uomini e donne che vivono momenti drammatici. Ma ci sono anche storie di imprenditori e amministratori delegati che hanno rovinato l’azienda con la loro ottusità.
Non sempre il cambiamento è un concetto astratto. È il caso delle persone transgender, di cui si parla ancora poco sebbene siano circa 400’000 solo in Italia.
Il 44% degli stagisti ha tra i 25 e i 34 anni, quasi il 15% supera i 40. Per loro, il futuro non si chiama lavoro ma stage. Cioè incerto e sottopagato.
Se l’obiettivo è quello di fare sentire bene le persone per poter continuare a contare su di loro, c’è qualcosa di sbagliato. E quando qualcuno vorrà andarsene sarà troppo tardi.
Qual è il giusto equilibrio tra costruire una rete relazionale e invece sfruttarla? C’è un equilibrio? O forse accettiamo tacitamente la regola implicita che siamo tutti qui alla ricerca di qualcosa?
A mio avviso, noi HR siamo troppo ossessionati dalla paura dell’eccezione. Vogliamo che i processi siano uniformi e uguali per tutti, come se uguaglianza fosse sinonimo di equità. Non lo è.
Sebastiano Zanolli fa il manager, un manager un po' atipico, che sceglie un approccio alla professione misto di pragmatismo e di sentimento. Nato nel 1964 a Bassano del Grappa (VI), dopo la laurea in Economia presso l’Università Ca’ Foscari, ha maturato esperienze signifi cative in ambito commerciale e marketing, ricoprendo posizioni di responsabilità crescente: ha occupato i ruoli di Product Manager, Brand Manager, Responsabile Vendite, Direttore Generale ed amministratore delegato di brand di abbigliamento in aziende come Adidas e Diesel. Si è occupato per 4 anni di politiche di Employer Branding come consulente di Direzione del Gruppo OTB/Diesel ed attualmente, per lo stesso Gruppo, presta la sua opera sulle strategie e progetti di Heritage Marketing. Più info su: www.sebastianozanolli.com