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Candidarsi via email

Candidarsi via email

Iniziamo con un distinguo: un conto è utilizzare la pagina web dell’azienda (o LinkedIn o un altro job market); questa non è una candidatura via email (e a tale proposito, potete leggere il mio articolo sui sistemi di gestione delle candidature).
La candidatura via email presuppone invece che siate in possesso di un indirizzo a cui trasmettere la vostra documentazione. Se le istruzioni dell’annuncio sono espressamente quelle di utilizzare la messaggeria elettronica, bene; in tutti gli altri casi, io eviterei questo mezzo di comunicazione.

Un ago in un pagliaio

Lo vedete anche voi: la vostra casella di posta elettronica è inondata giornalmente da ogni tipo di messaggio; anche quella del recruiter lo è e la vostra candidatura rischia di perdersi – o peggio -, soprattutto se è inviata a un indirizzo che avete trovato su internet (genere l’HR Specialist che però non si occupa di selezione).
Personalmente, le candidature via email mi scocciano un po’. Per un’azienda come la mia che ha a disposizione un sistema di gestione delle candidature online, riceverne tramite altri mezzi complica la vita: come ricordarsi di averla ricevuta? come comporre una risposta (manca il template, devo andarlo a cercare)? voglio proprio rispondere dal mio indirizzo, così che lo confermo e inizieranno a usarlo altre persone? perché l’ha inviata direttamente a me?
A un incontro con i ragazzi dell’Università di Lugano, mi sono fatto fischiare quando ho detto loro di evitare le candidature via email: mi hanno preso per matusalemme. Per me, invece, è una questione pratica. Tutto qui. A mio avviso, i messaggi email hanno tendenza a perdersi più facilmente. Non volete essere una goccia d’acqua nell’oceano, no?
Ma se proprio insistete e persistete… ecco qualche consiglio:

a) il curriculum in allegato deve essere sempre in PDF

PRO – è soprattutto una questione di layout: in Word, a dipendenza dei font e dei formati installati, il vostro bellissimo CV rischia di traboccare su un’altra pagina, o a capo, rovinando tutto il lavoro di impaginazione; il documento Word, inoltre, fornisce qualche informazione di troppo, a chi sa dove cercare (chi l’ha creato, quando, quante volte è stato modificato ecc.).
CONTRO – qualche azienda preferisce ricevere dei documenti Word; ma voi non volete veramente lavorare per qualcuno che vi dice di non poter aprire un PDF, vero?
Nota: tutti gli altri formati sono comunque banditi, soprattutto gli open office e gli OS pages. O addirittura degli *.ai Non sono degli standard nella corrispondenza. Punto.

b) la lettera di accompagnamento

Alcune persone mettono la lettera di presentazione in allegato: perché no; io preferisco che sia nel testo dell’email. In fondo state inviando un CV e lo accompagnate con un messaggio, proprio come se fosse una lettera.
No assoluto a messaggi da analfabeti di ritorno genere “Buongiorno, cerco lavoro grazieeeee!”.

c) utilizzate un indirizzo appropriato

SÌ – marinella.bernasconi@gmail.com; mbernasconi@gmail.com
NO – farfallina93@gmail.com; mbernasconi@dittaperlaqualelavoro.it; mariclaudio@libero.it
Niente di peggio che utilizzare la messaggeria professionale (dà proprio l’idea che “sfruttiate” il vostro datore di lavoro attuale), ma non ci scherzano neanche i nomi fantasiosi, di cui alcuni sessualmente ammiccanti, nonché la cosa più penosa di tutte: l’indirizzo di coppia.
Per inciso, ricordatevi che oltre all’indirizzo, c’è anche il nome di visualizzazione: mi è capitato di ricevere messaggi da “Sono Io” oppure “Affari Miei”. Ho risposto loro con il mio indirizzo “Chi sei che vuoi”.

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