All’età di tre anni ho deciso di diventare vegetariano; in…
Tutti noi ci siamo trovati confrontati alla difficoltà di capire un acronimo, ovvero una parola formata con le iniziali di altre parole; una sigla, se vi sembra più comune. Per questo motivo, non ci dovrebbe essere difficile immaginare che quegli stessi acronimi possano risultare ostici al lettore del nostro Curriculum Vitae (CV è anche un acronimo, ma ormai è praticamente universale; in inglese, però, non vi capirebbero: si dice “Resume”).
Ricordo le mie prime settimane di lavoro nell’industria chimica: a ogni riunione prendevo nota delle decine di oscure sigle che sentivo proferire dai colleghi e poi, discretamente, andavo a cercarle, nella speranza che fossero abbreviazioni internazionali. E invece no: a volte volevano dire cose differenti anche tra Divisioni della stessa azienda…
La vostra missione: farvi capire
Considerate che non sempre chi farà la prima selezione delle candidature è un esperto nel vostro settore (anzi: spesso è più vero il contrario). Tenete presente che il vostro obiettivo è comunicare e di farvi capire, quindi regolatevi di conseguenza.
Ad esempio:
Responsabile dell’UCPA e SPOC per la REA/BLS.
Mi fa piacere NON capire che eri il responsabile dell’Unità di Cure Post Anestesia, e Single Point of Contact per quanto riguardava le operazioni di rianimazione e di Basic Life Support. Grazie per aver pensato a me, povero recruiter annoiato che così potrà ingannare il tempo, risolvendo i rebus del tuo CiVì…
La sigla giusta al posticino giusto
Uno dei vantaggi degli acronimi, invece, è che evitano la ridondanza di espressioni, spesso di origine inglese, che rischiano di appesantire il CV, lasciando così più spazio a ciò che conta veramente. In questo caso, il criterio è semplice: usate l’espressione la prima volta e mettete la sigla tra parentesi. Da lì in avanti, potete utilizzare l’acronimo.
Ad esempio:
Supervisione del team di Business Intelligence (B.I.)
Programma di gestione delle relazioni con i clienti (CRM-Customer relationship management).
Le ricerche automatizzate
Nelle grandi aziende, per forza di cose, abbiamo dei software di gestione delle candidature che ci permettono di fare delle ricerche di parole chiave direttamente nel testo dei documenti allegati.
Ciò significa che un acronimo potrebbe farvi perdere la possibilità di essere trovati, anche se di uso comune come R&D. In questo caso, il mio consiglio è di scrivere da qualche altra parte Research & Development, con lo spazio, in modo che se la ricerca è basata su “Research” (il gioco di parole non era voluto), la vostra candidatura uscirà nella lista dei risultati.
Ad esempio:
Responsabile dipartimento Research & Development (R&D)
Supervisione di tutte le attività di R&D nell’ambito dei pigmenti e di altri effetti tessili.
Cosa ne pensi?
All’età di tre anni ho deciso di diventare vegetariano; in seconda elementare, la maestra ha convocato i miei genitori perché “non era normale” che un bambino conoscesse tutti i nomi dei funghi in latino; a 13 anni ho amato per la prima volta senza sapere che non era amore; a 15 ho smesso di fare decathlon perché odiavo la competizione; ancora minorenne, sono stato processato da una corte marziale. A 20 anni mi sono sposato e a 23 ho divorziato; a 25 anni dirigevo una start-up che ho fatto fallire; a 29 ho avuto la meningite, sono morto ma non ho saputo restarlo. A 35 anni ho vissuto una relazione poliamorista e sono diventato padre di figli di altri. A 42 mi sono licenziato da un posto fisso, statale e ben pagato per fondare l’Agenzia per il Cambiamento Purple&People e la sua rivista Purpletude. A parte questo, ho 20 anni di esperienza nelle risorse umane, ho studiato a Ginevra, Singapore e Los Angeles, ho un master in comunicazione e uno in digital transformation e ho tenuto ruoli manageriali in varie aziende e in quattro lingue diverse: l’ONG svizzera, la multinazionale francese, le società americane quotate in borsa, la non-profit parastatale. Mi occupo soprattutto di comunicazione del cambiamento, di organizzazioni aziendali alternative e di gestione della diversità – e scrivo solo di cose che conosco, che ho implementato o che ho vissuto.